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    CHE DISDETTA - SE SI CONTINUA A LUNGO CON L’ISOLAMENTO IMPOSTO DAL GOVERNO GLI EFFETTI PER L’ECONOMIA ITALIANA SARANNO CATASTROFICI - LE AGENZIE DI VIAGGIO SONO GIÀ AL COLLASSO, CON IL 70% DELLE PRESENZE TURISTICHE CANCELLATE. IL SETTORE DEL TURISMO VALE IL 13% DEL PIL E IL 15 DELL’OCCUPAZIONE – POI CI SONO INDUSTRIA E ARTIGIANI, INCAZZATI NERI CON IL GOVERNO PER LA COMUNICAZIONE CATASTROFICA: COSÌ MUORE UN PAESE GIÀ TERMINALE…


     
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    1 - IL FRONTE DEL TURISMO, PIOGGIA DI DISDETTE PRESENZE GIÙ FINO AL 70%

    psicosi coronavirus turisti e poliziotti con la mascherina a venezia psicosi coronavirus turisti e poliziotti con la mascherina a venezia

    Francesco Bisozzi e Claudia Guasco per “il Messaggero”

     

    L' Italia in quarantena mette in ginocchio il turismo dopo che paesi come Francia e Inghilterra hanno attivato politiche di isolamento nei confronti di chi ritorna dalle zone della penisola colpite dal coronavirus. Risultato, in queste ore una pioggia di disdette sta falcidiando un settore che conta circa due milioni di lavoratori e vanta un giro d' affari da 146 miliardi di euro.

    giuseppe conte pil recessione giuseppe conte pil recessione

     

    A rischio questa primavera un terzo del fatturato annuo del comparto. Ballano decine di milioni di pernottamenti negli alberghi. E migliaia di agenzie di viaggio rischiano di dover abbassare la saracinesca a causa dell' ondata di panico legata al diffondersi della malattia.

     

    «Sono soprattutto gli stranieri a disdire in questa fase, spesso senza una giustificazione valida, dopo che le autorità di molti Stati hanno sconsigliato di effettuare viaggi nella penisola», spiega la vice presidente di Federturismo Marina Lalli. Pesa pure la sospensione delle gite scolastiche che sempre stando ai numeri in possesso di Federturismo muove ogni anno un business da 316 milioni di euro.

    turisti cinesi con la mascherina a roma 3 turisti cinesi con la mascherina a roma 3

     

    Per la presidente della Federazione italiana imprese viaggi e turismo Ivana Jelinic, interpellata dal Messaggero, le disdette complessive al momento si attestano attorno al 70 per cento: «Risultano particolarmente esposte al collasso le agenzie di viaggio, che sono circa dodicimila in Italia e contano 60 mila dipendenti. L' emergenza presenta ricadute in tutti gli ambiti. Ci aspettiamo che vengano adottate al più presto misure di sostegno all' altezza della situazione».

     

    LE MISURE

    psicosi coronavirus, turista con bigliettini sul giubbotto 2 psicosi coronavirus, turista con bigliettini sul giubbotto 2

    Per il leader della Lega Matteo Salvini il panico da coronavirus invece è già costato l' 80 per cento di disdette in entrata e uscita. Fari puntati a questo punto sulle misure restrittive adottate dagli altri Paesi che in questo momento danneggiano chi si sposta verso o da l' Itala. A rischio secondo il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, 40 milioni di pernottamenti. «Siamo molto preoccupati, in pochissimo tempo la situazione è precipitata. Durante i mesi di febbraio e marzo gli esercizi ricettivi italiani ospitano 14,5 milioni di turisti italiani e stranieri».

     

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    La stagione primaverile, calcola Confesercenti, vale il 30 per cento circa del fatturato totale annuo del turismo. Le imprese turistiche contribuiscono al prodotto interno lordo per il 13 per cento e per il 14,7 per cento all' occupazione nazionale. Nell' occhio del ciclone non solo alberghi e agenzie di viaggio, ma anche bar, ristoranti e attività commerciali. Al governo le associazioni di categoria hanno chiesto perciò di dichiarare lo stato di crisi del comparto e di adottare provvedimenti per tamponare l' emergenza, sospendendo il pagamento di tasse, contributi e mutui ed estendendo l' area d' intervento dei fondi di integrazione salariale.

     

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    Più nel dettaglio, l' Associazione italiana distribuzione turistica, Assoviaggi, Astoi (l' associazione dei tour operator) e la Federazione del turismo organizzato hanno chiesto alla Farnesina di fare pressione sui Paesi che stanno introducendo blocchi verso l' Italia per cercare di allentare il più possibile le misure restrittive. Non solo.

    Le associazioni invocano il differimento del pagamento dei contributi previdenziali e del pagamento delle imposte dirette e indirette per un periodo non inferiore a dodici mesi come già avvenuto per gli eventi sismici, la riduzione dell' aliquota Irpef, l' accesso agevolato al credito e la sospensione del pagamento delle rate dei mutui, oltre all' istituzione di appositi fondi dell' Unione europea e di aiuti speciali per gli organizzatori di viaggi (tour operator e agenzie di viaggi) che consentano a questi ultimi di coprire le perdite derivanti dall' acquisto di servizi relativi a viaggi cancellati e di superare le difficoltà nei flussi di cassa per mantenere l' operatività aziendale. Intanto a causa del coronavirus è stato deciso di spostare il Salone del Mobile di Milano dal 21-26 aprile al 16-21 giugno. L' annullamento avrebbe provocato un danno di 120 milioni di euro.

    giuseppe conte roberto gualtieri giuseppe conte roberto gualtieri

     

    2 – LA RABBIA DEL VENETO CONTRO LA POLITICA "IL PANICO CI COSTERÀ MILIARDI DI DANNI"

    Paolo Possamai per “la Stampa”

     

    Due giorni fa, uno dei grandi industriali della siderurgia, faceva circolare tra i suoi contatti in whatsapp un fotomontaggio dell' Ultima cena di Leonardo. Restava solo la tavola imbandita, nessuno degli apostoli e nemmeno Cristo. Una semplice didascalia: «Qui a Milano stiamo esagerando».

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    E adesso lo pensano proprio tutti, tra Lombardia e Veneto, tra quanti hanno la responsabilità di un bilancio. Che sia della grande impresa o di un bar poco importa. «Siamo in presenza di un autentico effetto panico, generato da una comunicazione politica e da ordinanze percepite come eccessive» dice Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Veneto.

     

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    Che aggiunge: «Spero che i decreti non siano confermati, ne va della vita di migliaia e migliaia di piccole imprese che vivono degli incassi giornalieri per pagare fornitori, dipendenti, mutui, bollette. C' è il concreto pericolo di una crisi gravissima, mai vista, fatta di crollo dei consumi interni e delle esportazioni. Paralisi della vita economica del paese». Lo stesso leit-motiv sta nella lettura che degli effetti delle ordinanze sul coronavirus si è composto Antonio Santocono.

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    Non solo la sua esperienza da imprenditore (fondatore di Corvallis, impresa informatica da 160 milioni di ricavi nel 2018), ma il suo osservatorio da presidente di Camera di commercio di Padova lo portano a un giudizio lapidario. «Siamo a un cortocircuito dell' economia davvero drammatico - sostiene Santocono - dove la combinazione tra il comprensibile panico popolare e la follia di misure politiche del tutto sproporzionate può determinare una crisi senza precedenti.

     

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    Siamo persuasi che la salvaguardia della salute sia perseguibile senza distruggere il tessuto economico». Ma che riflessi concreti misura sulla sua quotidiana attività? «Che espressione potrei usare se non follia quando le aziende di cui la mia impresa è consulente chiamano per chiedere che non mandiamo tecnici veneti?».

     

    PSICOSI CORONAVIRUS - UN FILIPPINO SCAMBIATO PER CINESE VIENE AGGREDITO AL SUPERMERCATO PSICOSI CORONAVIRUS - UN FILIPPINO SCAMBIATO PER CINESE VIENE AGGREDITO AL SUPERMERCATO

    Un aneddoto simile lo racconta Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia e Rovigo. Ieri un fornitore croato che doveva consegnare un carico di calce viva a Marghera, sede dell' azienda di Marinese, ha rifiutato la commessa poiché poi al rientro non sarebbe più stato riammesso in Croazia. «Siamo alle prese con una comunicazione folle che rischiamo di non riuscire più a gestire, che alimenterà panico ingiustificato e d' altra parte ci costerà decine di miliardi di danni. Dobbiamo essere consapevoli che l' export riprenderà lentamente e che servirà tanto tempo perché la situazione rientri nella normalità»".

     

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    Parole non equivocabili, che riflettono in modo vivido l' esperienza di una miriade di industriali che intasano mail e telefoni di associazioni di categoria e camere di commercio. Arrabbiatissimi davanti a chi parla di smart working come fosse la panacea: ma vi pare possibile governare il tornio dal salotto di casa? Chiedono assistenza, informazioni e spingono affinché le organizzazioni di rappresentanza battano i pugni sul tavolo di Giuseppe Conte e Luca Zaia, accomunati per la prima volta nel "pollice verso".

     

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    E a suo modo anche la richiesta di cassa integrazione formulata dai big bellunesi dell' occhialeria Safilo, De Rigo, Marcolin riflette l' onda Covid-19. La rabbia monta in fabbrica e nelle botteghe artigiane come tra baristi, ristoratori, tabaccai, negozianti. Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto, testimonia «enorme preoccupazione. Rischiamo la catastrofe. La comunicazione politica ha generato una sorta di allarme terroristico. Una onda di tsunami che rischiamo di non recuperare nemmeno in estate.

     

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    Così muore il Paese. Osservo una anomala sproporzione tra il rischio coronavirus e la certezza della pandemia sulla economia». Ma che accade nei negozi di Bertin in questi giorni? «Ieri non ho incassato nemmeno i soldi per pagare la energia elettrica» risponde il presidente dei commercianti veneti. Che indica nel turismo il settore più terremotato dalle ordinanze anti-Covid 19: «Il turismo si fonda sulla fiducia. Abbiamo terrorizzato il nostro cliente e bombardato la nostra reputazione dinanzi al mondo».

     

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    Enrico Marchi, presidente di Save, gestore dell' aeroporto di Venezia, a testimonianza dell' impazzimento sistemico in atto e con un mezzo sorriso sulla bocca, segnala che Alitalia ieri ha sospeso i voli tra Roma e lo scalo veneziano, come ha fatto Seul. Nord Italia infetto.

    Marco Michelli, albergatore a Bibione e vice presidente nazionale di Confturismo, segnala che «stanno arrivando disdette a raffica sulle prenotazioni estive da Germania e Nord Europa, la Pasqua e il ponte di Pentecoste dobbiamo già darle per perse. Le nostre coste e il Garda, oltre a Venezia e alle città d' arte, andranno a picco».

     

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    Tant' è che la città Serenissima svende a 30-40 euro a notte le camere e comunque segna -40% nelle prenotazioni. «Abbiamo adottato misure draconiane e effettuato migliaia e migliaia di test. Logico che in Germania o in Francia emergano meno casi, visto che non li cercano. Devo sperare che il decreto non venga prolungato perché sarebbe la lastra tombale sulla prima regione turistica italiana» commenta Michielli. Quasi una voce unanime: non replicate le ordinanze!

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