Nanni Delbecchi per il Fatto Quotidiano
concita de gregorio
Quando sente parlare di cultura, di solito la Rai mette mano a Gigi Marzullo. Ma per la Mostra del cinema di Venezia si può dare di più; a che servono i festival, se non a sperimentare? Così "il ragioniere dei sentimenti", come lo aveva battezzato Marco Ferreri, ha prima ceduto il posto al giocoliere Edoardo Camurri che l' anno scorso costringeva i registi a giocare a una specie di rischiatutto di sua invenzione, mentre quest' anno è scesa in campo una tuttologa di chiara fama, Concita De Gregorio.
concita de gregorio
In Da Venezia è tutto (Rai3, dopo Blob, ma quasi non si vede la differenza) De Gregorio ci catechizza da un cubo trasparente costruito intorno a sé, un po' come la Banca Mediolanum; dei film si parla pochino, ma in compenso si fanno interessanti scoperte. Per esempio, che l' Italia è un popolo di santi, navigatori e critici cinematografici (Concita ne cambia uno al giorno, più delle posizioni di Pisapia). Mentre dai servizi registrati si apprende che ormai è la montagna ad andare da Maometto. Regolarmente.
Potrebbe sembrare che sia la tuttologa a incontrare attori e registi, ma a guardar bene sono loro a renderle omaggio. Concita in motoscafo che fotografa il Ponte dei Sospiri, Concita al ristorante, Concita accoccolata sui gradini, Concita alle feste. Ogni tanto ci scappa qualche "fantastico", "stupendo", "di questo ce ne siamo innamorati", ma è difficile capire di chi stia parlando, perché è questione di attimi. Concita come Hawking: deve essere la teoria del tutto. Da Venezia.
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