Maria Sorbi per “il Giornale”
I contagi sono in calo ma il lavoro dei medici raddoppia.
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Da recuperare ci sono due mesi di visite cancellate e si lavora contemporaneamente su due binari: quello Covid e quello no Covid, con tutti i rallentamenti che il rispetto delle norme di sicurezza comporta. Chirurghi e specialisti sono in allarme per le liste d' attesa, che verranno smaltite solo con la fine dell' estate. «In realtà - spiegano al Policlinico di Milano - non possiamo definirle vere liste di attesa. Sono rinvii in blocco. Gli appuntamenti non urgenti del 5 marzo sono stati spostati al 5 maggio e così via. Abbiamo riprogrammato tutto, sfruttando i buchi lasciati da chi ha rinunciato alla visita intimorito dal periodo».
medici test anticoronavirus
Ma anche con il migliore degli incastri di visite sul calendario, ogni settore ha le sue criticità. E va a rilento. Con un quarto dei pazienti in più. Gli ambulatori hanno ricominciato a lavorare ma verranno chiusi per essere igienizzati non appena verrà identificato un paziente sospetto Covid. Per il resto applicheranno le regole degli ospedali: niente accompagnatori, appuntamenti distanziati, pulizia tra una visita e l' altra, niente riviste e oggetti nelle sale d' attesa.
L' ONCOLOGIA Sono almeno 200mila i pazienti oncologici che con l' allentamento del lockdown devono tornare in ospedale per visite di controllo e accertamenti diagnostici. Tra i reparti più «intasati» c' è quello di uro oncologia, dove i pazienti con tumore alla prostata o alla vescica sono aumentati del 25%. «Abbiamo un aumento esponenziale delle degenze - spiega Giario Conti, segretario generare della società degli urologi oncologici –
CORONAVIRUS - MEDICI DECEDUTI
A causa di problemi strutturali degli edifici, non tutti gli ospedali sono riusciti ad organizzare zone isolate adibite solo ai pazienti Covid. Le operazioni quindi verranno scaglionate e i tempi d' attesa si prolungheranno». Per tutti i malati di cancro verranno seguite le regole fissate dall' Aiom, a cominciare dai percorsi differenziati e dal personale dedicato, evitando che medici e infermieri utilizzati nei reparti Covid siano al contempo utilizzati anche nei reparti oncologici.
LA CARDIOLOGIA Pur avendo continuato a occuparsi delle emergenze, la cardiologia, in base a uno studio effettuato su 54 ospedali, è arretrata di vent' anni. «Abbiamo registrato una mortalità tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019, passando dal 4,1 % al 13,7% spiega Carmen Spaccarotella, coautrice dello studio in via di pubblicazione sul European Heart Journal.
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Un aumento dovuto nella maggior parte dei casi a un infarto non trattato o trattato tardivamente. Infatti, il tempo tra l' inizio dei sintomi e la riapertura della coronaria durante il periodo Covid è aumentato del 39%». La sfida di adesso è proprio recuperare questo gap, tornando alla normalità.
LA GINECOLOGIA Assieme alle attività ordinarie, riprendono anche i trattamenti di procreazione medicalmente assistita per cui le liste d' attesa erano almeno di tre mesi già prima del Covid. Poichè le 7-8 mila coppie che si sottopongono alla fecondazione sono sane e in età lavorativa, sono a maggior rischio contagio. Per questo nei centri ci saranno tre triage, di cui il primo telefonico. Il campione dei potenziali genitori sottoposti ai test Covid verrà anche utilizzato per dare indicazioni sulla diffusione del virus nella popolazione regionale.
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L' ORTOPEDIA Gli interventi non urgenti sono ancora fermi, ma con la fase due sono ripresi quelli semi urgenti di artroprotesi per patologie croniche degenerative, quelli di chirurgia elettiva vertebrale o interventi per sindromi da compressione neurologica cronica (tunnel carpale) e interventi di traumatologia dello sport. Gli altri verranno garantiti non appena si smaltirà «l' effetto imbuto» di maggio.
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