Alberto Gentili per il Messaggero
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Giuseppe Conte ha ormai capito che per provare ad arginare Matteo Renzi, disinnescare il malumore di Nicola Zingaretti e arrivare a un «chiarimento» con Luigi Di Maio, deve andare a vedere le carte dei soci di maggioranza. Così nei prossimi giorni il premier incontrerà uno ad uno i leader e poi, prima che Renzi possa aprire la crisi una volta approvata la legge di bilancio, stringere un «nuovo patto di governo e di legislatura». Questa volta la tecnica del rinvio, del muro di gomma, non può funzionare.
giuseppe conte sergio mattarella
Tanto più che l' avvocato cova il timore che il Pd sia solleticato dall' idea di andare a elezioni in primavera, prima del semestre bianco (per l' elezione del nuovo Capo dello Stato) che scatterà il 4 agosto.
Lo schema che ha in testa il premier - che non è disposto a rinunciare alla cabina di regia per il Recovery plan, ma è pronto a discutere della riallocazione dei 209 miliardi tra i vari progetti e capitoli di spesa - è quello di una crisi pilotata per dar vita a un Conte-ter. Con dentro due vicepremier. «Ma dovranno chiedermelo». La cosa infatti all' avvocato non piace, ma è rassegnato a subirla. Il primo dovrebbe essere Di Maio, il secondo Zingaretti. Però il segretario dem resiste (non vuole lasciare la Regione Lazio), perciò avanza l' ipotesi di Dario Franceschini o di Lorenzo Guerini. E un ministro in più (Ettore Rosato, difficilmente Renzi) per Italia Viva e forse per il Pd.
conte mattarella
IL GRANDE RISCHIO L' apertura della crisi, anche se pilotata, però rischia di essere un salto nel buio. E non solo per Conte. «A quell' appuntamento», spiega un ministro dem di rango, «il punto di caduta dovrà essere già definito nero su bianco. E tutti, Renzi in primis, dovranno dire prima davanti al Paese che Conte resterà premier e dovranno indicare il nuovo assetto di governo che deriverà dal rimpasto.
GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY
Altrimenti si aprirebbe il suk: voglio un ministro in più, voglio un altro presidente del Consiglio. In quel caso ci sarebbe un solo epilogo possibile: le elezioni anticipate, Covid o non Covid. Perciò impegni chiari, di cui ciascuno risponderà, oppure salta tutto e si va a votare. Un premier del Pd, un governo tecnico con Draghi o un Conte-ter con Forza Italia? Non esiste nessuna di queste ipotesi, in quel caso a gennaio saremmo già in campagna elettorale».
Quella del voto anticipato non è solo una minaccia. Zingaretti (sarebbe lui a scrivere le liste elettorali) e i colonnelli dem la stanno valutando in queste ore nel caso «Renzi andasse fino in fondo». «Nello scontro con la destra, come hanno dimostrato le elezioni regionali, i voti vanno al nostro partito», dice un altro ministro del Pd, «e si farebbe l' accordo nei collegi maggioritari con i 5Stelle e Italia viva, se ci sta.
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E visto che è probabile che non vinca nessuno, nel dopo voto si metterebbe su un esecutivo tecnico o istituzionale che realizzerà il Recovery plan. Ma sarebbe un peccato...».
Renzi, che preferirebbe un governo guidato da Mario Draghi e dice di non voler fare il ministro, non chiude la porta al Conte-ter. Preferirebbe però replicare la maggioranza rosso-gialla con un altro premier: Zingaretti o Di Maio. Ma teme che Conte stia lavorando segretamente per sostituire Italia viva con Forza Italia o con un drappello di transfughi forzisti: «Gli bastano 15 voti in Senato», ha confidato ai suoi. «Le elezioni? Non ci crede nessuno».
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MURALES A MILANO – MATTEO RENZI E MATTEO SALVINI ACCOLTELLANO GIUSEPPE CONTE GIULIO CESARE sergio mattarella riceve il governo zingaretti di maio conte mattarella
GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI sergio mattarella giuseppe conte 9 mattarella conte