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    LA SERIE A VUOLE PARTIRE IL 13 GIUGNO MA SERVE IL VIA LIBERA DEL GOVERNO: L’OK DI CONTE POTRÀ ARRIVARE SOLO IN CASO DI SITUAZIONE SANITARIA NORMALIZZATA E SENZA NUOVI POSITIVI NEL MONDO DEL PALLONE NEI PROSSIMI 15 GIORNI - È UN GIALLO IL PROTOCOLLO SANITARIO. SE AL PRIMO CONTAGIO SI DEVE METTERE IN QUARANTENA TUTTA LA SQUADRA, LA SERIE A NON RIPARTIRA’…


     
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    Francesco Perugini per “Libero quotidiano”

     

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    «Habemus datam», ma le buone notizie finiscono più o meno qui per il mondo del pallone. Il conclave della Lega di Serie A ha portato a un accordo sulla data per la ripresa del campionato: 13 giugno la data da segnare sul calendario per tutti gli appassionati (apparentemente non per gli ultras, con 350 gruppi europei che dicono no alla ripartenza).

     

    Questa ipotesi ha battuto a larga maggioranza quella del 20 giugno e consentirà, pur con un calendario compresso, di recuperare le 12 giornate di campionato mancanti più i quattro recuperi. E a luglio ci saranno anche due finestre per disputare e semifinali di ritorno e la finale di Coppa Italia in tempo per il 3 agosto, il termine indicato per concludere i campionati nazionali e lasciare spazio a Champions League ed Europa League. La Uefa potrebbe anche aiutare le leghe nazionali posticipando la data-limite, ma chiede di conoscere tassativamente entro il 25 maggio i programmi «anche non dettagliati» dei singoli Paesi.

     

    una domenica senza calcio foto mezzelani gmt20 una domenica senza calcio foto mezzelani gmt20

    Certo, servirà il benestare del governo, che potrà arrivare solo in caso di situazione sanitaria normalizzata e senza nuovi positivi nel mondo del pallone nei prossimi 15 giorni di ritiri per tutte le società. «Prima di venire qui ho ricevuto la comunicazione del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, e mi ha detto che hanno accolto le osservazioni del Cts riadattando il proprio protocollo e quindi consentendo senza altre difficoltà di poter riprendere entro il 18 maggio gli allenamenti collettivi», annuncia trionfante il Ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, nella sua informativa alla Camera. Unico in Europa a creare così tanti ostacoli al mondo del calcio nazionale, il politico grillino in mattinata al Senato aveva denunciato un «dibattito eccessivo» attorno al ritorno in campo della Serie A.

     

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    MEDICI SCETTICI Si tratta comunque di una vittoria a metà per il sistema, come sottolineano i medici del calcio. Dopo le dichiarazioni di Enrico Castellacci, ex medico della Nazionale italiana e presidente dell' associazione di categoria (Lamica), ieri ha sparato a zero anche il direttore sanitario della Lazio, Ivo Pulcini: «Le ultime linee guida del Cts dicono che i tamponi devono essere per la collettività, ma questo non è un problema della scienza, bensì della politica», attacca il medico biancoceleste. «L' intervento di Spadafora? Mi cadono le braccia. La quarantena per tutti è esagerata, in caso di positività basterebbe quella del singolo atleta, mantenendo sotto controllo il resto della rosa».

     

    È la strada percorsa dagli altri grandi campionati, dalla Bundesliga che riparte sabato con divieto di abbracci e di sputi (ma con un piano per congelare la classifica in caso di nuovo stop) alla Liga e Premier League. Anche i club inglesi puntano a tornare in campo lunedì, a gruppi di cinque e con il divieto di tackle in questa prima fase.

     

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    Pozzo chiede la manleva L' opposizione alla linea oltranzista trova alleati nello stesso partito di Spadafora: «Il calcio, piaccia o meno, rappresenta un asset fondamentale del Paese e come tale va trattato», è la posizione del deputato del M5S, Simone Valente. «Se al primo contagio si deve bloccare tutta la squadra, è evidente che a queste condizioni il campionato di calcio non ripartirà. È necessario trovare soluzioni alternative».

     

    La partita è destinata a rimanere aperta, anche perché il protocollo sembra andare in contrasto con le indicazioni dell' Inail e del ministero della Salute per tutti i lavoratori, soprattutto per l' assegnazione della responsabilità penale ai medici sociali e non ai medici competenti per i luoghi di lavoro.

     

    Inoltre, nella sua relazione al ministero, la Figc sosterrà la validità del protocollo solo per i primi 15 giorni, quelli del ritiro obbligatorio. E poi? Solo il vertice con il premier Conte, atteso già domani, potrebbe segnare la strada. Sul tavolo potrebbe esserci anche la lettera del patron dell' Udinese, Gianpaolo Pozzo, che all' Esecutivo di sollevare i dirigenti da eventuali responsabilità con un provvedimento legislativo altrimenti «la ripresa è improvvida».

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    Non finisce in secondo piano nemmeno il tema degli aiuti alle società. Spadafora ha sempre annunciato di volersi occupare del mondo dello sport a 360 gradi, ma è stato smentito dall' ex olimpionico di scherma Marco Marin, senatore e responsabile Sport di Forza Italia: «Le associazioni sportive sono in ginocchio, non hanno più un euro: non vi permetteremo di lasciare morire lo sport italiano».

     

    E mentre i club di A chiedono alle tv di rispettare i pagamenti per non andare in apnea, un aiuto arriverà ai calciatori di Serie C grazie alla norma che consentirà alle società di accedere alla cassa integrazione in deroga: «Una misura del decreto Rilancio che rappresenta una boccata d' ossigeno per continuare a svolgere un prezioso ruolo sociale», festeggia il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli.

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