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IL PORCOSPINO UCRAINO – Estratto dal libro "Realpolitik" di Giampiero Massolo, con Francesco Bechis - ed. Solferino
giampiero massolo premio guido carli 2023
Se la Russia piange, l’Europa non sorride. Il 24 febbraio 2022, il guastafeste Putin non ha solo imposto una battuta d’arresto ai piani di Cina e Stati Uniti.
Anche l’Europa paghera lo scotto. Intanto, con l’abbandono per il futuro prevedibile di ogni assetto di sicurezza condiviso e collaborativo sul continente: si prospetta invece una lunga fase di contrapposizione, una «nube tossica» difficilmente dissolvibile anche quando in Ucraina le armi dovessero a un certo punto tacere.
Il conflitto condizionera a lungo gli scambi politici ed economici e le scelte europee. Nel frattempo ha gia presentato un conto salato all’asse euro-atlantico: costa caro, perche costringe l’Unione europea e dunque anche l’Italia a un salto di qualita nelle spese per la difesa finora impensabile.
Realpolitik Giampiero Massolo
Da un lato tornano stringenti gli impegni presi con la Nato, il vincolo del 2 per cento del Pil in spese militari. Ora che la Russia e tornata a rimettere in discussione la carta geografica europea, suona come una necessita oggettiva e non piu come un’imposizione velleitaria di amministrazioni americane in ritiro dallo scenario europeo. Dall’altro, s’impone l’obbligo di trovare risorse per rimpiazzare armi e munizioni di cui i magazzini europei si sono privati per inviarle al fronte e sostenere la resistenza ucraina. E questo sforzo e destinato a continuare.
Ma la guerra impone oneri pesanti anche perche ha costretto l’Europa a una brusca sterzata nelle politiche energetiche. Venuto meno il «trittico» merkeliano – sicurezza appaltata all’America, mercati alla Cina, energia alla Russia –, si e reso necessario aprire nuove strade. Nel breve periodo, questo e gia stato fatto con un importante colpo di reni della politica europea, che ha abbandonato le forniture russe e cercato altri partner energetici. Nel caso italiano: Algeria, Azerbaigian, Qatar.
putin biden
Piu a medio-lungo termine, altri nodi verranno al pettine. Su tutti, il costo di una onerosissima transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili, che rischia di far passare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo a quella dalle tecnologie green cinesi, senza la possibilita di ammortizzarne gli effetti attraverso catene di approvvigionamento globali e collaborazioni internazionali che la guerra complica inevitabilmente.
La regola d’ingaggio di fondo, alla quale l’Occidente continua ad attenersi fin dall’inizio, e semplice: niente confronto diretto tra la Nato e la Russia. Nessuno vuole rischiare la guerra globale contro una potenza nucleare. E Putin corrobora questa tesi con le sue periodiche minacce. Ma cosi il conflitto si prolunga nel tempo, diventa d’attrito. Il rischio piu insidioso sta nel possibile incrinarsi della compattezza europea.
PUTIN BIDEN
La stessa che invece, smentendo tanti profeti di sventura, si era fatta sentire di fronte alla crisi della pandemia con la decisione di rispondere a esigenze comuni con ricette comuni: il Next Generation Eu, i Pnrr nazionali, la sospensione delle regole stringenti del Patto di stabilita. Sul piano politico-militare, invece, i sintomi iniziano ad affiorare: molto dipendera anche dall’atteggiamento che, con il passare dei mesi e l’avvicendarsi delle amministrazioni, assumeranno gli Stati Uniti.
E chiaro che una presa di distanza americana dall’Ucraina lascerebbe gli europei – peraltro direttamente interessati alle sorti di una guerra che si combatte sul loro territorio – piu soli e divisi di fronte alla responsabilita di come comportarsi con la Russia di Putin: continuare a sostenere Kiev a loro spese o porre fine alla guerra in qualche modo.
Volodymyr Zelensky - intervista a Politico
Sulla «fatica» occidentale, Putin aveva scommesso: la guerra lunga e logorante costringe i governi a fare i conti con mezzi, prospettive, opinioni pubbliche. Cosi, dopo lunghi mesi dall’invasione, accertate le difficolta di una controffensiva ucraina per ri- conquistare i territori occupati senza i risultati attesi, l’onere di forniture militari da arsenali sempre piu vuoti, il paradigma occidentale verso il Paese aggredito finisce per cambiare. Siamo passati dall’«aiutiamo gli ucraini a vincere» all’«aiutiamoli a mettersi in sicurezza».
emmanuel macron volodymyr zelensky
C’e un non detto in questa nuova formula, di cui si e consapevoli nelle capitali europee. Significa accettare implicitamente che quel circa 20 per cento di territorio ucraino occupato dalle truppe russe non tornera indietro. Il punto e come conciliare questa constatazione con l’esigenza di non dare a Putin l’impressione di averla fatta franca, la confidenza in futuro di poter violare ancora i confini ucraini e quelli di altri Stati, la possibilita di vantare un successo. Si tratta di trovare il modo di costruire una deterrenza sufficiente perche questo non accada. E interesse degli europei. Dovrebbe esserlo anche delle amministrazioni americane, indipendentemente dal colore politico.
giampiero massolo foto di (3)
Ecco la nuova sfida che si apre. Come, resta da vedere. Sono diverse le strade per mettere in sicurezza gli ucraini. La prima, piu scoscesa – perche potrebbe ingenerare un conflitto diretto con la Russia, attraverso il meccanismo dell’articolo 5 del Trattato dell’Alleanza atlantica, che imporrebbe la difesa del territorio ucraino –, passa per l’adesione di Kiev alla Nato. La seconda si puo riassumere nella «teoria del porcospino»: armare l’Ucraina, un ago alla volta, perche diventi un boccone troppo indigesto per Mosca, qualora pensasse a nuove invasioni.
macron scholz
E possibile che si trovi un compromesso tra le due vie, un mix di rafforzamento e percorso verso la Nato. Del resto, l’avvicinamento di Kiev all’Occidente e alle sue istituzioni, inclusa l’Ue, e un itinerario tracciato, indipendentemente dai tempi che ci vorranno. Una soluzione al nodo della sicurezza, cosi come la prospettiva euro-atlantica per l’Ucraina, sono componenti insostituibili di qualsiasi ipotesi di accomodamento del conflitto che possa risultare accettabile a Kiev.
E qui torna il tema degli interessi. Quello nostro, di non darla vinta all’aggressore con buona pace di ogni ordine costituito, di mettere un limite e scoraggiare efficacemente comportamenti russi che compromettano la nostra sicurezza. Quello di Putin, di trasformare una sconfitta strategica in una vittoria in termini di instabilita del continente europeo, di conquista della parte piu redditizia dell’Ucraina, della messa in carico all’Occidente delle sue terre piu povere e distrutte. Questi sono oggi i termini della questione, senza che sia alle viste una composizione soddisfacente per tutti. Ci convivremo a lungo, nell’auspicio che non finiscano per minare la compattezza transatlantica ed europea.
XI JINPING E EMMANUEL MACRON ALL ELISEO OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN EMMANUEL MACRON
giampiero massolo foto di bacco
GIAMPIERO MASSOLO