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    CONTE ALLA RESA DEI CONTI (CON SALVINI): "NON MI SENTO COMMISSARIATO. CHIEDERÒ AL LEADER LEGHISTA UNA FIDUCIA PIENA PUBBLICA. ALTRIMENTI GLI DIRÒ CHE NON SONO DISPONIBILE A RESTARE. SE VUOLE PORTARE IL PAESE A SBATTERE CON L' EUROPA. LO FACCIA LUI, IO NON LO FARÒ” –LA PREOCCUPAZIONE DEL PREMIER SUL POSSIBILE ISOLAMENTO IN EUROPA DELL'ITALIA


     
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    Ilario Lombardo per la Stampa

    CONTE E SALVINI CONTE E SALVINI

    Ci ha messo quasi 48 ore a ritrovare il miglior sorriso da offrire all' evidenza schiacciante di essere messo con le spalle al muro da Matteo Salvini. «Non mi sento commissariato», risponde Giuseppe Conte ritrovando le telecamere dopo due giorni all' Europa Building di Bruxelles. Ma in realtà in questa frase manca il pezzo più importante che racchiude il senso di assedio che sente su di sé il premier, quando sta per salire sull' aereo e gli leggono le dichiarazioni del leghista su spread, flat tax, pace fiscale, Iva. Sfida l' Europa mentre il premier sta andando a trattare con l' Europa.

     

    Tempismo perfetto. Il menù, Salvini lo serve con tempismo. «Il solito», si sfoga Conte. Il presidente del Consiglio non «vuole» sentirsi commissariato, ed è quello che dirà quando si terrà il vertice a tre più evocato della storia, tra lui, Luigi Di Maio e Salvini. Molto probabilmente non oggi. Il M5S è a un passo da una possibile implosione e il vicepremier grillino sarà concentrato sul confronto con i parlamentari convocati per questa sera.

    luigi di maio matteo salvini giuseppe conte luigi di maio matteo salvini giuseppe conte

     

    Conte lo ha confidato ai suoi collaboratori durante il viaggio verso Bruxelles per il vertice informale dei capi di Stato e di governo europei: «Chiederò a Salvini una fiducia piena pubblica. Altrimenti gli dirò che non sono disponibile a restare. Se vuole portare il Paese a sbattere con l' Europa, si assuma le sue responsabilità. Lo faccia lui, io non lo farò».

    «Io sono il garante del rispetto e dell' attuazione del contratto - ha spiegato poi il capo del governo -. Il primo a sostenere che andiamo avanti solo se manteniamo gli impegni, è il sottoscritto. Ed è bene che l' azione di rilancio del governo, dopo una campagna così accesa e intensa, passi attraverso un confronto politico serio, approfondito anche se dovesse prenderci qualche giorno, oppure sarà crisi». Un confronto lungo, non di poche ore, per fissare le nuove regole di convivenza e decidere come e se andare avanti.

    GIUSEPPE CONTE E MATTEO SALVINI A FIRENZE (DAL PROFILO INSTAGRAM DI MATTEO SALVINI) GIUSEPPE CONTE E MATTEO SALVINI A FIRENZE (DAL PROFILO INSTAGRAM DI MATTEO SALVINI)

     

    In questi giorni nervosi e incerti, il paragone che corre di più lungo la sponda grillina del governo è con Enrico Letta, quando a Palazzo Chigi già bussava Matteo Renzi. Nessuno nello staff di Conte riesce più a nascondere la convinzione che sia in atto un «tentativo di delegittimare» il premier agli occhi dei partner europei, caricando il peso politico della vittoria della Lega sui temi economici che scatenano le resistenze di Bruxelles. Siamo alla vigilia di giornate cruciali. Oggi la lettera dell' Ue sarà la premessa al rapporto sul debito italiano che arriverà il 5 giugno. Un assaggio della probabile procedura di infrazione che scatterebbe a luglio, se la trattativa con Roma dovesse fallire. Il governo ha un mese di tempo. È di questo che ha parlato Conte con il presidente uscente della Commissione Jean-Claude Juncker.

     

    Il presidente uscente della Commissione consegna a Conte i timori di tutta l' Ue sull' Italia. Chiede di Salvini. Parlano dei contenuti della lettera e della scontata richiesta di una manovra correttiva che Bruxelles pretenderà per abbassare il debito. Il premier non è contrario: «Abbiamo margini per evitare la procedura». Ma anche in questo caso bisognerà fare i conti con lo scenario dominato dal leader della Lega.

     

    DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

    Il colloquio di Conte con Juncker è l' unico a margine di una giornata dove a spadroneggiare è stato Emmanuel Macron. Di bilaterale in bilaterale, il presidente francese ha gettato le basi negoziali della futura maggioranza parlamentare e della Commissione, dove l' Italia a trazione sovranista rischia di essere davvero isolata. Dalle indiscrezioni raccolte gronda tutta la preoccupazione del presidente del Consiglio sul possibile isolamento dell' Italia. «Ci attendiamo nomine alla nostra altezza». Il governo italiano vorrebbe un portafoglio economico. La Lega, la Concorrenza o il Mercato interno. Il M5S vorrebbe il Lavoro. Per i nomi del commissario è presto, ma qualcosa - dall' ex ministro dell' Economia Giulio Tremonti a Guido Crosetto, artefice con Giorgia Meloni del dialogo tra i popolari e i conservatori in Europa - comincia a girare.

    LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE E MATTEO SALVINI A FIRENZE (DAL PROFILO INSTAGRAM DI GIUSEPPE CONTE) GIUSEPPE CONTE E MATTEO SALVINI A FIRENZE (DAL PROFILO INSTAGRAM DI GIUSEPPE CONTE)

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