Raffaella Troili per “Il Messaggero”
elena catalina pinzaru
Quel fungo che vegliava su di loro e che doveva ripararli dal freddo, li ha uccisi. La mamma era accasciata a terra, forse non ha fatto in tempo ad aprire le finestre, chiedere aiuto. Il piccolo Francesco nel lettone, supino, non si è accorto di niente. Stordito dalla febbre e poi dalla mancanza di ossigeno consumato dalla stufa a gas gpl, che avrebbe prodotto monossido di carbonio mortale.
La tragedia a Velletri in un ampio locale alle spalle della parrocchia di San Martino gestito dall'associazione di volontari San Girolamo Emiliani dove Elena Catalina Pinzaru, romena, 36 anni e il figlio di 6 alloggiavano da un po' di mesi. I due avevano la febbre e il responsabile dell'associazione gli aveva consigliato di non uscire e chiamare il medico.
funghi riscaldanti
Ieri mattina non riuscendo a contattare la donna - il telefono squillava a vuoto - sono andati a bussare alla porta. Ma niente, chi è entrato si è trovato davanti quei due corpi esanimi. Nell'aria satura di ossigeno un odore acre.
Sul posto - sotto sequestro - è intervenuta la polizia con la scientifica. Indagini sono in corso, gli investigatori del commissariato di Velletri diretto da Luca De Bellis attendono i risultati delle autopsie, i corpi sono stati portati a Tor Vergata, per ora non escludono nessuna ipotesi compreso un gesto estremo, ma propendono per una tragica fatalità. Dalle prime analisi sarebbero morti 7 ore prima del ritrovamento, intorno alle 3/4 di notte.
RAGAZZA MADRE
Quel fungo da esterno, non più considerato a norma neanche nei locali, potrebbe essersi spento per mancanza d'aria o per malfunzionamento, continuando a erogare gas nel grande locale dalle tante finestre chiuse arroccato dietro la chiesa.
parrocchia san martino
Una fine drammatica per una donna già sfortunata, malmenata e abbandonata dal compagno quando era incinta, rimasta a Velletri dove aveva lavorato come badante, ospite dei datori di lavoro o di un'amica, fino a quando in estreme difficoltà economiche ha chiesto aiuto al Comune, alla parrocchia, alle forze dell'ordine, era aprile e non sapeva come andare avanti, con il lockdown aveva perso ogni forma di sostentamento.
Anche i piccoli lavoretti erano un ricordo. Tutti le consigliano di rivolgersi temporaneamente alla onlus a fianco alla parrocchia a corso della Repubblica. E così Elena finisce in quello stanzone con quel suo pupo biondo con gli occhi azzurri vivace e bello.
associazione volontari san girolamo emiliani
Teneva tutto in ordine e pulito e dava anche una mano ai volontari, si era fatta ben volere alla mensa. Ma voleva un posto tutto per sé, andava spesso a fare richiesta. «Abbiamo cercato di aiutarla ospitandola in quei locali di fortuna, ci aveva chiesto aiuto il Comune, anche le forze dell'ordine l'avevano mandata da noi. Ma doveva essere in via provvisoria e avevamo sollecitato più volte il Comune affinché le trovasse una situazione più consona», spiegava ieri Roberto Cavola presidente dell'Associazione che attraverso convenzioni con il Comune si occupa come può dell'emergenza alloggiativa.
«Abbiamo nove posti letto e una mensa sociale, lei ci aiutava un poco per passare il tempo, era generosa e affezionata. Sabato mi aveva chiamato perché il bambino aveva la febbre, il giorno dopo stava male anche lei, le avevo detto di sentire il medico e oggi volevamo sapere come stava...».
RICHIESTA D'AIUTO
Nel vastissimo salone su più lati, non è escluso che ci fossero più stufe. Anche il vice parroco Pasquale De Ruvo ricorda la richiesta di aiuto del Comune, ad aprile, mentre Francesca una volontaria assieme a un altro collega ricorda gli occhi strani e tristi, strani che aveva Elena negli ultimi giorni. «Voleva una casa, si era stufata di stare qui sempre sola, diceva: vado ai servizi sociali».
Ma adorava Francesco, «guai a chi glielo toccava», il piccolo frequentava la prima elementare alla scuola Novelli, non passava inosservato per la sua vivacità, si faceva amare da tutti. «Non ci doveva stare lì dentro», dice l'amica.
«Giovedì a mensa aveva dato da mangiare ai poveri ma era diversa dal solito». Giulia Ciafrei, assessore alle politiche sociali e vice sindaco, conosce la storia di Elena e si rammarica: «Era in dirittura di arrivo per prendere una casa». Forse con il Natale sarebbe arrivata finalmente una sistemazione per lei e Francesco, troppo tardi oramai.