Luigi Offeddu per il Corriere della Sera
sarah pursglove
«L' amore vuole tutto e ha ragione», avrebbe detto un giorno Ludwig van Beethoven. Sarah, invece, si accontenterebbe della metà, la metà di quanto l' amore fra lei e Robert avrebbe messo insieme in 16 anni di matrimonio e lavoro comune: 400 milioni di euro.
Lei ha tenuto i conti: c' è l' appartamento da 28 milioni al cinquantacinquesimo piano del condominio più costoso del Canada, il Four Seasons di Toronto; e l' aereo personale; e tre yacht con 12 marinai fra cui il panfilo «Déjà vu» («Già visto», ma da chi?), 50 metri di lunghezza, pagato 31 milioni di euro; poi ancora conti correnti, ville alle Bahamas, una dozzina di auto di lusso; e perfino due gatti delle nevi e due «Segway», quei bicicli elettrici tanto popolari nelle città. Tutto guadagnato con 40 compagnie che vendevano su Internet rimedi contro i virus digitali e carte di credito per debitori insolventi.
robert oesterlund con azadeh banai
Oggi, Robert Oesterlund giura di non aver più quasi un centesimo. E il «bello» è che riesce forse a provarlo. L' ex consorte Sarah Porsglove, paffuta quarantasettenne figlia di impiegati, emigrata in America dal Galles, non dimentica: un tempo pagava lei l' affitto di casa ma poi «io e Robert abbiamo vissuto una vita privilegiata», ville in quattro Paesi, anche un anno di fila sugli yacht con i loro due figli.
La signora non dimentica e neppure perdona, però, vuole come minimo la metà di quei privilegi passati: perché lui, mago finlandese del Web pure emigrato negli Usa e pure di origini squattrinate, l' ha piantata per Azadeh, silfide asiatica molto più giovane e bella.
lo yacht deja vu
Schiere di avvocati si danno battaglia, questo è il divorzio più costoso della storia. Ma anche il più intricato: come si diceva, e secondo quanto appare da un' approfondita inchiesta del New York Times , Robert è infatti virtualmente «nullatenente», non risulta proprietario o intestatario di quasi nulla, al massimo ammette un paio di milioni messi da parte, il resto dei quattrini sembra dissolto tra fondi o «trust» blindati in minuscole banche caraibiche e polinesiane che respingono ogni indagine di altre magistrature e governi.
Mentre passivi e costi vari si concentrano su mini-compagnie che risultano avere un solo dipendente - lui, appunto - o sui conti di compassati prestanome dai cento passaporti. Mutui farlocchi, cicloni di fatture. Il finlandese sembra un vero virtuoso dell' offshore, l' arte di giocare a biliardo con i propri capitali, senza quasi mai finire nelle buche delle tasse o dei creditori privati.
Secondo gli avvocati della ex-moglie, Robert vive tuttora al cinquantacinquesimo piano del Four Seasons, con la sua Azadeh, che è poi l' architetta alla quale, un giorno, la famiglia chiese di cambiare un paio di bagni e di saloni: galeotta fu la ristrutturazione. E già allora, secondo le accuse, il fedifrago avrebbe cominciato a prosciugare i conti familiari in mezzo mondo, «sbiancandone» il nome della moglie.
robert oesterlund con azadeh banai
Secondo altre voci, invece, Robert salta ancora oggi da un Paese all' altro. Sul suo blog è indicata una residenza «Paradise Island, Nassau, Bahamas» che da sola è un proclama di vita. Pare che viva spesso anche su un panfilo di nome «Integrity», in sé un altro proclama di vita. Eppure, anche il fantasma non è tanto misterioso.
Per capire veramente il suo segreto, basta cercare sul Web il sito che rappresenta i suoi «trust», i fondi offshore delle banche in Polinesia dove Robert sarebbe un cliente abituale. Vi si legge: «Un trust delle isole Cook è adatto a quegli individui che vogliono preservare i loro investimenti in tempi di incertezza, contro sconosciute forze politiche, economiche o legali.
La Commissione di supervisione finanziaria attesta che nelle Cook vi sono circa 3.000 trust, e che tutti offrono una totale anonimità e sicurezza da creditori e pretese legali».