M.PI. per "la Repubblica"
ORBAN GRAVINA
«Allora, come sta il mio amico Berlusconi?». Sorseggia un bicchiere di vino rosso Viktor Orbán, dallo sky box che domina, si fa per dire, l'arena di Cesena. Nella sua affollatissima agenda politica, il primo ministro ungherese ha trovato il tempo per seguire la squadra in Romagna: il modo migliore per cavalcare politicamente la vittoria a sorpresa sull'Inghilterra.
Nella sala con vetrata vista campo, quella battuta su Berlusconi ha fatto scendere qualche istante di imbarazzato gelo. Rotto quando accanto a Orbán è comparso un ex calciatore, Massimo Agostini detto il Condor: chissà se lo ha riconosciuto il premier, quando lo ha scelto come fotografo per farsi immortalare con un simpatizzante. La partita però Orbán l'ha vista dalla tribuna.
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La vistosa sciarpa con i colori della bandiera ungherese che ostentava al collo durante l'inno nazionale se l'è fatta passare appena sceso dal van nero che lo ha portato al "Manuzzi" dal ritiro della squadra, a Milano Marittima.
Accanto a lui, un imbarazzato Gabriele Gravina, presidente della Figc: non a caso, ad accogliere l'ospite non si era presentato né lui, né il sindaco Lattuca né il prefetto Corona. Ma solo Sandor Csany, presidente della federcalcio ungherese e uomo di fiducia di Orbán. Che dalla tribuna, prima del fischio d'inizio, applaudiva i giocatori, immediatamente ricambiato.
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