Fabrizio D’Esposito per “il Fatto quotidiano” - Estratti
PAPA BENEDETTO XVI PAPA FRANCESCO
Il Conclave del 18 e 19 aprile del 2005 e Bergoglio che ammette di essere stato “usato” per fare blocco nelle prime votazioni contro i conservatori sostenitori di Ratzinger, allo scopo di far emergere un “terzo nome” italiano.
La rivelazione di Francesco, in un libro uscito in Spagna, aggiunge nuove incognite alle ricostruzioni fatte sinora del Conclave del post-Wojtyla, come annotato nel Chierico di una settimana fa.
Innanzitutto la versione bergogliana non fa alcun riferimento al cardinale guida dei progressisti, Carlo Maria Martini (morto nel 2012), al contrario di varie ricostruzioni apparse nel corso dei lustri.
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Lunedì scorso, dunque, ci siamo fermati al pranzo dei cardinali di martedì 19 aprile a Santa Marta, secondo giorno di scrutini nella Cappella Sistina. In mattinata, alla terza votazione, fu registrato il risultato al centro della rivelazione recente di Francesco: Ratzinger 72 (a cinque voti dal quorum dei due terzi) e Bergoglio 40.
Numeri riportati dallo scoop che il vaticanista Lucio Brunelli fece nel 2005 su Limes, grazie al diario segreto di un anonimo cardinale. Con questi dati, fino alla trentaquattresima votazione, in base alla Costituzione Universi Dominici Gregis del 1996, i progressisti avrebbero appunto bloccato l’elezione di Ratzinger.
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Riferisce dunque il diario segreto affidato a Brunelli: “Sull ’altro fronte inizia a farsi strada un cautissimo ottimismo sulla possibilità di bloccare, a pochi metri dal traguardo, la corsa del cardinale bavarese. ‘Domani grandi novità’, sussurra il cardinale Martini con un sorriso sibillino a un suo collega, durante la pausa del pranzo.
Richiesto di un chiarimento Martini confida di prevedere un cambiamento di candidati la mattina del giorno seguente”. Invece nel pomeriggio Ratzinger arriva a 84 voti e viene eletto papa. Bergoglio però non cala del tutto, da 40 a 26 voti. Fin qui, allora, il Martini favorevole al terzo nome. Entrambi gesuiti, lui e Bergoglio al primo scrutinio avevano preso, rispettivamente, 9 e 10 voti (Brunelli).
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(...) Martini avrebbe spostato i suoi voti su Ratzinger per impedire “giochi sporchi” che miravano a far eleggere “uno di Curia, molto strisciante, che non ci è riuscito”. Padre Silvani però anticipa il momento decisivo alla sera di lunedì: “Scoperto il trucco, Martini è andato la sera da Ratzinger e gli ha detto: accetta domani di diventare papa con i miei voti.
Gli aveva detto: accetta tu, che sei in Curia da trent’anni e sei intelligente e onesto: se riesci a riformare la Curia bene, se no te ne vai”. Come che sia, c’è qualcosa che non torna perché nella mattinata del 19 Bergoglio si assestò a quota 40, decisiva per bloccare Ratzinger. Non solo: la recente ammissione di Francesco fa riemergere il mistero del terzo nome, “non straniero”, quindi italiano, e “molto strisciante”.
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Chi era? In un cablo americano preparato in vista del Conclave, e svelato da Wikileaks, c’è scritto che era Camillo Ruini: “Potrebbe attirare un seguito più ampio del tedesco non carismatico”. (2. fine).
PAPA FRANCESCO, EL SUCESOR - JAVIER MARTINEZ BROCAL
CARLO MARIA MARTINI CARLO MARIA MARTINI E WOJTYLA
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