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    LOGORARE I "RIBELLI", POCO ALLA VOLTA: PECHINO STRINGE IL CAPPIO INTORNO AL COLLO A TAIWAN – DOPO LA PROVA DI FORZA DI 72 ORE CON IL FUOCO DI AEREI, NAVI E MISSILI, LA CINA CAMBIA STRATEGIA: LE MANOVRE MILITARI DIVENTERANNO UNA ROUTINE PER ATTUARE UN BLOCCO AERONAVALE DELL’ISOLA, CON I TRE PORTI PRINCIPALI ACCERCHIATI E LE OPERAZIONI COMMERCIALI SOSPESE – UNA MOSSA PER ALLUNGARE LE MANI SU TAIPEI SENZA ARRISCHIARE UN'INVASIONE SU LARGA SCALA…


     
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    Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”

     

    ESERCITAZIONI CINA TAIWAN ESERCITAZIONI CINA TAIWAN

    Qual è il risultato delle grandi manovre cinesi intorno a Taiwan? Quando si aggiornerà la storia, quelle appena trascorse non potranno essere definite «le 72 ore che sconvolsero il mondo»: il fuoco di aerei, navi e missili cinesi intorno all'isola non ha causato danni né perdite umane. Unica vittima collaterale, il tentativo di Joe Biden di riprendere il dialogo con Xi Jinping.

     

    Però, le simulazioni dell'Esercito popolare di liberazione hanno prodotto almeno tre nuovi elementi di vantaggio alla Cina nella corsa alla superiorità militare intorno a Taiwan.

     

    ESERCITAZIONI CINESI SULLO STRETTO DI TAIWAN ESERCITAZIONI CINESI SULLO STRETTO DI TAIWAN

    1) Hanno mostrato per la prima volta che Pechino ha diverse opzioni per allungare le mani su Taipei senza arrischiare un'invasione su larga scala: tra giovedì e ieri di fatto l'isola è stata sottoposta a un blocco aeronavale. I tre porti principali di Taipei al Nord, Taichung a Ovest e Kaohsiung a Sud sono stati accerchiati; i corridoi dei voli commerciali sono stati chiusi per timore di incidenti durante le esercitazioni con munizioni vere.

     

    2) Per la prima volta la Marina e l'Aeronautica della Cina, con l'appoggio delle batterie missilistiche sul territorio continentale, hanno operato insieme nel mare a Est di Taiwan, dove potrebbero tagliare le rotte lungo le quali l'isola importa il 60% del suo fabbisogno alimentare e il 98% dell'energia. Ed è da Est che dovrebbero arrivare in caso di invasione i soccorsi americani, stazionati nelle basi in Giappone e Sud Corea.

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    3) Pechino ieri non si è curata di dichiarare la fine dell'operazione lanciata per rappresaglia alla visita della signora Nancy Pelosi: la mancata comunicazione sembra far parte della nuova strategia, spiegata così alla tv statale da Meng Xiangqing, professore dell'Università nazionale di Difesa: «Le manovre verranno ripetute regolarmente, perché hanno creato le condizioni per una realizzazione anticipata della riunificazione; dobbiamo consolidare la nostra superiorità ora che abbiamo cancellato la linea mediana dello Stretto».

     

    Non esagera il professor Meng: per la prima volta le navi cinesi hanno varcato con un gran numero di unità in assetto da guerra quella linea che per decenni ha fatto da spartiacque per evitare incontri ravvicinati tra le due Marine avversarie.

     

    La Settima flotta Usa è rimasta al largo in questi giorni, ma non c'è dubbio che gli equipaggi degli aerei di sorveglianza, con i loro sofisticati sistemi di controllo, abbiano fatto gli straordinari per catturare informazioni sulle capacità operative dei cinesi: in questo, lo show di forza voluto da Xi Jinping, ha fornito un vantaggio agli avversari.

    ESERCITAZIONI MILITARI CINESI A TAIWAN ESERCITAZIONI MILITARI CINESI A TAIWAN

     

    Ma il comandante in capo della Repubblica popolare cinese aveva bisogno di dare il massimo risalto alle sue grandi manovre: voleva ammonire i governi di Taipei e Washington e demoralizzare l'opinione pubblica taiwanese, per questo ha ordinato di far sfrecciare quattro missili balistici sul cielo dell'isola. E poi, le immagini della poderosa macchina bellica con la stella rossa ha intrattenuto per alcuni giorni le masse cinesi stanche di crisi economica e lockdown.

     

    ESERCITAZIONI CINA TAIWAN ESERCITAZIONI CINA TAIWAN

    Ieri la Difesa di Taiwan ha organizzato una risposta più dura: ha annunciato che sono state messe in allerta operativa le unità dotate di missili anti-nave del tipo Hsiung Feng II (prodotte dall'industria bellica nazionale); ha ordinato alle sue corvette e cacciatorpediniere di seguire come ombre le navi cinesi e di ostacolarne l'attraversamento della linea mediana dello Stretto.

     

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    E poi, Taipei ha comunicato che martedì e giovedì condurrà esercitazioni a fuoco nel Sud dell'isola, con la sua artiglieria, impiegando anche cecchini, corazzati, elicotteri d'attacco: il dispositivo che accoglierebbe uno sbarco cinese e che fa parte di quella «strategia del porcospino» ispirata dai consiglieri militari americani per ostacolare i cinesi e aspettare «l'arrivo dei nostri» (sempre che il presidente degli Stati Uniti lo dovesse ordinare).

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