Paolo Russo per “la Stampa”
GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA
I contagi continuano a galoppare e con loro i ricoveri, sia quelli nei normali reparti, sia quelli in terapia intensiva. Così il ministro Speranza ordina: «Raddoppiate i posti letto nelle pneumologie e aumentateli del 50% in terapia intensiva e nei reparti di malattie infettive». Anche attingendo ai letti delle strutture sanitarie private e richiamando in servizio medici e infermieri oramai in pensione o spostando dal Sud al Nord il personale in questo momento meno sotto stress.
ospedale di codogno
L' imperativo è comunque fare presto, perché gli ospedali del Nord che sono in prima linea nella battaglia contro il virus sono al limite del collasso. La situazione l' ha fotografata l' Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri. I posti letto di rianimazione nelle tre regioni più esposte, cioè Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sono in tutto 1.800. Normalmente il 40% di questi resta vuoto per fronteggiare eventuali emergenze o maggiori flussi di pazienti.
ospedale di codogno
In tempi di coronavirus il loro tasso di utilizzo è salito al 95%: detto diversamente solo 5 posti su 100 sono in questo momento liberi. E i malati gravi che hanno bisogno di macchine per respirare aumentano in proporzione. Erano 229 martedì e sono saliti a 295 solo 24 ore dopo. Con questi numeri secondo l' Anaao i posti in rianimazione sono già in esaurimento in Lombardia, lo saranno tra 5 giorni in Veneto ed entro una settimana in Emilia.
Il personale
codogno – panico coronavirus 3
Medici e infermieri nelle zone rosse lavorano oramai anche tre turni di fila senza riposo, perché sono pochi e il 10% di loro ricoverati con infezione da Covid-19 contratta proprio mentre tentavano di contrastarlo. «Da noi per ora siamo riusciti a ricoverarli in camere singole adatte all' isolamento, ma quelle a pressione negativa, che servono per non contaminare l' aria le abbiamo oramai esaurite e i posti in rianimazione sono occupati per molti giorni anche da persone di 40-50 anni con problemi respiratori seri», confida Stefano Magnone, chirurgo dell' ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, che di ricoverati con coronavirus ne ha contato più di 130 solo ieri.
milano bloccata emergenza coronavirus 13
Per questo, il Ministero della Salute ha deciso di correre ai ripari rafforzando la dotazione di letti in
OSPEDALE DI CREMONA PRE TRIAGE DA CORONAVIRUS
pneumologia, infettivologie e terapie intensive. «Dimenticando però che in prima linea nella lotta al virus ci sono i reparti di medicina interna, che trattano i pazienti più fragili con più patologie», fanno sapere dalla Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri. Comunque la maggiore dotazione di letti non avverrà tirando su in pochi giorni nuovi ospedali come in Cina. Ma liberando posti nei reparti dove ci sono meno ricoverati.
un malato di coronavirus trasportato in ospedale coronavirus casi in italia
Magari anche trasferendo pazienti non gravi nelle strutture private, che solo in Lombardia di letti ne hanno 7. 500, di cui 380 in rianimazione. Le altre carenze Poi servono anche le attrezzature per aiutare chi non ce la fa a respirare da solo, anche se non necessariamente deve occupare un posto in terapia intensiva. Per questo sempre in Lombardia si stanno acquistando delle specie di caschi, nome tecnico Cpap (Continuous positive airway pressure), nei quali i pazienti possono respirare più facilmente.
termoscanner aeroporto 6
OSPEDALE CODOGNO LODI
Ma l' emergenza non è da meno per il personale, che «verrà reclutato anche da altre aree del Paese», specifica la circolare. Mentre per i medici e infermieri provenienti da altri reparti è previsto «un percorso formativo rapido e qualificante per il supporto respiratorio nelle aree di terapia sub intensiva». «Per far si che la coperta non diventi troppo corta - rilancia il segretario nazionale dell' Anaao, Carlo Palermo - serve però assumere rapidamente personale a tempo determinato». Il sindacato boccia invece l' idea di richiamare in servizio i pensionati. «In quanto anziani sarebbero più esposti alla minaccia di contagio».