1 - ECCO PERCHÉ L'INCROCIATORE SI È RIVELATO COSÌ VULNERABILE
Vincenzo Camporini per il “Corriere della Sera”
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Una delle realtà incontrovertibili della storia dei conflitti è la grande verità della «nebbia della guerra»: non solo la propaganda distorce sostanzialmente la verità, ma anche molto più banalmente ciò che avviene sul campo di battaglia è troppo spesso difficilmente intellegibile da parte di chi partecipa alle operazioni e a volte solo dopo tempo si riesce a capire chi ha vinto e chi ha perso.
generale vincenzo camporini 3
I comandanti sul terreno devono quasi sempre prendere decisioni sulla base di informazioni lacunose, distorte, su ipotesi ancora da verificare, su dove siano le forze nemiche, sulla loro consistenza e sulle loro reali intenzioni. Da sempre si è cercato aiuto nella tecnologia: un bel dipinto di Vernet ritrae Napoleone a cavallo a Wagram che scruta il campo di battaglia con un cannocchiale.
Ma i veri progressi ci sono stati nel XX secolo, con le straordinarie capacità offerte dal mezzo aereo: il 23 ottobre del 1911 il capitano Carlo Maria Piazza con un Bleriot XI effettuò il primo volo militare bellico di ricognizione durante la guerra tra Italia e Turchia per la Libia. Venne poi l'invenzione prima dell'aerofono e poi del radar, con sviluppi che continuano ai giorni nostri e che consentono capacità davvero stupefacenti.
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Un esempio tutto italiano è la costellazione COSMO-SkyMed, oggi costituita da 5 satelliti con sensori SAR (radar ad apertura sintetica), in orbita elio sincrona, che permette il sorvolo di uno stesso punto alla stessa ora: in pratica con 5 satelliti si può avere un immagine dello stesso punto, a prescindere dalle condizioni meteorologiche, circa ogni 5 ore. E questo con un solo sistema, ma in orbita esistono ormai centinaia di satelliti da osservazione, militari e civili, con la capacità di identificare oggetti di pochi centimetri.
militari sopravvissuti sulla nave moskva 3
A questi mezzi occorre aggiungere moltissimi altri sistemi: radar volanti come l'AWACS e l'italiano CAEW, in grado di monitorare con precisione sub metrica elementi avversari e di controllarne in tempo reale le comunicazioni su qualsiasi banda; e ancora velivoli a pilotaggio remoto come il Global Hawk, o il Predator, oppure il turco Bayraktar TB2, in dotazione alle forze ucraine.
In pratica nascondersi è diventato sempre più difficile, per non dire impossibile. Un oggetto lungo 186 metri e di 12.000 tonnellate di stazza come il Moskva non può sperare di passare inosservato in mare aperto e deve costantemente operare con tutti i sensori e con le proprie capacità di difesa allertati, al fine di eliminare ogni possibile minaccia.
ANTON KUPRIN - COMANDANTE DELL INCROCIATORE RUSSO MOSKVA
Se questo non avviene, per eccesso di confidenza o per carenza dei sistemi difensivi, si diventa vulnerabili e basta un drone come il TB2 che avvisti il possibile bersaglio e passi le coordinate a una batteria di missili antinave come i Neptune, per avviare una sequenza di eventi il cui risultato finale è quello che si è visto: l'affondamento della nave ammiraglia della flotta russa del Mar Nero e una svolta importante nel conflitto tra Russia e Ucraina.
2 - LE ULTIME ORE DEL MOSKVA «COLPITO DA MISSILE NATO»
Andrea Cuomo per “il Giornale”
LE AUTO PARCHEGGIATE A SEBASTOPOLI
Una grande nave avvolta da un fumo nero come il carbone. Sono gli ultimi istanti della Moskva, l'incrociatore orgoglio della marina militare russa che è stato colpito qualche giorno fa, il 14 aprile, dai missili ucraini. Uno degli smacchi simbolicamente più rilevanti dell'armata russa da quando, 55 giorni fa, ha attaccato l'Ucraina.
Il video, di pochi secondi, è stato postato su Twitter dal giornalista Alec Luhn, ex corrispondente dalla Russia del Telegraph e del Guardian, che l'ha subito ripreso imitato poi dai media di mezzo mondo. È stato girato a qualche decina di metri di distanza, probabilmente a bordo di un rimorchiatore, l'SB740 o l'SB742, accorsi in soccorso dell'incrociatore, e mostra quest' ultimo inclinato sul lato sinistro, con una colonna di fumo che si alza dalla sua parte centrale.
attacco all incrociatore russo moskva
Ieri è comparsa poi anche una foto, dalla quale si evincono maggiori dettagli. Che la nave ripresa sia davvero il Moskva non è certo, perché il filmato non è stato verificato in modo indipendente, ma ci sono buone ragioni per credere che si tratti proprio dell'incrociatore.
L'account OSINTtechical, che analizza le informazioni di intelligence aperte, non vede alternative plausibili: «Non possiamo verificarne l'autenticità, ma questo è un incrociatore di classe Slava e non penso che nessun'altra nave di quel genere sia stata distrutta in questo modo».
missili supersonici p 1000 russi
In particolare dalla fotografia si nota come i danni, più evidenti, quelli nel settore poco dietro i tubi di lancio dei missili anti-nave P-1000, siano compatibili con quelli provocati dall'impatto di un missile antinave come il Neptune. Missile che secondo Sergei Markov, commentatore politico russo ed ex stretto consigliere di Vladimir Putin, ieri intervistato dalla Bbc, era della Nato ed era stato spostato in Ucraina a gennaio.
l ultima foto dell incrociatore russo moskva
Le immagini sembrano essere un endorsement alla versione ucraina (e dei più importanti sistemi di intelligence occidentali) dell'affondamento del Moskva. I russi infatti, che hanno fornito finora pochissime informazioni sull'indicente, hanno cercato di sminuire l'accaduto parlando di un incendio seguito all'esplosione delle munizioni a bordo e sostengono che l'affondamento è avvenuto nel corso di una tempesta mentre l'imbarcazione veniva rimorchiata in porto. Ma da quello che si vede nelle immagini le condizioni meteo non erano poi così proibitive.
vladimir putin silvio berlusconi sul moskva
Resta il mistero sulla sorte toccata all'equipaggio, a partire da quante persone fossero esattamente a bordo. Il Moskva aveva capacità per 510 persone, ma nei video diramati dalla Russia domenica che documentano l'incontro del capo della marina russa in Crimea con i sopravvissuti, questi ultimi sembrano molti meno.
Il ministero della Difesa della Federazione russa ha affermato che l'equipaggio dell'incrociatore è stato completamente evacuato ma secondo i media ucraini sarebbero morti una quarantina di marinai, tra i quali il comandante Anton Kuprin. Ieri le autorità russe hanno ufficializzato la prima morte, quella di un marinaio di leva di 19 anni. A renderlo noto la madre, Yulia Tsyvova. «Non mi è stata fornita alcuna informazione su quando ci saranno i funerali», precisa la donna.
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Inoltre, secondo il sito indipendente Meduza ripreso dall'Ukrainska Pravda, i parenti di alcuni membri dell'equipaggio dell'incrociatore avrebbero scritto sul principale social media russo, VKontakte, per avere notizie dei loro familiari scomparsi. Drammatica in particolare la testimonianza di Dmytro Shkrebets, padre di Yegor, che a bordo del Moskva svolgeva le funzioni di cuoco. «Mio figlio, soldato di leva, come mi è stato detto dai comandanti diretti dell'incrociatore Moskva, non è tra i morti e i feriti ed è indicato come disperso: scomparso in mare aperto?
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Dopo i miei tentativi di chiarire i dettagli dell'incidente, il comandante dell'incrociatore e il suo vice hanno smesso di comunicare con me. Ho chiesto direttamente: perché voi ufficiali siete vivi e mio figlio, appena arruolato, è morto?». L'uomo ha incoraggiato gli utenti del social a diffondere il suo messaggio, «affinché questa terribile tragedia non venga coperta».
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