Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera
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Un passo avanti tra tentazioni, timori e incertezze. Il Movimento vara il sì allo statuto contiano. La seconda convocazione dell'assemblea degli iscritti era lo scoglio per l'ok alle nuove regole riviste e corrette dopo che l'ordinanza di Napoli ha sospeso i vertici M5S e in seguito ai rilievi della Commissione di garanzia per gli statuti.
I votanti sono 38.735 (sì dal 91%) su 125.200 aventi diritto, il 31% circa. L'attenzione è ovviamente focalizzata sui numeri, dal momento che alla prima convocazione avevano partecipato poco più di 34 mila militanti.
Nell'agosto 2021 si erano espressi 60.940 votanti in totale (l'87, 36% a favore della svolta contiana). «Conte si aspettava un bagno di democrazia e ha ricevuto la doccia fredda da parte della realtà, avendo votato meno di un quinto degli iscritti», ha commentato sarcastico l'avvocato Lorenzo Borrè in merito alla prima convocazione.
LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE
Tra gli stellati c'è preoccupazione, c'è chi teme una disaffezione nei confronti del leader, chi invece nutre dubbi sul brand del partito. La situazione da limbo si riflette a tutti i livelli, al punto che lo stesso Conte - il cui ruolo come presidente sarà oggetto di una votazione la prossima settimana - è intenzionato a voler spazzare via ogni ambiguità sul suo percorso nel Movimento.
L'ex premier ha fatto capire a chi gli è vicino che «non ha intenzione di accontentarsi di una maggioranza risicata» per il voto sulla presidenza. Conte cerca una conferma convinta, altrimenti «si dimetterà anche se eletto». Forse non a caso a supporto del leader ieri sono arrivate le parole di Roberto Fico. Il presidente della Camera nelle ultime settimane fa asse in modo sempre più netto con l'ex premier.
luigi di maio virginia raggi giuseppe conte foto di bacco
A Napoli ha detto: «Il Tribunale ha sancito che le delibere andavano sospese ma Conte otterrà un plebiscito dalla votazione degli iscritti». E poi ha aggiunto: «Reputo Conte un grande leader, ed invito tutti i nostri iscritti a partecipare al voto». La situazione è tutt' altro che stabilizzata, però.
Tra i parlamentari sono sempre continui, anche se sottotraccia, i rumors sulle candidature alle prossime Politiche. C'è chi vorrebbe sfoderare di nuovo il partito di Conte (che oggi sarà a Napoli alla manifestazione promossa da Eurocities con il sindaco Gaetano Manfredi, con il presidente della Camera e con Michele Gubitosa), con un logo nuovo e volti nuovi. Azzerare tutto e ripartire con un soggetto diverso dal Movimento. Diversi esponenti dell'ala contiana premono per questa soluzione.
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L'idea sarebbe stata prospettata - secondo alcuni - nei primi giorni di questa settimana ai vertici. La possibilità sarebbe quella di un test, complice anche l'incertezza derivante dalle cause legali, alle Comunali a Palermo (c'è chi insiste anche in altre città). «Sarebbe il momento ideale per valutare il valore di una lista del presidente», sostiene uno stellato che spinge per questa opzione.
I vertici negano questa ricostruzione. «Si tratta di un progetto sostenuto da alcuni territori», spiegano nel Movimento. E aggiungono: «Non c'è stata alcuna richiesta formale». Anzi, da ambienti vicini al leader viene fatto notare come il voto sullo statuto renda di fatto non più necessario l'uso di uno stratagemma simile alle prossime Comunali e Regionali.
L'assunto è che «Conte prenda in considerazione il Movimento e solo Il Movimento». L'ipotesi di una lista Conte, d'altronde, ha fatto sobbalzare più di uno stellato. «Ma come? Non esiste al mondo un partito il cui leader si faccia una sua lista autonoma».
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