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victor massiah 1
C’è un punto non negoziabile che la DgComp, cioè la Direzione generale della Concorrenza della Commissione europea, pone al Tesoro italiano per concedergli una proroga di almeno un anno – ma Via XX Settembre ne chiederà due – per portare avanti la ristrutturazione del Montepaschi di Siena ora che è definitivamente naufragata la trattativa con Unicredit.
Si tratta del cambiamento dell’attuale management della banca senese. A Bruxelles, infatti, non sono solo contrariati dal fatto che l’Italia non sia riuscita a trovare un acquirente privato per Mps, ma anche e soprattutto dall’incapacità mostrata dalla banca nell’ultimo periodo di risollevarsi dal punto di vista del business.
GUIDO BASTIANINI
Fuga dei dirigenti migliori, clienti che spaventati passano ad altre banche, inadeguatezza a fare nuovo credito, conti sempre peggio: è questo che viene imputato alla gestione Bastianini. Per questo il Tesoro dovrà trovare un banchiere all’altezza del compito, se vorrà avere luce verde dalla DgComp. D’altra parte, Guido Bastianini era stato scelto come amministratore delegato dal governo Conte, su pressione del ministro pentastellato Riccardo Fraccaro, a sua volta convinto dal suo consigliere economico Antonio Rizzo che quello fosse l’uomo giusto, nonostante la disastrosa esperienza fatta a Genova in Carige.
daniele franco mario draghi conferenza stampa sulla manovra
Dunque per Mario Draghi, o meglio per il titolare del Mef Daniele Franco che dal presidente del Consiglio ha avuto piena delega sulla materia, sostituire Bastianini non sarà un problema. Più difficile è trovare il nome giusto.
Ma qui la fortuna soccorre Franco, perché uno dei banchieri top che aveva dovuto lasciare la tolda di comando di Ubi dopo l’opa di Banca Intesa, Victor Massiah, è stato appena prosciolto da ogni accusa nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che lo aveva coinvolto insieme con Giovanni Bazoli e altri.
MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Dunque potrebbe essere proprio lui, l’ex amministratore delegato di Ubi, a essere chiamato per Siena. Rimarrà poi da decidere se quello dell’ad sia l’unico cambio da fare, o se andrà cambiato anche il presidente o addirittura rinnovato l’intero cda. Franco dovrà decidere, sapendo che a Bruxelles più si cambia – in meglio, naturalmente – e più sarà possibile concedere la proroga, senza la quale Mps è destinato al fallimento.