Paolo Cittadini per “la Stampa”
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A stroncare Francesca Manfredi, la ragazza di 24 anni trovata morta domenica mattina a Brescia in un appartamento nel quartiere Fornaci, sarebbe stato un mix di stupefacenti assunti insieme a due amici in un lungo fine settimana di eccessi. L'autopsia sul corpo della giovane, in cura al Sert e che da qualche tempo aveva trovato lavoro in un bar della città, ha evidenziato la presenza in grosse quantità di benzodiazepine, cocaina, eroina e ketamina, un anestetico veterinario usato anche come stupefacente soprattutto da chi frequenta il mondo dei rave party.
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L'esame autoptico avrebbe inoltre fissato per le 8 del mattino l'orario del decesso della 24enne. Ad accorgersi della morte sarebbero state intorno alle 10 le due persone che con Francesca avevano trascorso la lunga maratona di sballo e alcol. La coppia di amici, una ventiquattrenne e un uomo di 32 anni, agli investigatori hanno raccontato di essersi svegliati e di avere visto Francesca priva di sensi.
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A quel punto, così hanno spiegato agli investigatori della Mobile che coordinati dal sostituto procuratore Benedetta Callea si stanno occupando delle indagini, l'avrebbero portata in bagno e messa nella vasca cercando di farla riprendere con ghiaccio e acqua. Un tentativo disperato e che non avrebbe dato gli effetti sperati. Solo allora i due avrebbero chiamato il 112 facendo scattare l'allarme.
Ma all'arrivo dei soccorritori il cuore di Francesca aveva già smesso di battere. Una morte maturata secondo gli inquirenti «in un contesto di degrado e di uso cronico di sostanze stupefacenti» e su cui è scattata un'inchiesta. E nel registro degli indagati sono finiti il trentaduenne e la ragazza di 24 anni che con Francesca hanno trascorso oltre 48 ore tra alcol e droghe pesanti. Omicidio colposo e omissione di soccorso le ipotesi di reato su cui sta lavorando la procura di Brescia.
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L'obiettivo è quello di capire se effettivamente le persone che stavano con la giovane vittima si siano accorte della morte della ragazza solo al risveglio o se invece abbiano proseguito il festino senza aiutare l'amica agonizzante se non solo la mattina quando l'effetto delle sostanze assunte stava scemando. Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, i tre amici avrebbero dato il via alla festa già venerdì.
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Stordito dagli stupefacenti e anestetizzato dall'alcol il terzetto sarebbe andato avanti per ore ascoltando musica. Solo sabato sera gli amici sarebbero usciti (almeno fino alle 3 Francesca è stata vista viva) per fare rifornimento di alcolici e stupefacenti, tornare nell'appartamento delle Fornaci (l'abitazione utilizzata dalla vittima è intestata alla madre) e riprendere il consumo di sostanze.
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Francesca e gli amici si sarebbero addormentati con l'arrivo del giorno. Alle 10, al momento del risveglio, i due amici si sarebbero accorti delle condizioni di Francesca. «Non respirava più», avrebbero raccontato agli inquirenti che domenica li hanno ascoltati insieme ad altri amici e conoscenti della giovane vittima. Spaventati, e ancora sotto effetto degli stupefacenti consumati nei due giorni precedenti, i due avrebbero sollevato Francesca portandola in bagno per cercare di farle riprendere i sensi. Manovre inutili: la loro amica, secondo l'autopsia, sarebbe infatti morta due ore prima.
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