Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
RAFFAELLA CARRA E ROBERTO BENIGNI
Raffaella Carrà ha attraversato la storia della televisione italiana regalandole molte fisionomie, prima a passo di danza, poi a passo con i tempi.
È stata show girl, regina del sabato sera, da Canzonissima a Milleluci , da Ma che sera a Fantastico . Chi ricorda quelle trasmissioni ricorda soprattutto le sigle: Tuca Tuca , Chissà se va , Tanti auguri («Com' è bello far l' amore da Trieste in giù»).
RAFFAELLA CARRA E ROBERTO BENIGNI
Così simpatica, così a portata di mano, così «la più amata dagli italiani», eppure saldamente legata a immagini erotiche: inevitabilmente icona gay.
Con la Carrà, la trasgressione sessuale diventa parentale: il Tuca Tuca è stata la scoperta dell' ombelico da parte dell' ampia platea televisiva; appello di natura sessual-familiare capace solo di scatenare qualche timida vibrazione nel ricovero dei sensi. Con lei, l' interdizione sessuale si tramuta in seduzione buffa: anni dopo, Roberto Benigni la scaraventò per terra ( Fantastico ) e, mimando l' atto, la ricoprì solo di sinonimie ed eufemismi.
RAFFAELLA CARRA E ROBERTO BENIGNI
È stata intrattenitrice, inventando per la Rai lo spazio del mezzogiorno, capace di elargire milioni con la conta dei fagioloni (uno dei giochi più folli mai inventati dalla Rai) e le telefonate in diretta con il pubblico (che da allora sono diventate una costante dei programmi di intrattenimento), ma capace anche di compiere piccoli miracoli (la bambina dislessica che finalmente si scioglie e dice: «Raffaella ti amo!»), intervistare Enzo Ferrari, suo insospettabile fan.
Intanto gli ascolti all' ora di pranzo diventano stratosferici (fino a dieci milioni di telespettatori). 1983, Pronto, Raffaella? crea un caso politico per i disturbi mossi alla concorrenza: l' allora presidente del Consiglio, Bettino Craxi, protesta con il presidente della Rai Sergio Zavoli, mentre Ciriaco De Mita sostiene il direttore generale Biagio Agnes.
RAFFAELLA CARRA E ROBERTO BENIGNI
Altre polemiche: nel 1986 conduce Domenica in: durante una puntata del contenitore domenicale la Carrà affida alle telecamere il suo sfogo privato per un articolo giornalistico che criticava il suo scarso senso filiale nei confronti della madre; l' iniziativa le costa l' accusa di utilizzare il video a fini personali ma rafforza il suo mito di italiana a tutto tondo.
Così, quasi per dispetto, nel 1987, dietro compensi principeschi, la show girl passa a Canale 5, dove è stata protagonista di Raffaella Carrà show (1988) e Il principe azzurro (1989), non proprio due successi esaltanti.
RAFFAELLA CARRA E ROBERTO BENIGNI
È stata madonna della lacrima, missionaria di una religione morbida, sentimentaloide, confortevole. Con Carràmba! Che sorpresa (1995) fa piangere mezza Italia. Sono lacrime calde, lacrime che fanno spettacolo. Ciò che è separato deve essere ricongiunto, ciò che turba eliminato, ciò che è distante ravvicinato. La Carrà non ha pubblico; ha qualcosa di più, che Auditel non è in grado di registrare. Può contare sui fedeli, su appartenenti a una confessione parareligiosa pronti a baciarle le mani, a toccarla, a venerarla.
carrà benigni
Così, stranite adolescenti finalmente incontrano il loro idolo canoro, camiciaie fans piangono con il ritratto di Little Tony in mano mentre una collega ritrova una parente, intere famiglie date per disperse si sublimano nell' agnizione finale. In questo programma, Raffaella è una donna molto determinata, estranea all' ironia, vive per il successo e per la santificazione in video ma è brava; accidenti se è brava: non sbaglia un tempo o un incontro o una lacrima.
carrà benigni
Per paradosso, Carramba è il programma che ha inciso di più sull' immaginario televisivo perché è stato vissuto come un messaggio di speranza: rincontrarsi con parenti lontani e dispersi ma poter ancora cantare e sgambettare, pur avendo una certa età. Più che una trasmissione era un corso terapeutico per spettatori incalliti, uno sfogatoio settimanale. Più che una trasmissione era una svendita di pianti in diretta, saldi di fine stagione e di fine emozione.
È stata infine intervistatrice. Nel 2019 la Carrà si misura con il talk: A raccontare comincia tu di cui serbiamo il ricordo di un programma elegante, del valore del sorriso, della necessità di veri professionisti.
sordi carrà
Possiamo paragonare la Carrà ad alcuni intramontabili protagonisti maschili, come Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Enzo Tortora, Corrado. In più lei sapeva cantare, ballare, recitare e scrivere programmi con i suoi mentori Gianni Boncompagni e Sergio Japino. Inossidabile, ma capace di adeguarsi alla tv che cambia di continuo, da soubrette diventa conduttrice e intervistatrice senza mai dimenticare le sue doti artistiche.
Di sé amava ripetere: «Più che un' artista mi sento un' ottimizzatrice. Dovunque sia andata, ho imparato delle cose. Ma sono nata sotto il segno dei Gemelli e quando scendo dalla giostra, ho bisogno di volare, viaggiare e andare via. Se ho tempo per me, mi alzo dalla sedia e faccio finalmente quello che mi pare».
raffaella carra' e roberto benigni
Con Delia Scala, resta la nostra più grande show girl, l' indiscussa regina del varietà e della commozione.
ALBERTO SORDI TUCA TUCA RAFFAELLA CARRA ALBERTO SORDI TUCA TUCA RAFFAELLA CARRA ALBERTO SORDI TUCA TUCA RAFFAELLA CARRA