Concetto Vecchio per la Repubblica
domenico de masi
Professor Domenico De Masi, da sociologo del lavoro un tempo era ritenuto vicino ai 5S.
«Sì, ma poi bollai subito come sciagurata l' alleanza con Salvini. In un' intervista al Manifesto definii il governo uscente come il più a destra della storia repubblicana. Purtroppo sono stato facile profeta».
E adesso, come valuta il matrimonio Pd-M5S?
«Come l' unica possibilità di bloccare Salvini, ed evitarci 8 anni di fascismo. Se mercoledì non si fa il governo si va al voto e la Lega prenderà il 40%».
Salvini è fascista?
«Ha un approccio prefascista. Invoca i pieni poteri. Si veste da militare. Non ha mai nascosto le sue pulsioni autoritarie. Non si era mai visto nulla di simile in Italia, neanche sotto Tambroni. Cosa sono i due decreti sicurezza se non due provvedimenti di destra pura?».
Anche Grillo sembra della sua stessa idea. Ha visto il suo sfogo nel video?
il discorso di matteo salvini sulla crisi di governo
«Sì, e gli ho mandato un messaggio. Mi ha risposto in maniera scherzosa. Grillo capisce perfettamente i rischi che corriamo di consegnare il Paese ai barbari. Mi stupisco che non lo capiscano gli italiani. Un tempo, se facevano premier Fanfani o Moro, non faceva tanta differenza, ma qui ora la scelta è tra Salvini e Zingaretti.
Siamo davanti a un bivio della nostra democrazia».
conte di maio zinga
Conte premier la convince?
«È cresciuto. E sa perché? È l' unico colto in un mucchio di ignoranti. Passava per uomo di paglia, uno che conosceva soltanto le dinamiche dei consigli di facoltà, mentre l' altro giorno, uscendo dal colloquio con Mattarella, ha fatto un discorso quasi da statista. È la prova che la cultura dà da mangiare. Conte può sedersi a un tavolo con Merkel o Trump e Macron e parlare la loro lingua senza complessi d' inferiorità, queste cose fanno la differenza».
Di Maio sembra avere nostalgia del rapporto con Salvini.
salvini e conte
«Ma non capisce che il Movimento oggi è molto più a sinistra di 17 mesi fa. Salvini lo ha svuotato a destra. Questo può facilitare il rapporto con il Pd, a patto che i democratici vogliano fare cose di sinistra».
Come spiega il crollo del M5S?
«Di Maio ha fatto quattro cose contemporaneamente: capo del Movimento, vicepremier, ministro del lavoro, ministro dello Sviluppo economico. Neanche Churchill ci sarebbe riuscito. Salvini invece ha fatto solo campagna elettorale.
Di Maio doveva fare solo il capo politico, perché, se avesse letto Robert Michels in Sociologia dei partiti politici avrebbe dovuto sapere che il passaggio da movimento a istituzione è delicatissimo. Il Movimento era un mucchio di sabbia, la Lega invece un mattone: perciò ha prevalso Salvini».
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Che consigli dà a Di Maio?
«Di laurearsi. Di studiare l' inglese. Di andarsene all' estero, in un' università importante, e poi tornare: avrebbe 37 anni e la vita davanti».
L'altro giorno ha spiegato il governo col Pd con il fatto che destra e sinistra non esistono più. Le è sembrato convincente?
«Uno che dice una cosa del genere è di destra.Chiesi a Casaleggio tempo fa se lui era socialdemocratico o neoliberista, mi rispose che queste categorie sono superate: una tipica risposta di destra».
Come spiega l' harakiri di Salvini?
«Una forma di delirio di onnipotenza. A un certo punto gli è mancato quello che in psicologia si chiama test di realtà. Ciò è dovuto anche al fatto di non avere avuto un entourage all' altezza, che lo frenasse o lo consigliasse. Si è come ubriacato.
Bisognerebbe mettere in fila le dirette Facebook nell' ultimo anno: sono un' escalation psicopatica. Andrebbero studiate, perché vi si può cogliere anche una trasformazione visiva e facciale. E infine confrontarli col Salvini di questi giorni, che mostrano un uomo suonato».
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