Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
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Sull'Europa cala minacciosa l'ipotesi di una seconda violenta ondata di Covid-19. I numeri estivi registrati nel continente non suggeriscono niente di rassicurante. La curva è in ascesa, basta osservare qualsiasi grafico: 979.259 positivi, con un aumento, mercoledì, di 18.444 unità. Più 383 decessi sempre considerando lo stesso lasso di tempo.
E sebbene l'Italia segni, ad oggi, un andamento non preoccupante questo non ci mette al riparo da un autunno caldo. Soprattutto se i nostri vicini non riusciranno ad arginare l'epidemia. Lo sa bene la sanità militare che ha già disegnato uno scenario complicato e in base a questo ha modulato un piano per il contrasto al Covid-19. Il progetto anti-coronavirus dell'esercito.
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GLI ESPERTI
D'altro canto sono sempre più numerose le voci di autorevoli scienziati che spiegano: «se altre nazioni europee intorno a noi non tengono - sottolinea Fabrizio Pregliasco, virologo all'Università di Milano - il pericolo aumenta indubbiamente anche per il nostro Paese».
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Concetto ribadito in questo modo sempre da Pregliasco: «Con il peggioramento della situazione pandemica nel nostro continente, oltre che in Asia e in America, oggi il rischio di una seconda ondata di Covid-19 in Italia diventa più pesante e concreto».
La sanità militare in prima linea durante la primavera ha acquisito competenze per il contrasto alla Sars-Cov2. Un'emergenza che aveva colto di sorpresa l'intero Paese. I militari avevano partecipato sul fronte sanitario evitando che il sistema nazionale precipitasse. Avevano scongiurato il collasso di ospedali, case di riposo o Rsa. Un quadro che, in una ipotetica seconda ondata, è necessario escludere. Ragionano i militari, la cui cabina di regia è il comando logistico dell'esercito.
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LE RISERVE
Per questo motivo sono stati già riempiti i magazzini di tutto il necessario. Capannoni pieni per garantire un'autonomia di almeno 90 giorni. Tre mesi di tempo utili per poi, nel caso i contagi dovessero risalire, ributtarsi nel mercato e comprare prodotti senza trovarsi imbrigliati nella rete di speculatori senza scrupoli. Ecco perché l'esercito dispone già di 10mila maschere Ffp3, 300mila Ffp2e tre milioni di chirurgiche.
coronavirus e medici militari
E ancora, 100mila test sierologici, 6000 tute, 4000 occhiali e diverse migliaia di calzari e doppi guanti. Questo per quanto riguarda le protezioni individuali. Sul fronte mezzi il parco auto è stato rafforzato con l'acquisto di 4 ambulanze specifiche per il biocontenimento che verranno dislocate a Roma e Milano. Speciali macchine in grado di garantire il trasporto di pazienti positivi in totale sicurezza. Scongiurando da un lato il contagio al personale e dall'altro offrendo la migliore assistenza possibile.
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MEDICI MILITARI
C'è poi il capitolo professionale. Gli uomini e le donne specializzate che la sanità militare è in grado di mettere in campo. Si tratta di 250 medici e 400 infermieri che l'esercito può spostare rapidamente, in caso di necessità e urgenza lungo tutto il Paese. Il modello della task force si è rivelato vincente nel contrasto al Covid-19.
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Piccoli gruppi che lavorano a sostegno delle unità operative delle Asl nelle regioni. Professionisti che hanno le competenze e la strumentazione per rilevare subito un caso di positività o tamponare un'eventuale carenza di organico nelle strutture ospedaliere.
Durante la fase del lockdown questo metodo di lavoro è stato messo a punto. Adesso è stato migliorato. Insomma un modello flessibile, truppe leggere da trasferire rapidamente perché, per rimanere in ambito militare: non si tratta di una guerra, bensì di una guerriglia, con un nemico invisibile, il Coronavirus.
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