Stefano Montefiori per www.corriere.it
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Nei giorni della pandemia e della carenza di test, i proprietari delle ville nella residenza privata «Les Parcs» di Saint Tropez possono godere del lusso più ricercato e al passo con i tempi: i test sierologici per sapere se si è entrati o no in contatto con il Covid-19. Le analisi del sangue per il coronavirus mancano nell’ospedale e nella casa di riposo Les Platanes poco lontano, ma non nella comunità di miliardari fondata negli anni Cinquanta dall’immobiliarista Robert Geffroy e la sua associata Léone Maria.
Gli ospiti
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«Les Parcs» è una «gated community» nella penisola del Cap Saint-Pierre, nel Sud della Francia, il cui accesso è protetto da una sbarra e da agenti di sicurezza in servizio giorno e notte. Come la Villa Montmorency a Parigi (un pezzo della capitale sottratto all’accesso del pubblico) le spiagge e le pinete di «Les Parcs» sono inaccessibili se non ai circa 180 co-proprietari, tra i quali ci sono il re indiano dell’acciaio Lakshmi Mittal, l’uomo d’affari egiziano Mohamed Al Fayed, il belga Albert Frère, il fondatore della catena di panetterie Paul, Francis Holder, e quello dei ristoranti Léon di Bruxelles, Alain Roubach.
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Vicini a Saint Tropez, ma protetti dal caos dei turisti contro il quale periodicamente si indigna Brigitte Bardot. Secondo un’indagine della rivista capital.fr di qualche anno fa (2016), la villa meno costosa, immersa nel verde ma senza vista mare, ha una valore di mercato di circa 8 milioni di euro, che salgono a 12 per la vista sul mare e a 30 per la prima fila con spiaggia. Ci sono ovviamente piscine, campi da tennis, un molo per gli yacht e lo spazio per gli elicotteri (massimo due partenze al giorno per contenere il rumore). Da qualche giorno, anche un centro Covid-19.
I test
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Quel che accade all’interno della residenza «Les Parcs» è di solito avvolto dal segreto. Come sempre in questi casi gli ospiti tengono molto alla riservatezza. Ma l’indiscrezione è comunque arrivata al quotidiano locale Var Matin, che ha pubblicato un articolo su uno «screening controverso del coronavirus in una residenza esclusiva di Saint-Tropez». Sono arrivate precisazioni e puntualizzazioni, a «les Parcs» non si fanno tamponi. Ma test sierologici sì, secondo quanto ha spiegato sindaco di Saint Tropez, Jean-Pierre Tuveri.
les parcs
«Si tratta di uno studio non remunerato, effettuato su un campione di circa 60 persone all’interno di una residenza privata, che serve per validare il test sierologico messo a punto da un laboratorio farmaceutico. Sono test non ancora autorizzati, che non possono essere messi sul mercato, né tantomeno usati nelle case di riposo, negli ospedali o distribuiti ai cittadini di Saint Tropez». In sostanza, secondo questa versione, i 60 residenti di «Les Parcs» si prestano a fare da cavie per un nuovo tipo di test sierologico sul Covid-19.
jean louis oger
L’imprenditore
quarantena a saint tropez 1
Come mai un laboratorio farmaceutico va fino a Saint Tropez e sceglie 60 facoltosi e molto riservati volontari per un test sul sangue legato al coronavirus? Perché il presidente dell’associazione dei proprietari di «Les Parcs» è Jean-Louis Oger, farmacista che ha fatto fortuna, è diventato imprenditore e possiede laboratori e cliniche private nel Sud della Francia. Il centro di analisi per il Covid-19 è stato organizzato nell’ufficio di Oger dentro la comunità, dove un medico e un tecnico hanno prelevato e analizzato il sangue ai residenti. Un privilegio che ha suscitato molto proteste nella zona. Il sindaco Tuveri evoca una collaborazione con l’Institut Pasteur di Parigi (centro pubblico), che però nega di essere mai stato contattato. L’Agenzia regionale della Sanità ha aperto un’inchiesta.
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