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    CONTE DI NOME MA NON DI FATTO – IL PREMIER BULLIZZA IL CRONISTA PARLAMENTARE DI ‘RTL 102.5’ ALBERTO CIAPPARONI (''SE LEI RITIENE DI POTER FAR MEGLIO, LA TERRÒ PRESENTE") - A DISTANZA DI 4 GIORNI SINDACATO E ORDINE DEI GIORNALISTI NON HANNO SPESO UNA PAROLA IN SUA DIFESA. QUANDO PARLA LO SCHIAVO DI CASALINO È MEGLIO FAR FINTA DI NIENTE. ANCHE PERCHÉ I CORDONI DELLA BORSA DEI FONDI PER L'EDITORIA CE L'HA SEMPRE PALAZZO CHIGI…


     
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    Gustavo Bialetti per “la Verità”

     

    conte casalino conte casalino

    Siccome quando un giornalista è garbato e indipendente deve per forza rimanere una mosca bianca, quando un politico lo attacca in modo scomposto l' Odg e il sindacato devono fare finta di nulla. Così, almeno, anche gli altri capiscono che prima di disturbare una conferenza stampa del presidente del Consiglio con una domanda imprevista è meglio pensarci bene. E possibilmente passare ad altro.

     

    Domenica scorsa, Alberto Ciapparoni, cronista parlamentare di Rtl 102.5, ha osato chiedere conto a Giuseppe Conte del flop del commissario Domenico Arcuri sul fronte delle mascherine. La risposta della creatura mediatica di Rocco Casalino, più che da Gf, è stata da Grande arroganza: «Se lei ritiene di poter far meglio, la terrò presente». Ovviamente, un minuto dopo, Ciapparoni, collega di rara gentilezza e disponibilità con tutti, era già oggetto di centinaia di insulti da parte dei leoni da tastiera che sui social sembrano invaghiti del nostro premier.

     

    alberto ciapparoni alberto ciapparoni

    Ma la cosa più triste, l' ha raccontata lo stesso giornalista ieri al Secolo d' Italia, ovvero che a distanza di quattro giorni sindacato e ordine dei giornalisti non avevano ancora trovato modo di dire una parola in sua difesa. È un vero peccato, perché stiamo parlando di due entità della cui utilità si dubita da tempo, visto che a parte essere una buon modo di trascorrere la pensione senza dare fastidio a casa, ormai non sono in grado di difendere la categoria da parecchi anni.

     

    Certo, se Ciapparoni fosse stato oggetto di scherno da parte di un Salvini o di un D' Alema, sarebbero intervenuti tutti quanti, ma quando parla il premier è meglio far finta di niente. Anche perché in fondo, i cordoni della borsa dei fondi per l' editoria ce l' ha sempre Palazzo Chigi. E il collega che fa domande sgradite, la prossima volta, si arrangi.

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