Da “il Giornale”
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Pirelli ha giocato d'anticipo per contenere l'impatto della guerra in Russia e questo le permette di confermare per il 2022 uno scenario positivo.
L'utile nel primo trimestre (+160,2%) è balzato a 109,8 milioni di euro, con ricavi in decisa crescita (+22,2%) a 1.521,1 milioni nonostante i volumi in contrazione grazie al consolidamento nei prodotti ad alto valore, con un miglioramento del «price/mix» e a un piano di efficienze predisposto per tempo che ha più che compensato l'impatto dello scenario esterno (materie prime e inflazione).
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Ci sono «più caute attese sulla domanda in seguito ai nuovi lockdown in Cina, ma l'high value conferma la sua resilienza e Pirelli ha prontamente reagito attivando tutte le leve a disposizione e stiamo implementando ulteriori azioni» ha sottolineato il ceo Marco Tronchetti Provera.
E così alza le stime sui ricavi a fine anno, ora attesi «tra circa 5,9 e 6 miliardi di euro» mentre stringe quelle sui volumi, attesi in crescita tra circa +0,5% e +1,5% (circa +1,5% e +2,5% la precedente indicazione). Migliorano anche le previsioni del price/mix in crescita tra circa +10% e +11% anche se i margini soffriranno (l'Ebit Margin Adjusted è atteso al 15% circa).
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Grande attesa era dedicata alla situazione in Russia. Nel Paese che ha invaso l'Ucraina (che sul fatturato totale pesa comunque per il 3 per cento) il gruppo ha sospeso gli investimenti (che saranno dirottati su Messico e Romania) con eccezione di quelli destinati alla sicurezza.
E sta progressivamente limitando la propria attività. Ma non se ne andrà. «La nostra priorità - ha detto Tronchetti - sono i 2.300 dipendenti della Pirelli e le loro famiglie ed è questa la principale motivazione che ci porta a rimanere in Russia».
marco tronchetti provera
La strategia prevede però «il rallentamento delle attività e un azzeramento delle esportazioni verso l'Europa» nel rispetto delle sanzioni. In questo contesto, Pirelli continuerà a servire il mercato interno e a sostituire le esportazioni dalla Russia con le produzioni di altri Paesi.
«Abbiamo identificato forniture alternative sia per quanto riguarda gli export del Paese ha spiegato Tronchetti - sia per l'import di materie prime con suppliers locali.
La produzione locale sarà orientata al mercato interno e per garantire il supporto finanziario alle operations abbiamo siglato una linea di credito a una banca locale». In Europa arriveranno dunque le forniture dalla Turchia e dalla Romania.
«Nessuno sa cosa può succedere nei prossimi mesi. Dobbiamo rimanere nel mercato locale e non abbiamo problemi con i nostri asset che si autosupportano».