Roberto Mania per "la Repubblica"
GIANNI LETTA E GIANNI PETRUCCI - copyright PizziCiascuno per sé. Mario Monti ha detto no alla candidatura romana per le Olimpiadi del 2020 e la mega lobby bipartisan che girava intorno ai giochi si è dissolta senza più un progetto comune. Mario Pescante, dopo decenni passati dentro il Comitato Olimpico internazionale, si è dimesso da vicepresidente. La sberla del Professore della Bocconi non se l´aspettava.
rman46 mario pescanteGianni Letta ha dovuto pure fare anticamere a Palazzo Chigi ma (come presidente del Comitato promotore) è tornato con le pive nel sacco e, ora, si ritrova senza neppure più l´amico Gian Luigi Rondi (defenestrato dal trio "emergente" Abete-Alemanno-Polverini e non per ragioni di età) alla presidenza del Festival del cinema. Declino lettiano.
Aurelio ReginaAurelio Regina, leader di Unindustria, uno dei king maker della possibile scalata di Giorgio Squinzi alla presidenza della Confindustria nazionale, pensa ad altro dopo aver promosso l´idea della Fondazione per Roma 2020 e aver coinvolto tanti potenti nazionali a fare da supporter alla candidatura. Regina sostiene che le Olimpiadi avrebbero soltanto accelerato opera già previste.
GIANNI ALEMANNO«L´80% degli impianti era già realizzato, l´unico da costruire era quello di Calatrava a Tor Vergata per il basket», ha detto. Insomma, si può voltare pagina. E´ rimasto a leccarsi le ferite il sindaco Gianni Alemanno più confuso che mai. In un´intervista a Libero ha sostenuto che dalle Olimpiadi lo Stato ci «avrebbe guadagnato» per via di maggiori entrate fiscali; ha aggiunto che adesso alcune opere «saranno difficili da realizzare».
Poi ha spiegato che con i giochi olimpici «si poteva sfruttare il mare, Ostia, sviluppando le potenzialità turistiche». Ma questa idea di Roma che si estende verso il mare non l´avevamo già sentita? Per fortuna è arrivato il governo tecnico.