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    CON IL PIANO ANDIAMOCI PIANO – L’ITALIA ASPETTA ANCORA LA TERZA TRANCHE DEL PNRR, DA 19 MILIARDI, E GIÀ GIORGETTI METTE LE MANI AVANTI SULLA SCADENZA DEL 2026: “ANDARE OLTRE NON È PIÙ UN TABÙ, LE CONDIZIONI DI PARTENZA SONO TOTALMENTE STRAVOLTE” – L’AVVERTIMENTO DEL COMMISSARIO UE GENTILONI SUI TRE VINCOLI A CUI È LEGATA L’ITALIA: IL PRIMO È L’ANCORAGGIO ALLA NATO E ALL’UE, IL SECONDO IL DINAMISMO DELLE IMPRESE E IL TERZO “L’EQUILIBRIO ISTITUZIONALE. “DOBBIAMO SCOMMETTERE SU UNA POLITICA PIÙ FORTE”


     
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    GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

    Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

     

    La scadenza del 2026 per il Pnrr può essere scavallata. Il governo italiano, che attende 19 miliardi a maggio, si sta preparando a chiedere un ampliamento temporale del suo piano. Connesso ad un uso più elastico di tutti fondi europei. Lo ha confermato ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, secondo il quale andare oltre il 2026 non è più un «tabù» perché «le condizioni di partenza sono oggi totalmente stravolte», in particolare in relazione ai costi dei materiali.

     

    giorgia meloni con paolo gentiloni giorgia meloni con paolo gentiloni

    La partita sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è del resto molto delicata. Come dice il Commissario europeo Paolo Gentiloni è «una sfida fondamentale». E infatti il ministro dell’Economia ci tiene a precisare che allo stato il governo è «impegnato a rispettare tutti gli obiettivi che ci siamo dati».  […] Il Commissario italiano ha fatto notare come la curva del nostro debito abbia avuto due picchi: uno negli anni ‘80 e il secondo dopo il 2008, con il terzo governo Berlusconi.

     

    «Come fa - si chiede - un paese come l’Italia, con questa fragilità, questa instabilità, con questa crisi dei partiti politici, a reggere? Detto in altri termini ci sono alcuni fondamentali che tengono ancorato questo Paese. Sono vincoli interni e internazionali, sociali, istituzionali, e che per fortuna, nonostante la debolezza, ci tengono in carreggiata».

     

    paolo gentiloni ursula von der leyen paolo gentiloni ursula von der leyen

    Il primo di questi vincoli è dunque l’ancoraggio alla Nato e all’Ue. «Il secondo […] è il dinamismo delle nostre imprese, nella loro capacità di innovazione abbiamo un serbatoio straordinario. E capita che nel ‘22 l’Italia cresce più della Cina». Il terzo è «l’equilibrio istituzionale».

     

    Tutto questo, però, è il suo avvertimento all’esecutivo Meloni, non basta: «Se non vogliamo un piccolo cabotaggio, in un paese come l’Italia che invecchia, o che torni fanalino di coda nell’Ue, dobbiamo scommettere su una politica più forte».

     

    Nel frattempo Gentiloni parla di «auspicio fondato» in relazione alla possibilità che martedì prossimo l’Ecofin dia il primo via libera al nuovo Patto di Stabilità. Ma si tratterà di un prologo. Perché la strada per rivedere la governance europea è ancora lunga. E non si chiuderà, nel migliore dei casi, prima della prossima estate. […]

    giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni giancarlo giorgetti GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

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