XG. Zon . per “la Stampa”
gregorio paltrinieri
Una volta all'Italia del nuoto mancava il fisico, a un certo punto ha messo su le spalle larghe. Poi mancavano i numeri e ora invece di campioni trasportati dal talento c'è un movimento che quel talento lo coltiva. Mancava comunque la duttilità, la voglia di fare più gare, adesso tutti ad accumulare, a diversificare. E mancava l'oro in una staffetta, una qualsiasi: il successo che determina il livello di una nazione. C'è anche quello.
benedetta pilato
Gli azzurri sono una potenza della piscina. Record di medaglie, nove, una più dell'ultima edizione che già raccontava la crescita costante, però stavolta gli ori non sono tre, ma cinque. Ancora quel numero, lo stesso piazzato dall'atletica alle Olimpiadi. E ancora la medesima sensazione, identica a quella ci ha accarezzati la scorsa estate. Sedotti da un azzurro che racconta le risorse e il carattere di questo Paese. Affascinati da ragazzi e ragazze che pianificano imprese, innestano la fantasia con la tattica, spremono coraggio, si mostrano, scommettono sul limite.
Sulla capacità di spostarlo in alto pure quando ha raggiunto il vertice e la testa va a sbattere contro il passato, il già vinto, il già fatto. E non si ferma lì. Paltrinieri è il capitano ideale di questa nazionale, uno che non crede ai propri dubbi però ha la forza di non ignorarli. L'Italia del nuoto raccoglie più medaglie di quante ne abbia prese in passato nel primo anno senza la sua stella. E Federica Pellegrini ha chiuso con un oro nei 200 stile libero in questa competizione quindi non si parla di un totem, ma di una che spostava il medagliere.
thomas ceccon
Lo riempiva. Senza si va oltre, un'eredità che lei ha raccolto dalla generazione di campioni visti ai Giochi Sydney e ha trasmesso a chi oggi sa come vincere. Sanno soffrire, ma questo lo insegnano a chiunque: ogni ambizione viene prima addomesticata e poi esaltata dalla fatica. Solo che i campioni del 2022 sono l'evoluzione, si sentono gruppo, si sanno forti, si presentano come quelli da battere. Non è spocchia, è consapevolezza. Ed esibirla è un dovere.
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