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    CONTE E SALVINI SPINGONO DRAGHI AL QUIRINALE? E DI MAIO E GIORGETTI VANNO IN UN'ALTRA DIREZIONE: UN BIS DI MATTARELLA (CHE PERO' VA CONVINTO) O L'83ENNE GIULIANO AMATO, COME DAGO-RIVELATO, IN NOME DELLA STABILITA' DEL SISTEMA - COSI' DRAGHI POTREBBE FINIRE IL SUO LAVORO A PALAZZO CHIGI E MAGARI CANDIDARSI A GUIDARE LA COMMISSIONE EUROPEA NEL 2024 PER CAMBIARE IL PATTO DI STABILITÀ…


     
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    Ilario Lombardo per "la Stampa"

     

    LA CENA GIORGETTI-DI MAIO VISTA DA OSHO LA CENA GIORGETTI-DI MAIO VISTA DA OSHO

    Alla pizzeria da Michele, a Roma, Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti non hanno parlato di quanto è buona la pizza, come il ministro degli Esteri va ripetendo cercando di dissimulare in un sorriso l'evidente bugia. Hanno parlato di Quirinale e di Rai. Il Colle però è stata la portata principale del menù.

     

    I fattori di incertezza sulla scelta, a gennaio, del prossimo presidente della Repubblica sono troppi: interi gruppi parlamentari senza controllo, un orizzonte di ancora un anno di legislatura che strozza le speranze di rielezione di tanti peones, e un presidente del Consiglio, Mario Draghi, che sarebbe il candidato ideale ma che in tanti vogliono rimanga a Palazzo Chigi, chi per gestire la ripresa e i soldi europei, chi perché teme di tornare a votare.

     

    GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI LUIGI DI MAIO GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI LUIGI DI MAIO

    Di fronte a queste variabili e complicazioni, il "patto della pizza" tra l'ex capo politico del M5S e Giorgetti si fonda su un obiettivo: garantire la stabilità. E fa nulla se i loro leader, Giuseppe Conte e Matteo Salvini, abbiano detto che va benissimo Draghi per il Quirinale. Entrambi concordano su un punto. Sarebbe perfetto, e la più semplice delle scelte, se l'attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella, 80 anni compiuti a luglio, accettasse di rimanere dov' è, per un anno, per due, per l'intero settennato se vuole.

     

    LUIGI DI MAIO GIANCARLO GIORGETTI GIOVANNI TOTI LUIGI DI MAIO GIANCARLO GIORGETTI GIOVANNI TOTI

    Così Draghi potrebbe completare il lavoro al governo e magari, questa è la tesi, candidarsi a guidare la Commissione europea nel 2024 per cambiare il patto di Stabilità. Ma nella strategia di Di Maio e Giorgetti è previsto un piano B: Giuliano Amato. L'ex premier e giudice costituzionale era il nome su cui, nel 2015, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi pensava di avere un accordo con Matteo Renzi, prima che l'allora presidente del Consiglio e segretario del Pd virasse su Mattarella.

     

    mattarella mattarella

    Oggi Amato, 83 anni compiuti, potrebbe contare su un sostegno trasversale, e secondo Giorgetti dovrebbe «andar bene a Salvini», proprio perché il centrodestra lo considera un profilo di garanzia. Mattarella invece, dicono il leghista e Di Maio, «va convinto». Perché al momento nessuno intravede un cedimento nel suo proposito di lasciare il Quirinale. Il presidente considera la rielezione una forzatura costituzionale che è costata già troppo al suo predecessore, Giorgio Napolitano.

     

    mario draghi giuliano amato mario draghi giuliano amato

    È anche vero però che quel precedente dà forza alla teoria di chi vuole il bis di Mattarella. Di fronte a uno stallo delle istituzioni e al conseguente caos, nel pieno ancora della pandemia, il Capo dello Stato non farebbe un sacrificio se tutti o quasi glielo chiedessero? Sono le domande che si fanno Giorgetti e Di Maio, interessati anche a evitare che Draghi venga bruciato nel voto segreto in Parlamento. Un assaggio di caos, in effetti, c'è stato con il voto del ddl Zan e sempre in Senato con la scelta del capogruppo del M5S.

     

    dario franceschini dario franceschini

    Dopo il primo tentativo finito in parità tra l'uscente Ettore Licheri, indicato da Conte, e Mariolina Castellone, il leader ha chiesto e ottenuto dal primo un passo indietro, un gesto - ha detto l'ex premier, "che serve a preservare l'unità contro chi ci vuole divisi". Fare in modo che Draghi e Mattarella rimangano dove sono sarebbe l'opzione preferita dall'Europa e dagli alleati americani, come sanno benissimo il ministro degli Esteri e dello Sviluppo economico. Di Maio spinge in questa direzione, e lo prova la freddezza con cui ha accolto l'endorsement quirinalizio di Conte a favore dell'attuale premier. Su questo, poi, con Giorgetti c'è anche un po' un gioco delle parti.

     

    GIULIANO AMATO GIULIANO AMATO

    E così se il leghista dice che con «Draghi al Colle ci sarebbe un presidenzialismo di fatto», il grillino ribatte che è «solo una provocazione». In realtà Di Maio considera Giorgetti un «ottimo stratega» ed è a lui e a Dario Franceschini, altro king maker dietro le quinte del Pd, che il ministro degli Esteri presta grande ascolto. Anche quando, a sorpresa, tra un trancio di pizza e l'altro, appare il nome di Amato. -

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