BARACK OBAMA ALLA COP26 DI GLASGOW
1 - COME MAI BARACK OBAMA È RICICCIATO AL FIANCO DI BIDEN, ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL CLIMA COP26 A GLASGOW? “SLEEPY JOE” LO VUOLE AL POSTO DI JOHN KERRY, COME INVIATO SPECIALE DEL PRESIDENTE PER LA TRATTATIVA SUL CLIMA – NON SOLO: TRAMONTATA LA STELLA KAMALA HARRIS, PER IL 78ENNE BIDEN OBAMA È UNA RISORSA CHE PUÒ RIVITALIZZARE L’ELETTORATO IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM - DAGOSPIA DEL 2 NOVEMBRE
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2 - E BARACK RIMASE L'ULTIMO LEADER
Alberto Simoni per "La Stampa"
Quando nel settembre 2007, da giovane senatore dell'Illinois, Barack Obama aveva calcato il prato dell'Harkin Steak Fry in Iowa, una gustosissima festa a base di costate e patatine offerta dal senatore dello Stato, Tom Harkin, a tutti i candidati alla nomination democratica, una moltitudine di giovani lo circondava e gli camminava accanto, come se quel lungagnone smilzo dal sorriso contagioso fosse un moderno messia.
Era il suo popolo di ventenni, erano i suoi fedelissimi, smartphone in mano, t-shirt bianche con il logo della sua campagna che stava per decollare e che avrebbe cambiato la storia d'America a colpi di donazioni on line da 2 dollari.
obama biden
Catalizzatore di speranze, lo slogan gentile e sfacciato allo stesso tempo del "Yes we can", l'America può farcela, risorgere. E sperare, che è il fondamento dell'azione. Barack Obama è sempre stato leader: nei gesti, nelle movenze, nelle parole. Ieri a Glasgow nello Scottish Event Center, i delegati della Cop26 hanno visto un leader - probabilmente il primo a calcare il palco della Conferenza che si è aperta 9 giorni orsono - tenere un discorso di rara intensità.
Che è una sveglia per i Grandi impelagati con i tecnici ed esperti a tratteggiare il documento finale della Cop26 e a mescolare ambizioni - al ribasso - e necessità. Ed è uno sprono per i milioni di giovani che lottano e battagliano per salvare il Pianeta.
BARACK OBAMA ALLA COP26 DI GLASGOW
La forza di Obama è quella di alternare sogni a realtà, speranza a concretezza. Di schiaffare in faccia al mondo che "non siamo neanche lontanamente dove dovremmo essere", ma anche di tradurre l'originale "Yes we can" in un "mettiamoci tutti al lavoro".
Era così anche da presidente, Mr Obama, risultando talvolta ambiguo, ma è in questo approccio spurio, né troppo idealista né ottusamente inchiodato alla realtà, che si manifesta tutta la sua leadership. Che oggi, privato e illustrissimo cittadino, esercita con la potenza del linguaggio e la consapevolezza che lui, decisore in capo, lo è stato. Xi Jinping fugge ai suoi obblighi nei confronti del Pianeta incatenandosi alla scusa del Covid mentre in realtà celebra il Plenum comunista per garantirsi altri anni al potere.
CAMBIAMENTO CLIMATICO
Vladimir Putin resta a casa temendo di finire fuori dalle foto di famiglia dei leader perché troppo scomodo. E Obama li critica per questo. Come affonda i denti contro il negazionista Trump, i cui gesti hanno alimentato non poco lo scetticismo anti-scientifico. Biden da Washington esulta per il sì della Camera al suo piano infrastrutturale a tinte verdi, ma è costretto a chiedere al suo ex boss di volare nella fredda Scozia a mostrare il volto rassicurante della grandezza dell'America. Per salvare il Pianeta servono leader. Almeno uno è comparso a Glasgow.
Greta Thunberg Vanessa Nakate - Cop26
3 - CLIMA, IL RITORNO DI OBAMA «IL DISASTRO È INCOMBENTE» MA GLI ATTIVISTI: HAI TRADITO
Flavio Pompetti per "il Messaggero"
«Fatevi avanti ora, subito!» «Non siamo nemmeno vicini a dove dovremmo essere a questo punto, e molti stati hanno fallito nel mostrare l'ambizione di cui dovrebbero essere capaci». Barack Obama è tornato ieri in primo piano sulla scena internazionale, con un intervento accorato alla platea della Cop26 di Glasgow sul tema della cooperazione internazionale, ancora insufficiente di fronte alla minaccia che incombe sul mondo. I capelli sono quasi interamente bianchi, il colletto della camicia è slacciato e senza cravatta. «Sono tornato ad essere un cittadino privato concede non viaggio più in forma ufficiale, e la musica non mi accompagna verso il palco».
barack obama joe biden a flint michigan ottobre 2020
La sua presenza alla conferenza è comunque di rilievo, e tra i banchi delle delegazioni internazionali circola persino la voce che Biden possa volerlo sostituire a John Kerry nella task force governativa per il controllo del clima. È stato lui a portare al tavolo della trattativa a Parigi sette anni fa la Cina, oggi grande assente al convegno. Ed è lui a stigmatizzare dal podio il rifiuto di Xi Jimping e di Putin di presentarsi in Scozia.
Barack obama alla cop26 di glasgow 8
«Devo confessare che mi sento scoraggiato al pensiero che due tra i maggiori paesi che emettono gas serra, Cina e Russia, non sono qui a discuterne, e che i rispettivi governi sembrano mostrare una pericolosa mancanza di allarme riguardo al clima». La responsabilità deve essere condivisa da tutti, ricorda Obama: «Europa e Stati Uniti devono esercitare la loro leadership, ma abbiamo anche bisogno di una leadership russa. L'impegno di Indonesia, Sud Africa e Brasile è irrinunciabile».
Martina Comparelli Vanessa Nakate Greta Thunberg Mario Draghi
I GIOVANI
L'ex presidente fa ammenda per la parentesi di impegno che c'è stata anche da parte degli Stati Uniti durante i quattro anni dell'amministrazione Trump. Esorta i giovani a scavalcare gli anziani nell'azione se questi ultimi non rispondono con tempismo e determinazione alle loro richieste: «Capisco la vostra frustrazione.
Siete stati bombardati fin da piccoli dagli allarmi per il cataclisma che si stava per abbattere, e avete visto i grandi evitare di occuparsene».
joe biden barack obama durante la campagna elettorale nel 2008
Ma intanto dalla platea sono assenti i principali rappresentanti dei giovani: Greta e Vanessa, le quali hanno decretato che la conferenza è un atto di tradimento della causa ambientalista, e poi hanno abbandonato Glasgow per tornare nei rispettivi paesi. Obama si è detto fiducioso che l'amministrazione Biden riuscirà a far passare in congresso la legge che finanzia con 555 miliardi di dollari la lotta contro le emissioni di gas serra.
La sua promessa è però condizionata da un dibattito parlamentare che resta arroventato a Washington, e dall'opposizione ferma di gran parte dei rappresentanti repubblicani che cercheranno di ostacolare l'approvazione. E in tema di promesse c'è chi, come il gruppo di attivisti Avaaz, ricorda quella fatta nel 2009 al summit sul clima di Copenaghen.
greta thunberg vanessa nakate
In quella occasione i leader delle nazioni più ricche, tra i quali gli Usa, si accordarono per concedere ai paesi in via di sviluppo entro il 2020 una linea di finanziamento stabile di 100 miliardi l'anno per mettersi al passo e limitare le proprie emissioni. Vanessa Nakate ha scritto in un tweet: «Signor Barack Obama, quando avevo 13 anni, nel 2009, ha promesso 100 miliardi per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Gli Stati Uniti non hanno mantenuto quella promessa e questo costerà delle vite in Africa».
Quei contributi restano ancora oggi in gran parte non versati, e l'assemblea di Glasgow ha dovuto rinviare la promessa al 2023. Il summit di Glasgow si avvia alla conclusione, e ancora una volta le polemiche sono alla porta. Nel documento conclusivo si parla soprattutto di cooperazione internazionale, ma mancherebbe al momento ogni riferimento letterale ai combustibili fossili.