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(ANSA) "Cingolani è un grande scienziato, ha le sue posizioni (sul nucleare, ndr) che esprime ai convegni a cui partecipa. Sta lavorando al meglio portando avanti il Pnrr. Con grande prova di maturità il Movimento 5stelle, con Giuseppe Conte, ha chiesto di incontrarlo per un confronto su questi temi. Senza polemiche, ma per risolverli". Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, a Radio Anch'io su Radio Rai1. (ANSA).
2 - SCONTRO SUL NUCLEARE
Francesco Bisozzi per “il Messaggero”
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Si riapre la partita sul nucleare dopo l'attacco del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani agli «ambientalisti radical chic». Il ministro è tornato a parlare di nucleare in occasione di un evento di Italia Viva dedicato alla Scuola di formazione politica di Matteo Renzi, ribadendo la necessità di adottare «un approccio laico» in materia.
Tra lui e il presidente dei Cinquestelle Giuseppe Conte è in programma un incontro il 14 settembre in occasione del quale ci sarà un chiarimento sui progetti e le politiche per l'ambiente attualmente in cantiere. Ma non tutti nel M5S, tradizionalmente allergico al nucleare, chiudono le porte al ricorso alle nuove tecnologie del nucleare per accompagnare la transizione verde. Secondo il ministro green si stanno sviluppando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante, sicure e a basso costo, che consentiranno di sfruttare il nucleare senza il rischio di effetti collaterali.
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L'ATTACCO
Non si può dire però che il fisico l'abbia toccata piano: le parole di attacco nei confronti degli ambientalisti, definiti oltranzisti e ideologici, hanno scatenato una tempesta all'interno del M5s che affonda le sue radici nel rifiuto al nucleare da sempre propagandato da Beppe Grillo. Ora che però il Movimento è a una fase successiva (per quanto l'equilibrismo di Conte non gli consente di tirare troppo la corda con la base) tra i grillini non tutti sarebbero contrari a quanto affermato dal ministro della Transizione ecologica.
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Per esempio, il vicepresidente della commissione Bilancio della Camera Giorgio Lovecchio ha detto di non ritenere scandaloso ipotizzare il ricorso alle centrali nucleari di ultima generazione per soddisfare la domanda energetica, visto che le rinnovabili da sole non sono sufficienti. Il grosso dei penstastellati però risulta meno aperturista. La maggioranza dei grillini sostiene che il ritorno al nucleare non solo finirebbe con il distogliere l'attenzione sulla necessità di potenziare le politiche energetiche fondate sulle rinnovabili, ma si scontra anche con la volontà espressa sul tema dai cittadini tramite i precedenti referendum.
Duro invece il commento di Greenpeace Italia che sui social ha espresso la propria posizione: «Per il ministro Cingolani il nucleare sarebbe il futuro, ma parlare di reattori di quarta generazione che non esistono e di tecnologie che al momento non sono sicure né convenienti significa spostare l'attenzione dalla realtà alla fantasia. Ci chiediamo a questo punto quali interessi preferisce difendere il ministro: quelli dell'ambiente o quelli delle lobby?».
L'ENERGIA VERDE
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Rimane il fatto che in Italia l'energia verde è ferma al palo. Le fonti rinnovabili, stando ai numeri in possesso del Gestore dei servizi energetici, coprono oggi il 37% dei consumi elettrici italiani. A fine 2020 risultavano in esercizio in Italia circa 950mila impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di oltre 56 GW.
La maggioranza di questi impianti, circa 935mila, sono fotovoltaici. L'ultimo bando del Gse per destinare incentivi alle centrali elettriche green per un totale di 2461 megawatt di potenza ha assegnato solo il 12% dell'offerta. Anche per questo si guarda sempre di più a soluzioni alternative.
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«Nel mondo ci sono una ventina di centrali nucleari di nuova generazione in fase di completamento che diventeranno operative entro il 2026, in paesi come Cina, Russia e Argentina», ha affermato Umberto Minopoli in qualità di presidente dell'Associazione italiana nucleare, organizzazione no profit che raccoglie i centri di competenza sul nucleare in Italia. Sono diversi tuttavia i temi su cui Cingolani, da quando è diventato ministro, ha battibeccato (ma battibeccato è un eufemismo) con gli ambientalisti. Dalle trivelle (per via dei progetti di estrazione che hanno ottenuto il via libera in questi ultimi mesi) alle auto elettriche.
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