Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
vittorio feltri
Giornali e tv da parecchi giorni parlano del Venezuela che cinque italiani su dieci non sanno nemmeno trovare sulla carta geografica e che della sua storia, anche politica, non conoscono un accidenti. Leggiamo che Maduro (nomen omen) è un comunista retrogrado, un feroce dittatore che sta mandando in malora la sua gente, e non stentiamo a credere che ciò sia vero. I marxisti ci hanno sempre ripugnato.
L'Unione Sovietica e i Paesi dell' Est facevano ribrezzo a noi già all' epoca in cui qua i rossi dettavano legge e minacciavano di rubare il timone alla Dc e alleati. Pertanto non possiamo essere ora simpatizzanti di un despota che mena il torrone a Caracas, affamando il popolo.
NICOLAS MADURO
Vorremmo che qualcuno lo facesse secco e ripristinasse una democrazia decente. Sappiamo che si tratta di una impresa non all' altezza dei venezuelani, incapaci non soltanto di darsi un regime liberale, ma perfino di sfruttare il loro enorme giacimento di petrolio e di vivere all' altezza delle proprie risorse.
Se una nazione sprofonda nel caos e nella violenza i cittadini hanno qualche responsabilità. Maduro sarà stato presumo eletto da costoro o almeno agevolato nell' impossessarsi del potere. Il trono suppongo non lo abbia raccattato per strada bensì conquistato coi voti. E chi glieli ha dati i consensi?
fabiana rosales moglie di juan guaido' 42
Ciò detto occorre sottolineare che il Sudamerica da decenni è un bordello: il Venezuela non è una eccezione che abbia facoltà di risollevarsi con l'aiuto degli italiani.
Figuriamoci, i nostri compatrioti emigrati laggiù sono una aggravante ai fini dei disordini sociali e politici. Pure a noi Guaidó piace di più del citato dittatore, tuttavia non possiamo imporlo al vertice dello Stato. Solamente i locali sono in grado di sovvertire la situazione, lo facciano. Se ne sono capaci. E si impossessino delle leve economiche allo scopo di liberarsi non solo degli oppressori, ma anche dalla miseria che li attanaglia. Maduro non è piovuto dal cielo, qualcuno lo ha catapultato in cima alla struttura di comando. Si tratta di abbatterlo. E farlo non è alla nostra portata. I padroni del destino di un Paese sono coloro che ci campano.