CONTE DRAGHI
(ANSA) "Il M5s ha dato sostegno a questo governo sin dall'inizio con una votazione" e i con i "pilastri della transizione ecologica e della giustizia sociale. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c'entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti. Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri. L'introduzione" di quella pagina "è stata la riunione del Cdm in cui i nostri ministri non hanno partecipato al voto". Così il leader del M5s Giuseppe Conte uscendo da casa sua.
Conte, risposte vere o nessuno avrà voti M5s
(ANSA) - "Se noi prendiamo degli impegni con governo, Parlamento e cittadini e siamo coerenti, chi si può permettere di contestare questa linearità e questa coerenza? Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all'inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa. O ci sono risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti". Così il leader del M5s Giuseppe Conte lasciando la propria abitazione.
GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI
LE ORE DIFFICILI AL NAZARENO
Stefano Cappellini da repubblica.it
Sono ore molto difficili anche al Nazareno, quartier generale del Partito democratico. La linea di Enrico Letta, mentre Mario Draghi è al Quirinale, non è cambiata: o va avanti Draghi con la stessa maggioranza o si torna al voto. Al momento non viene considerata politicamente praticabile una terza soluzione.
Dal punto di vista del Pd è in gioco non solo la prosecuzione del governo, ma anche un'alleanza politica, quella con il M5S, che ha comunque poche chance di sopravvivere agli eventi di questi giorni, quale che sia l'esito della crisi. Enrico Letta non ha interrotto i contatti con Giuseppe Conte, ma la divergenza di opinioni è radicale e la tensione crescente. Peraltro il capo 5S ha fatto sapere ai dem di non aver gradito il riferimento all'incidente di Sarajevo, origine della prima guerra mondiale, usato ieri da Letta come metafora per sottolineare le enormi conseguenze che lo strappo grillino può portare nel Paese.
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