Andrea Greco per “la Repubblica”
alberto nagel vincent bollore
Ballon d' essai agostano o avviso politico? Nella Borsa sottile d' estate il "caso Bolloré" tiene banco e scuote i titoli interessati dalle voci di manovre del finanziere verso Generali, aumentando il suo 7,9% di Mediobanca (socia al 13% del Leone).
Ieri sono salite le azioni di Trieste (+3%), ma anche di Piazzetta Cuccia (+2%, anche sull' onda di positivi dati contabili diffusi venerdì) e di Mediaset (+1,82%). Gli scambi sono flebili come spesso in agosto, ma nei palazzi della politica e della finanza - o dalla villeggiatura per certi protagonisti - la vicenda fa mormorare e si attendono gli sviluppi.
philippe donnet
Vincent Bolloré non ha parlato, ma ha letto con cura le indiscrezioni di Repubblica da cui emerge il disappunto di Palazzo Chigi per come monsieur Vivendi si era preso il controllo di Telecom Italia, per poi rimangiarsi il contratto con Mediaset per rilevare la controllata in perdita Premium.
A Parigi si dice che il patron del gruppo di tlc francese segua la vicenda dalle vacanze, e prepari - tramite Vivendi - le prossime mosse sul dossier Premium, il più urgente dopo la rottura degli accordi del 26 luglio perché i francesi vedevano «differenze significative nell' analisi dei risultati» della controllata del Biscione rispetto all' intesa di aprile. Con Mediaset sono volate parole grosse e minacce legali: si vedrà dopo Ferragosto se si profilano carte bollate o una compensazione.
vincent bollore dal financial times
«Forse è solo questa la vera partita - si pensa tra le fila dei soci italiani di Trieste - e il governo vuol dare l' altolà a Bolloré su Generali per fargli capire che non può venire a stracciare i contratti con un' importante azienda nazionale».
Se invece ci fosse di più dietro la rottura su Premium, e ciò preluda a tentativi ostili di annettersi il maggiore forziere finanziario nazionale, ci sono aspetti tecnici che ne fanno in partenza un sesto grado finanziario.
Intanto Bolloré avrebbe bisogno dell' ok del patto di sindacato di Mediobanca per superare la soglia dell' 8%, cui è vicinissimo: sia comprasse sul mercato sia da altri soci (un venditore potrebbe essere Unicredit, che ha l' 8,6%: ma è difficile che a questi prezzi lo faccia, perché segnerebbe una minusvalenza che ridurrebbe il patrimonio, mentre invece il mandato di Jean Pierre Mustier è di accrescerlo).
VINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMAR
Inoltre, per superare il 10% in Mediobanca a Bolloré servirebbe una triplice autorizzazione istituzionale. Non solo quella, tecnica, della Banca d' Italia: le modifiche all' art.19 introdotte tra il 2010 e il novembre scorso, quando a comprare sono «soggetti appartenenti a Stati terzi che non assicurano la reciprocità », fanno entrare in gioco il ministero dell' Economia, «su proposta del quale il Presidente del consiglio dei ministri può negare l' autorizzazione».
PADOAN RENZI
Si torna a Matteo Renzi e al Tesoro, poco entusiasti delle ultime mosse degli investitori francesi qui. E per niente convinti che le poche acquisizioni italiane Oltralpe (tra cui Lavazza- Cafè Noir, Snam sulla rete gas Total, Atlantia negli scali della Costa Azzurra) siano paragonabili alla presa di Edison, Bnl, Cariparma, Parmalat e molte altre.
DAGOREPORT del 27 luglio 2016
berlusconi in tunisia con tarak ben ammar
Spifferi, rumors, veleni. Vincent Bollorè, il 64enne patron di Vivendi, vivrebbe uno stato d'animo a metà tra l'incazzato ed il deluso. Soprattutto con quelli che, a torto o ragione, considerava i suoi "interlocutori privilegiati". Vale a dire, Fedele Confalonieri ed Alberto Nagel.
Il primo gli avrebbe dovuto finalmente garantire un'interlocuzione con Palazzo Chigi; da qui, gli appelli di Fidel al una coalizione alla tedesca, un Patto del Nazareno corretto e rivisitato. Il secondo gli avrebbe dovuto portare in dote la fusione Axa-Generali e il Corriere della Sera; invece, Mediobanca ha perso le due partite.
MAGGIO SARKOZY E FAMIGLIA DOPO LA VITTORIA TRASCORRONO TRE GIORNI DI VACANZA SULLO YACHT DELLAMICO BOLLORE
L'obbiettivo del bretone era sempre lo stesso: avere Palazzo Chigi dalla sua parte, per realizzare il personale "grande slam": fondere Telecom con Mediaset e Generali con la francese Axa. Il francese, grande compagno di merende di Sarkozy, ha capito che non può muoversi come vorrebbe in Italia se non ha la Politica dalla sua parte.
LEONE DI TRIESTE ASSICURAZIONI GENERALI jpeg
I suoi contatti con lo spaccone Renzi sono stati disastrosi. Bollorè, armato del suo sorriso da squalo preferito, era andato a presentargli l'operazione Telecom e Matteo, quasi indifferente alle soluzioni finanziarie, era interessato solo alle poltrone: a piazzare Andrea Guerra (poi finito a mangiare carciofi a Eataly). Vincent s'era incazzato e per risposta gli ha preferito un anti-renziano come Flavio Cattaneo (il cazzone toscano gli aveva preferito Starace all’Enel).
TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA
Ma, visto le operazioni che aveva in mente di compiere, il rapporto con Renzi doveva assolutamente ristabilirlo. Così, ha mosso le sue pedine. Vivendi sapeva da tempo e benissimo che Mediaset Premium era zavorrata di debiti. Ma ha deciso di partecipare l'operazione per aprirsi una linea di credito con Confalonieri, la cui missione è quella di "salvare" l'impero messo in piedi da Berlusconi.
Fidel, detto anche a Milano "il liquidatore", ha iniziato a lanciare idee sul restauro del Patto del Nazareno. Visto che erano stati bruciati i ponti con Renzi, bisognava cambiare governo. E far rientrare in ballo Berlusconi con un nuovo esecutivo, sostenuto da una larga coalizione "alla tedesca".
fedele confalonieri
Andava tutto per il meglio quando è entrato in ballo Stefano Parisi con l'idea del Cav di farlo diventare l'anti-Renzi. E con i Comitato per il no. Bollorè si è sentito tradito da Confalonieri ed ha fatto saltare l'operazione Premium.
A dir la verità, lo stesso Parisi deve aver annusato qualcosa. Tant'è che nella famosa intervista alla "Stampa" disse che Renzi non si dovrà dimettere in caso di sconfitta sul referendum costituzionale. E dalle parti di Forza Italia si comincia a parare di governo "di scopo". Che altri non è un governo di larghe intese. Non troppo distante, cioè, dalle garanzie assicurate da Confalonieri a Bollorè.
philippe donnet
Così, l'operazione che doveva portare a termine Confalonieri, la potrebbe fare Parisi. Ma con i tempi della Politica, che non sono quelli della finanza. Berlusconi, infatti, al mancato sindaco di Milano (a proposito, Fidel ha sempre fatto il tifo per Sala) ha affidato una "missione impossibile": ricostruirgli una verginità politica.
Il Cav vuole essere ricordato da Wikipedia non per il leader del Bunga Bunga, ma per aver fondato il centro-destra italiano. Ed averlo riportato al governo. Prima, però, deve far perdere il referendum a Renzi, portarlo a più miti consigli; e solo allora, potrà restaurare il Nazareno. Cioè, aprire le porte ad un governo di larghe intese.
BERLUSCONI E STEFANO PARISI
Il disegno concordato fra Bollorè e Confalonieri. Ma con i tempi della Politica e non della finanza. Gli azionisti di Vivendi, però, sono con il fiato sul collo di Vincent. Così, lo squalo bretone ha preferito far saltare il tavolo di Premium, accarezzare la vendetta nei confronti di Nagel (Alberto gli aveva messo nero su bianco che avrebbe conquistato il Corriere per fare pressioni su Renzi) e far sapere a tutti che è incazzato, lasciando immaginare chissà quali vendette.
Forse la "campagna d'Italia" è davvero appena iniziata... E Tarak Ben Ammar, il grande mediatore, si frega le mani. Sa che è arrivato il suo momento...