MORGAN AL CENACOLO ARTOM
Dario Salvatori per Dagospia
dario salvatori foto di bacco
Come storico della musica Morgan mi sembra poco attendibile. Lui, lo smemorato di Collegno su qualsiasi cosa, che si lancia in date, autori, aneddoti. Scappa da ridere. E’ ovvio che dopo il successo planetario di “Nel blu dipinto di blu” del 1958 (che gli americani battezzarono subito in “Volare”) la popolarità di Modugno era alle stelle. I Grammy Awards vennero istituiti nel 1958 e il cantante pugliese ne vinse due, proprio con la sua canzone più nota, “Miglior Singolo” e “Canzone dell’ Anno”. Elvis Presley, partito proprio quell’anno per il servizio militare, non vinse nulla. L’anno dopo Modugno vinse il Festival di Sanremo per la seconda volta con “Piove” (che gli americani chiamarono subito “Ciao ciao bambina”).
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L’anno dopo ci fu una diatriba famigliare fra Mimmo e sua moglie Franca Gandolfi. Lei avrebbe preferito che lui cantasse a Sanremo “Io”, un brano che aveva già nel cassetto, una canzone struggente, con un ritornello squassante. Lo pregò fino alla fine. Lui preferì portare in gara “Libero”, che si rivelò una scelta sbagliata. Intanto, in seconda esecuzione sarebbe toccato a Teddy Reno, molto lontano dall’emotività della canzone. Sbagliati anche i maestri: a Modugno toccò in sorte Cinico Angelini, al cantante triestino il maestro Marcello De Martino. Sarebbe stato meglio il contrario.
Nella serata finale l’esecuzione di “Libero”, a causa del sorteggio, toccò a Modugno nella prima parte della serata e Teddy Reno quella finale, più vicina al responso delle votazioni. Al momento della prima uscita Modugno non si trovava. Cantò Teddy Reno. Modugno si presentò dietro le quinte alle 23 e si giustificò dichiarando che aveva assunto una forte dose di sonnifero e di non essersi svegliato in tempo.
dario salvatori
Comunque “Libero” arrivò seconda, dietro a “Romantica”, cantata da Renato Rascel e Tony Dallara. Con “Io” avrebbe sicuramente vinto il suo terzo Festival di Sanremo consecutivo. “Io” rimane una delle migliori canzoni di Modugno. Intanto nel mondo l’avevano incisa nomi brillantissimi, in francese Josèphine Baker (“Moi”), in tedesco Kurt Stelly (“Frag mich bitte frag mich”), in italiano Fred Buscaglione, che la incise nel 1959.
Non è nemmeno vero che nel 1962 Elvis chiese a Modugno una canzone. Fu lo staff del cantante di Memphis a suggerire “Io”, che divenne “Ask me”, pubblicata solo nel 1964, che raggiunse la posizione n.12 in classifica in Usa. Morgan non è un buon ricordatore di ciò che sentire dire in giro. Un consiglio. Perché non la smette di bullizzare cantanti come Emma e Arisa? Perché non sono nate in Brianza? Perchè non conoscono Karlheinz Stockhausen?
Lo fece anche agli ufficiali giudiziari che stavano eseguendo lo sfratto a casa sua. Alla fine degli anni Settanta ero fidanzato con una ragazza tedesca, amica della moglie del Maestro, ogni anno ci venivano a trovare, lui lasciava la moglie e non si vedeva più. Frequentava Luigi Nono, Paul Ketoff, Silvano Bussotti, Gianni Sassi.
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Mi era già capitato di vederlo suonare dal vivo, oppure in studio, ma quell’anno fu costretto a rimanere da noi a Trastevere. Cinque giorni. Gli avevano rubato soldi, passaporto, biglietti, carnet di assegni e soprattutto due cassette contenenti registrazioni di quei giorni, “Warum I”, “Warum II”. Mai ritrovate. Gli aneddoti, caro Morgan, sono come le esperienze, ognuno ha le sue. I manualetti non contano nulla. E poi non tutti i pirati hanno l’anello al naso.
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