ANDREA CRISANTI
Che sia necessaria una nuova stretta è fuor di dubbio secondo Andrea Crisanti, ma che il governo sia comunque in ritardo è altrettanto certo. «Abbiamo aspettato troppo tempo – dice il direttore di Microbiologia dell’Università di Padova al Messaggero – Il lockdown nelle regioni maggiormente in affanno andava fatto due settimane fa, non adesso».
MEME SU GIUSEPPE CONTE
Con l’ultimo Dpcm varato appena lo scorso 24 ottobre, ora non resta che aspettarne gli effetti, mentre i dati di contagi di Coronavirus corrono a ritmi sempre più serrati: «Se mercoledì vedremo dati differenti, sarà finita – aggiunge Crisanti – Si andrà per forza al lockdown, magari in una forma meno severa di marzo. Ma qualcosa sarà inevitabile fare».
GIUSEPPE CONTE E LA CHIUSURA DEI BAR BY CARLI
La chiusura delle grandi città più a rischio se non di intere province rischia però di essere ancora una volta insufficiente perché tardiva. Ma la direzione che il governo sembra aver preso è di evitare fino all’ultimo una chiusura nazionale, provando a circoscrivere i contagi su singoli territori: «Potremmo decidere chiusure meno severe nelle Regioni con una minore diffusione del virus, più rigorose nelle altre».
GIUSEPPE CONTE DPCM MODE BY CARLI
Quel che è evidente però è che la diffusione dei contagi coinvolge quasi tutta l’Italia, segnale che la trasmissione del virus, perciò è indispensabile intervenire su «macroaree, non c’è più tempo per interventi limitati a piccoli territori», seguendo l’esempio della Germania che comunque ha già deciso per tempo.
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