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    L’ISIS CHE E’ IN NOI - CONTRO LE BABY GANG A NAPOLI SCENDE IN CAMPO MINNITI: CENTO UOMINI IN PIÙ TRA POLIZIOTTI E CARABINIERI PER RAFFORZARE LA SORVEGLIANZA NELLE ZONE FREQUENTATE DAI GIOVANI, DIVENTATE TERRITORIO DI RISSE E SPARATORIE: “QUESTI GRUPPI USANO METODI TERRORISTICI”


     
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    F.B. per “il Corriere della Sera”

     

    marco minniti (7) marco minniti (7)

    Il ministro dell' Interno Minniti dice che lo Stato non consentirà alla baby gang di cambiare le abitudini dei ragazzi napoletani. Ha preparato un piano e lo ha illustrato ieri in prefettura ai responsabili delle forze di polizia e degli uffici giudiziari (ovviamente anche minorili) e al sindaco de Magistris. Cento uomini in più tra poliziotti e carabinieri che avranno il compito di rafforzare la sorveglianza nelle zone maggiormente frequentate dai giovani, quelle chiamate della movida, diventate spesso territorio di risse e sparatorie. Poi maggiori controlli sui motorini e nessuna tolleranza verso chi non è in regola.

    BABY GANG BABY GANG

     

    Ma solo questi provvedimenti, per quanto mirino a elevare in città la soglia di legalità diffusa, non basterebbero contro le baby gang, schegge impazzite che non frequentano esclusivamente i luoghi del centro (infatti alcune aggressioni sono avvenute in periferia) e sono decisamente imprevedibili.

     

    Minniti si spinge a definire «nichilista» la violenza messa in campo recentemente da questi gruppi di giovanissimi, e aggiunge che presenta «modalità terroristiche», perché colpisce «in modo casuale». Quindi ci vuole altro. Innanzitutto le indagini su quanto finora è accaduto, e su questo punto il ministro si dice ottimista: «Siamo sulla buona strada, i responsabili sono già stati individuati».

    baby gang baby gang

     

    Più complesso è il ragionamento sulla prevenzione. A Napoli - dove ha anche incontrato alcuni dei ragazzi vittime delle recenti aggressioni e i loro genitori - il responsabile del Viminale illustra un piano articolato in tre punti: lotta all' abbandono scolastico, seguendo un modello che in passato ha dato buoni risultati nel Rione Sanità; inserimento nel Programma nazionale sicurezza del finanziamento per i maestri di strada nei quartieri più difficili in modo da coinvolgere in attività didattiche anche chi continuerà a disertare la scuola; e infine un' intesa con il Tribunale per i minorenni allo scopo di togliere la patria potestà a quei genitori coinvolti in reati di mafia. Quest' ultimo punto, è lo stesso Minniti a dirlo, «è molto delicato», ma, aggiunge, «ci lavoreremo».

    BABY GANG BABY GANG

     

    In un quadro di possibile riorganizzazione delle forze dell' ordine sul territorio cittadino, il ministro dell' Interno ha anche prospettato l' eventualità di istituire dieci distretti di polizia, in modo da consentire ai presidenti di municipalità di avere un rapporto pressoché quotidiano con i responsabili della sicurezza. Anche questo, però, è un lavoro molto lungo da attuare perché richiederebbe una trasformazione radicale dell' organizzazione dei commissariati così come è ora.

     

    BABY GANG BABY GANG

    Una organizzazione che, in generale, risultati positivi ne ha dati e continua a darne. È proprio di ieri la conclusione di una indagine condotta dai carabinieri, che ha portato all' arresto di sette giovanissimi, di cui quattro minorenni, che tra l' ottobre e il novembre dello scorso anno avrebbero commesso diciassette rapine, tutte o quasi ai danni di minori.

     

    Coordinata dalla Procura minorile, l' indagine è partita dal confronto delle testimonianze delle vittime, che riferivano quasi tutte di essere state aggredite sempre negli stessi luoghi: stazioni ferroviarie, ville o giardinetti comunali, anche piazze ma in orari di scarso affollamento.

    baby gang napoli pistola giocattolo baby gang napoli pistola giocattolo

     

    Nel giro di un mese episodi molto simili sono avvenuti in numerosi centri della provincia: Pomigliano, Casalnuovo, Brusciano, Volla, Casoria. Non sono paesi molto distanti l' uno dall' altro, e già questo aveva indotto gli investigatori a ipotizzare che ad agire fosse sempre la stessa banda. Quello che all' inizio non si immaginava e che invece è emerso dalle indagini era la giovanissima età dei rapinatori, che per minacciare le loro vittime, e impossessarsi di smartphone e pochi spiccioli, non avevano nemmeno una pistola vera ma un giocattolo.

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