BEPPE GRILLO E VIRGINIA RAGGI
1 - ESPLODE LA PROTESTA DELLA BASE M5S E SUL BLOG DI GRILLO TORNA LA CENSURA
Gabriele Martini per “la Stampa”
GRILLO RAGGI CASALEGGIO
Proteste, richieste di dimissioni e commenti censurati. Il blog di Beppe Grillo è la cartina di tornasole dell' imbarazzo che regna sovrano all' interno del Movimento Cinque Stelle sul caos romano. Lunedì sera - mentre davanti alla Commissione Ecomafie e sulle agenzie di stampa andava in scena lo scaricabarile tra Virginia Raggi e il direttorio su chi fosse o meno informato dell' indagine della Procura sull' assessora Paola Muraro - il sito del leader M5S proponeva un video in cui la sindaca esordiva con un «ciao, stiamo lavorando per Roma», spiegava ai cittadini di aver incontrato «resistenze», ma di non essere spaventata.
Nella giornata di ieri il filmato, quantomeno infelice per tempistica, era scivolato più in basso, soppiantato dal post «L' euro è il problema dell' Europa». Ma la base, nelle ultime ore, non pare interessata a monete uniche e tassi di cambio.
virginia raggi beppe grillo a porta a porta
UTENTI BANNATI
Sui siti della galassia grillina e sui social i militanti sono in rivolta. Accusano la sindaca di aver nascosto all' opinione pubblica l' inchiesta su Muraro, invocano «onestà e trasparenza», lamentano il tradimento dei princìpi del Movimento e il «silenzio assordante» dei vertici. Il video autoassolutorio di Raggi raccoglie centinaia di commenti. «Virginia deve dimettersi prima che la situazione travolga tutto il M5S», scrive Michele De Donato. «La sindaca di Roma sta disperdendo un immenso patrimonio di consensi in modo del tutto stupido», sostiene Mauro Ciccarelli.
RAFFAELE MARRA
Di fronte alla valanga di proteste, gli amministratori del blog rispolverano la censura. Il sito "nocensura.eusoft.net" raccoglie i commenti rimossi dal blog di Grillo: gli interventi cancellati dai moderatori della Casaleggio sono decine. Come quello di Mario C., che si dice «esterrefatto da come siete cambiati in peggio in un paio di mesi».
RAFFAELE DE DOMINICIS
«Parlo dello scandalo Raggi - spiega -, sperpero di soldi con compensi doppi rispetto alle amministrazioni precedenti, collaboratori raccolti tra gente che ha creato il danno, la Muraro indagata da mesi e Virginia che tace facendo finta di niente. E anche beppegrillo.it tace quando queste schifezze sono sulle prime pagine di tutti i giornali». Marco Gradozzi si rivolge direttamente alla sindaca: «Ti ho votato molto volentieri, però credo che tu sia venuta meno ai principi fondamentali, trasparenza e onestà. Perciò penso che ti dovresti dimettere».
LUIGI DI MAIO - ALESSANDRO DI BATTISTA
«Siete come i vecchi con vestiti nuovi e niente più, che schifo», sbotta Enrico Fratus. «Come si fa a lasciare un governo così importante in mano a delle persone che non si fanno scrupolo di mentire? Beppe devi intervenire», chiede Antonella Guglielmino.
SFOGATOIO COLLETTIVO
La base è in fibrillazione. Brama risposte, ma dal direttorio tutto tace. Di Maio cancella l'intervista su Raitre e Di Battista interrompe il tour. Tanti iscritti invitano Grillo a prendere in mano la situazione. Il blog diventa sfogatoio collettivo. «Qui scricchiola tutto. Muraro sapeva. Raggi sapeva. Raggi ha informato i vertici. Tutti hanno negato», accusa Stefano Mennei. Marcello Bini fiuta il complotto: «Raggi è un' infiltrata, creata a tavolino da certi poteri».
MURARO
«Siete tutti uguali», chiosa un altro utente. Mentre Giovani Baroso avvisa: «Fallire a Roma significa fallire con il governo del Paese». Bisogna scorrere decine di commenti prima di scovarne uno a difesa della Raggi. È quello firmato da Carlo S.: «Virginia tieni duro, continua la lotta contro la casta».
«Non mollare», concorda Giuseppe Di Vico. Roberto Rossi è già pronto al perdono: invita la sindaca a chiedere scusa e ad andare «avanti a testa bassa». Mentre sui social rimbalza il video in cui Raggi chiedeva trasparenza a Pizzarotti accusandolo di aver «nascosto il suo avviso di garanzia», Beppe Grillo prende tempo. Rilancia su Twitter e Facebook la lettera anti-euro dei pentastellati eletti a Bruxelles, ma in risposta ottiene una caterva di domande sulla baraonda in Campidoglio.
virginia raggi paola muraro
Rispunta pure Daniele Martinelli, licenziato tre anni fa dallo staff comunicazione M5S: «Un grillino non racconta frottole, e soprattutto non gioca sulle parole tra "avviso di garanzia" e "indagine". Il Movimento che ho conosciuto io, una cosa così, non l' avrebbe tollerata». Nel giorno più lungo del Movimento, tornano a galla vecchi rancori. L' ex ideologo Paolo Becchi ne approfitta per pubblicizzare il suo libro su Casaleggio.
«Non vi voto più» A settanta giorni dal trionfo nelle urne, la disillusione dell' elettorato grillino deborda in rete. Quello di Igor Fabbri è un addio: «Dopo la schizofrenica gestione della città di Roma, non voterò mai più il Movimento». I moderatori fanno sparire gli interventi più duri dal blog, ma non basta. «Ho criticato civilmente la Raggi e sono stato censurato, non ci posso credere! Che sta succedendo?», chiede Mario. Nessuno risponde.
RENZI E GRILLO BARBIERE
2 - «NON SPERAVO NEL FLOP COSÌ PRESTO, MAI SENTITE TANTE BUGIE»
Elisa Calessi per “Libero Quotidiano”
Quello che ha più sorpreso Matteo Renzi, nel pasticcio grillino che ha per scena il Campidoglio, sono i tempi. «Inimmaginabili», come ha confidato a un amico. Aveva messo in conto che Virginia Raggi, prima cittadina della Capitale, avrebbe avuto difficoltà. Che il rapporto tra lei e il Movimento 5 Stelle non sarebbe stato sempre sereno. Ma non così presto. Non a due mesi dalle elezioni.
In questo senso quello che sta accadendo nel M5S è stato, anche per il premier, «totalmente inaspettato». Tra i suoi si ricorda che Ignazio Marino dopo sessanta giorni era ancora portato in trionfo «solo perché andava in bicicletta».
GRILLO SCONFITTO DALLA PESTE ROSSA RENZI
L' altro elemento che ha sorpreso Renzi, a sentire chi gli ha parlato in queste ore, è l'incapacità dei grillini di difendersi. Un elemento, del resto, già emerso in passato, quando altre amministrazioni si erano trovate nei guai. «Hanno un solo un modulo, l'attacco», si dice tra i suoi.
Il punto, in ogni caso, è che i contorsionismi grillini sono «manna dal cielo» per il Pd e per il governo, come diceva in Transatlantico un deputato dem. «Festeggiamo a champagne e pasticcini», scherzava un altro. Non solo perché è una rivincita dopo la disfatta del Pd nella Capitale, ma anche perché l' episodio sta minando la credibilità del M5S in quanto forza in grado di governare. E questo, in vista delle elezioni politiche, è un assist formidabile per Renzi, che negli ultimi mesi ha sofferto il consenso in crescita di Luigi Di Maio. A essere intaccata, infatti, non è solo l'immagine della Raggi, ma quella di tutto il direttorio, fino all'(ex?) astro nascente.
GRILLO E VESPA c d dfe f e b
Non si può quantificare quanto ci guadagna il Pd o il governo. I primi segnali, si dice, si vedranno nei sondaggi di giovedì e venerdì. Ma a Palazzo Chigi si dà per scontato che le ricadute ci saranno. Il che, si dice, influirà anche sulla partita del referendum costituzionale. Naturalmente davanti alle telecamere di Porta a Porta, Renzi ha usato un registro più controllato.
RENZI E GRILLO a bbed a aee b ae aad
«Io non sono di quelli che festeggiano, personalmente sono dispiaciuto». Ma, fatta questa premessa, non ha risparmiato bordate: «Vedo in questa vicenda tante bugie, non ne ho mai visto tante tutte insieme». Detto questo, «non dico "evviva" perché vedo gli altri fallire. Virginia Raggi rappresenta Roma. Se lei fa bella figura, fa bella figura Roma. Noi siamo perché Roma risolva i suoi problemi».
Ha, però, attaccato le «due morali» dei grillini, per cui «se indagano uno del Pd deve andare in galera, se indagano uno dei Cinque Stelle è colpa dei poteri forti». Ha detto di augurarsi che «l'atteggiamento di doppia morale dei M5S dopo questa vicenda finisca».
bonifazi e boschi -248.
Per il resto, ha mandato avanti i suoi che fin dalla mattina e per tutto il giorno si sono scatenati tra ironie e sarcasmo. Da Andrea Romano («Il castello di bugie del duo Muraro-Raggi, sempre spalleggiato nella loro strategia da Di Maio, Grillo e dai vari direttori è venuto giù») a Emanuele Fiano («Cronaca stellata: la Raggi non diceva, la Ruocco non sapeva, Di Maio non parlava, il Dibba non girava. Dallo streaming al fuggifuggi»), dal tesoriere Francesco Bonifazi («Hanno ragione: loro non sono come gli altri. Sono peggio, molto peggio) ad Andrea Marcucci («Sono passati dallo streaming all' insabbiamento»), fino al solitamente riservato Luca Lotti: «Alla fine gli unici che fanno lo streaming», scriveva il sottosegretario alla presidenza del Consiglio su Twitter, «siamo noi del Pd».