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    “BUTTARSI DALLA MOTO È UN ATTIMO. SONO ABITUATO AL PERICOLO. FA PARTE DELLA MIA VITA, CI CONVIVO. LA PAURA? PASSA” – PARLA MAVERICK VINALES CHE DOMENICA SI È GETTATO DALLA YAMAHA RIMASTA SENZA FRENI: "SERVE CONCENTRAZIONE SE LO FAI A 220 ALL’ORA. SONO MOTIVATISSIMO, SO DI POTER LOTTARE PER IL CAMPIONATO. LA TESTA È GIÀ PROIETTATA SULLA PROSSIMA GARA, A MISANO” – VIDEO


     
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    Paolo Lorenzi per corriere.it

     

    Maverick Vinales si lancia dalla moto Maverick Vinales si lancia dalla moto

    Mettersi nei suoi panni è impossibile. Immaginarsi in sella a un moto senza freni a 220 km orari mette i brividi. Eppure Maverick Vinales domenica scorsa, in Austria, è saltato giù dalla sua Yamaha senza pensarci. L’istinto di chi è preparato a reazioni immediate; la differenza tra salvarsi la vita e schiantarsi contro le barriere. Una miscela di coraggio e riflessi eccezionali. Con un pizzico di fortuna, che aiuta sempre, come la volta prima, sempre in Austria, quando la Ducati di Zarco gli è passata a un nulla dal casco, dalla testa. Solo chi corre a 300 all’ora può spiegarlo.

     

    Come è stato il risveglio il giorno dopo?

    «Io dormo sempre abbastanza bene. Perché ormai sono abituato al pericolo. Fa parte della mia vita, ci convivo. Ogni pilota sa che può capitargli una cosa simile».

    È più lo spavento per quanto è successo o la rabbia per i punti persi?

    «Lo spavento passa subito. La rabbia resta perché avevo l’opportunità di fare punti importanti per il Mondiale».

    Maverick Vinales si lancia dalla moto Maverick Vinales si lancia dalla moto

     

    Come si fa a rimanere così lucidi e reattivi?

    «Bisogna restare sempre molto concentrati, in ogni istante. Faccio questo sport fin da bambino e per me col tempo è diventato una cosa naturale. Se vuoi correre al limite serve molta determinazione. Soprattutto nelle qualifiche. Quando si spinge al massimo e ogni fibra del tuo corpo è impegnata all’estremo: fondamentale essere attenti a tutto».

    L’allenamento aiuta?

    «Vado in palestra, corro in bicicletta, faccio molta attività fisica. Ma stare in sella alla moto è diverso e molto istintivo, proprio perché l’ho sempre fatto. Non c’è un segreto. Viene tutto di conseguenza correndo a 300 all’ora».

     

    L’esperienza insegna?

    la moto di Maverick Vinales la moto di Maverick Vinales

    «Ogni volta che si cade ciò che conta è capirne il motivo. Individuarne la causa, cercarne il senso. E se non ti sei fatto nulla, monti di nuovo in sella e ci provi un’altra volta...».

     

    Ha scoperto perché i freni l’hanno mollato?

    «Ho perso una delle pastiglie (l’elemento che preme sul disco freno, ndr). Era troppo consumata ed è saltata via. La settimana prima avevo utilizzato lo stesso impianto senza problemi. Non ho avuto nessuna avvisaglia in prova. Difficile capire come mai l’inconveniente è capitato proprio durante la gara successiva».

     

    Altri piloti hanno utilizzato una nuova pinza freno. Lei no, come mai?

    «L’ho montata nelle prove sabato, ma non mi ha convinto. Non frenavo come volevo».

     

    vinales vinales

    Le era mai capitato di dover saltare giù dalla moto?

    «Mi era già successo, ma per altri problemi tecnici. Per esempio al manubrio... Alla fine, saltare giù ti viene spontaneo. Perché in una piccola frazione di secondo sei costretto a reagire».

     

    A voi sembra normale ciò che alla gente comune sembra quasi una follia…

    «Il nostro è uno sport pericoloso, negarlo non serve. Abbiamo visto che cosa è successo nella prima gara in Austria (la carambola innescata da Zarco con Morbidelli e le due moto che volavano sfiorando lui e Rossi, ndr). Mi rendo conto dei rischi che affronto, ma correre in moto è la mia vita, la mia passione. Io l’accetto e quindi do sempre il massimo. A tutto gas...».

     

    Ma dopo due episodi del genere con che spirito si torna in sella?

    «Sono sincero. Sono motivatissimo, so di poter lottare per il campionato. La testa è già proiettata sulla prossima gara, a Misano ».

     

    Nove piloti raccolti in 27 punti: un Mondiale anomalo.

    rossi vinales rossi vinales

    «In effetti, è un campionato molto diverso. Tante gare di fila, anche due nello stesso circuito. Può succedere di tutto. Repubblica Ceca e Austria erano le due piste peggiori per me. Adesso arrivano quelle che mi piacciono...».

     

    Ma gli episodi stanno pesando. L’infortunio di Marquez, poi quelli di Rins, Crutchlow e Bagnaia, infine il suo incidente. Non si sta esagerando?

    «Se ti fai male è difficile recuperare in un campionato così serrato. Ecco perché è importante essere molto concentrati e preparati per dare il massimo. Servono un fisico allenato e molta attenzione. E soprattutto finire le gare».

     

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