Adriana Logroscino per il "Corriere della Sera"
SILVIO BERLUSCONI E MATTEO SALVINI
A Roma le vistose assenze dei deputati al momento del voto finale di conversione del secondo decreto sul green pass costringono il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, a respingere con veemenza i numeri: «Basta con le insinuazioni pretestuose, gli assenti erano in missione o in malattia».
A Milano, dove celebra il passaggio del presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi, di un consigliere, Mauro Piazza, e dell'ex presidente della Provincia di Lecco, Daniele Nava, tutti di Forza Italia, nelle file del partito, il segretario della Lega, Matteo Salvini, rivendica invece la libertà dei parlamentari. «Siamo in democrazia, non in un regime». Che tra gli assenti ci fossero anche i due vicesegretari, Crippa e Fontana, alimenta sospetti e veleni. Il mix di sensibilità diverse, sul tema vaccini, e contrapposizioni strategiche, accese dalla competizione elettorale imminente, mostrano una Lega di nuovo divisa. Ma i contrasti si riflettono anche sulla tenuta della coalizione di centrodestra.
silvio berlusconi con matteo salvini
A Montecitorio, dopo le defezioni del giorno prima, al momento conclusivo della fiducia sul green pass, i voti del Carroccio mancanti sono 63 su 132, poco meno della metà. Considerati i 12 in missione, 51 risultano assenti ingiustificati. Per il capogruppo non è la foto dell'area dei deputati della Lega contrari ai vaccini. In linea con la rappresentazione che del partito dà Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni: «Nella Lega non c'è spazio per i no vax». I nvece è proprio Salvini a riallargare la faglia : a una domanda sulle dichiarazioni di Fedriga e sull'uscita dalla Lega di Francesca Donato , risponde : « La Lega è un movimento democratico con decine di amministratori locali e milioni di consensi. Ogni idea è rispettata e rispettabile ».
salvini renzi meloni Berlusconi
E poi torna a minimizzare l'addio dell'eurodeputata no vax , rispetto a ulteriori passaggi nelle fila del partito che guida: «Se qualcuno non è a suo agio e lascia, gli auguro le migliori fortune. Ma se esce un'europarlamentare ed entrano 30 sindaci a settembre, sono un uomo felice» . Un sentimento, evidentemente, non ricambiato dagli alleati, parecchio irritati dalla campagna acquisti di Salvini. Con una tempistica «assolutamente incomprensibile, a dieci giorni dal voto», fanno trapelare esponenti di Forza Italia. Fonti parlamentari raccontano che Berlusconi avrebbe parlato personalmente con Fermi nel tentativo, fallito, di trattenerlo.
La tensione tra alleati è così alta che l'evento elettorale a Milano dei tre leader è a rischio. E non sono soltanto i cambi di casacca a provocare dissapori con gli alleati centristi. Antonio Tajani gela il disegno di Salvini sul gruppo unico all'Europarlamento. «Impossibile dialogare con Afd e Le Pen perché sono contro l'Europa». L'euroscetticismo leghista è ancora uno stigma, come sembrano confermare le parole di Manfred Weber: «Il Ppe crede in un'Europa forte e unita».
BERLUSCONI MELONI SALVINI
La controreplica, sferzante, del capo del Carroccio è tutta rivolta al capogruppo tedesco dei popolari: «Fossi in Weber, più che di Salvini, mi preoccuperei di vincere le elezioni di domenica in Germania. Se dopo 15 anni, i Weber di turno che prendono i voti a destra e poi governano con la sinistra in Germania e in Europa, vengono mandati a casa dagli elettori, forse il problema è un centrodestra ambiguo. L'Europa in questo momento fa ridere, non contiamo un fico secco. Io continuo a credere che le forze di centrodestra dovrebbero unirsi».
2 - "CAMPAGNA ACQUISTI CON I NOSTRI" LO SGARBO DI SALVINI FA SALTARE IL PATTO CON FORZA ITALIA
Emanuele Lauria per "la Repubblica"
SALVINI BERLUSCONI OSHO
«Salvini vuole mostrare i muscoli perché è in difficoltà. Ma non può farlo mica a nostro danno... ». A fatica, nella ristretta corte di Silvio Berlusconi, si trattiene l'ira per la campagna acquisti avviata dal leader della Lega a dieci giorni dalle amministrative. C'è un silenzio forzato, dentro Forza Italia, che accompagna una mossa che fa deflagrare il centrodestra, che ne pone in risalto le distanze interne, che manda in archivio i progetti di federazione e mette in dubbio persino la tradizionale kermesse dei tre capi- partito a chiusura della campagna elettorale: l'evento non è ancora stato programmato e nessuno sa più dove e soprattutto se si farà.
meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni
Attorno alla vicenda apparentemente minima del passaggio alla Lega di tre esponenti forzisti lombardi, i consiglieri regionali Alessandro Fermi e Mauro Piazza e l'ex presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava, si consuma uno psicodramma nella coalizione. I vertici azzurri restano sorpresi dalla tempistica dell'operazione di Salvini e non comprendono l'atteggiamento "predatorio" nei confronti di un alleato con cui, fino a qualche settimana fa, addirittura si ipotizzavano liste comuni alle prossime Politiche. Il tutto, peraltro, per acquisire un valore aggiunto molto limitato alle Comunali di Milano, visto che i neo-leghisti vengono da altre zone della Lombardia. Forza Italia riconduce l'«aggressione» alla volontà del senatore milanese di uscire mediaticamente da un'impasse determinata da spaccature e defezioni nel suo partito, ultima quella dell'eurodeputata Francesca Donato, parlamentare numero cinque a lasciare il gruppo di Bruxelles nel giro di un solo anno. Salvini, a Milano, tiene a dimostrare che la sua Lega è ancora attrattiva.
matteo salvini silvio berlusconi
E, nel salutare i nuovi arrivi, dice che «nei prossimi giorni entreranno in Lega alcuni parlamentari di diverse parti, non solo di centrodestra ». Circolano alcuni nomi, quello del deputato friulano di Fdi Walter Rizzetto (che smentisce categoricamente) e quello del siciliano di Iv Francesco Scoma, anche lui un ex di Forza Italia, che invece è realmente in marcia verso il bastimento del Capitano. Poi nega, ancora una volta, qualsiasi spaccatura con l'ala governista, parla di rappresentazione dei fatti non corretta: «Non abbiamo tanti amici tra i banchieri, i finanzieri e i cosiddetti poteri forti, tra giornali e tv», dice Salvini.
Ma è un fuoco di sbarramento che non copre i comportamenti in aula, che non nasconde dalla visuale quella metà (o quasi) dei deputati assenti al momento di votare la conversione in legge del decreto del governo sul Green Pass. Anche se si affretta, il capogruppo Riccardo Molinari, a giustificare i colleghi in missione, in malattia, in campagna elettorale.
salvini berlusconi
E a respingere, dice così, «pretestuose insinuazioni». In questo scenario, certo è che il centrodestra procede in ordine sparso in Parlamento, con comportamenti differenti sia sulle misure anti-Covid che sulla riforma della giustizia, e nel giorno del big bang finisce per litigare pure sull'Europa. Salvini decide di rilanciare il progetto di un gruppo unico di Destra al parlamento europeo: «Il voto tedesco di domenica cambierà gli equilibri europei per i prossimi venti anni.
E avere tre centrodestra divisi al Parlamento europeo, un pezzo nei Popolari, uno nei Conservatori e uno negli Identitari ci dà meno forza». Di lì a poco il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani gelerà il capo del Carroccio: «Credo sia giusto collaborare ma mi sembra impossibile che nasca un gruppo unico di destra». Si litiga su tutto, mentre corre il count-down verso il voto.
berlusconi salvini
Un esperto frequentatore delle aule parlamentari come Giafranco Rotondi ci ride su : «Matteo Salvini domanda la federazione a Berlusconi e poi scippa alcuni consiglieri regionali a Forza Italia a Milano. Donat Cattin avrebbe fatto saltare l'alleanza ». Il segretario leghista però dà la colpa del mancato abbraccio a Forza Italia: «Non impongo cose controvoglia », afferma con riferimento alle resistenze delle ministre Gelmini e Carfagna. Determinando infine un'irritazione montante anche dalla parte più dialogante di Forza Italia. Il giorno dell'orgoglio salviniano si spegne in un tramonto caotico per il centodestra.
SALVINI BERLUSCONI SALVINI, BERLUSCONI, MELONI E IL CZANDIDATO MARSILIO SALVINI BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI MASSARO BARESI MALDINI