Coronavirus, pazienti in coda negli ospedali di Wuhan in Cina
Coronavirus, il grido degli abitanti confinati in casa: ''Wuhan, combatti''
1 - WUHAN CITTÀ RIAPERTA MA IN CINA PREOCCUPA IL CONTAGIO DI RITORNO
Michelangelo Cocco per “il Messaggero”
xi jinping a wuhan 6
È la fine di un lungo incubo collettivo che ha sconvolto le vite di 60 milioni di cinesi. Dopo oltre due mesi, Wuhan uscirà dall'isolamento il prossimo 8 aprile, mentre già da oggi le draconiane restrizioni messe in atto per contenere il contagio del coronavirus saranno rimosse nel resto dello Hubei.
PROVVEDIMENTI
ospedale xiehe a wuhan
Lo hanno annunciato ieri le autorità provinciali, ricordando le nuove misure per scongiurare una seconda ondata di infezioni. Chi vorrà uscire da Wuhan o dallo Hubei potrà farlo solo munito dell'apposito codice QR che ne certificherà (sullo smartphone) lo stato di salute: grazie a questo accorgimento, Shanghai e le più ricche province costiere sono pronte ad riaccogliere i lavoratori migranti dello Hubei. In attesa dell'8 aprile, a Wuhan si sanificano metropolitane e autobus fermi dal 23 gennaio scorso, vengono rimossi i check point e installati termoscanner all'ingresso di tutte le stazioni, mentre lungo i viali gli onnipresenti striscioni rossi invitano la popolazione a mantenere il distanziamento sociale e indossare la mascherina.
medici cinesi felici a wuhan
Secondo la task force guidata dal premier Li Keqiang, la trasmissione della pandemia nella metropoli e nella sua provincia è stata ormai interrotta, tanto che nella Detroit della Cina hanno riaperto anche le fabbriche della Toyota e della Honda, mentre stanno ripartendo i 20 mila medici che avevano aiutato il sistema sanitario locale al collasso. Le immagini degli eroi in camice bianco vengono proiettate sui grattacieli della città martire, su internet e in tv vengono celebrati i guardiani globali che secondo la propaganda contenendo l'epidemia in Cina hanno permesso al mondo di guadagnare tempo.
PREVISIONI
poliziotto wuhan
Sia come sia, per lo Hubei e per l'intero Paese si preannunciano mesi difficili: migliaia di migranti che negli ultimi anni avevano acceso un mutuo per acquistare un appartamento hanno perso il lavoro, mentre è crollata sia la domanda interna che quella dall'estero. Ma dopo 81.000 casi e 3.277 morti in Cina (la stragrande maggioranza dei quali concentrati a Wuhan e nello Hubei) finalmente gli abitanti potranno riprendere a lavorare, riabbracciare parenti e amici, uscire per strada liberamente, anche se tutto ciò avverrà per gradi. Dopo giorni senza alcun contagio a Wuhan ieri se n'è registrato uno, un medico dell'Ospedale del popolo.
xi jinping con la mascherina 2
Dopo aver vinto quella che i media cinesi dipingono come un'epica guerra di popolo contro il nuovo coronavirus, Pechino continua a combattere, questa volta contro i casi importati che potrebbero riattizzare in ogni momento il contagio.
I CASI
L'altro ieri 74 dei 78 nuovi casi di Covid-19 erano arrivati da fuori, quasi il doppio rispetto ai 39 registrati domenica. Da lunedì scorso, l'aeroporto internazionale di Pechino è chiuso ai voli in arrivo dall'estero che sono tutti dirottati su altri 12 scali, anche molto lontani dalla capitale. Al momento dello sbarco gli stranieri vengono tutti visitati: i negativi possono reimbarcarsi per Pechino, dove devono sottoporsi a due settimane di quarantena in strutture ad hoc; i positivi vengono immediatamente ricoverati.
mercato di wuhan
Testimoni italiani residenti in Cina hanno riferito che l'altro ieri all'aeroporto di Shanghai tre minori stranieri (tra i 6 e i 13 anni) risultati positivi al Covid-19 sono stati «immediatamente strappati alle famiglie e portati in isolamento in ospedale senza possibilità di essere assistiti da un genitore». Dell'episodio sono state informate le autorità consolari italiane, in vista del rientro in questi giorni di famiglie di connazionali con bambini che frequentano la scuola in Cina. Ma, quando vengono trovati casi positivi, scattano dispositivi rigidissimi, che le autorità applicano senza distinzioni: agli stranieri come ai cinesi.
XI JINPING CON LA MASCHERINA
2 - XI LIBERA HUBEI DALLA QUARANTENA RIPARTONO AEROPORTI E FABBRICHE
Cecilia Attanasio Ghezzi per “la Stampa”
A mezzanotte hanno riaperto la regione dello Hubei, mentre per il suo capoluogo Wuhan, la megalopoli da 11 milioni di persone messa in quarantena lo scorso 23 gennaio, si aspetterà l' 8 aprile. Significa che quasi 60 milioni di persone, le prime del globo ad esperire il lockdown, potranno ricominciare a muoversi e a viaggiare per la Cina, «in maniera ordinata» come specifica il governo locale. Significa riaprire aeroporti, fabbriche e stazioni. E rischiare.
controlli a wuhan 1
La decisione avviene dopo una settimana in cui le autorità hanno registrato appena due casi autoctoni (salgono invece a 427 i cosiddetti casi "importati" dall' estero, di cui 74 solo ieri) ma non si tratta di un vero e proprio ritorno alla normalità. Le scuole rimarranno chiuse «fino a data da destinarsi» e si potrà spostare solo chi ottiene il «codice verde» da un controverso algoritmo che incrocia big data e geolocalizzazioni. Inoltre in molti temono che la fretta di porre fine all' emergenza economica che si è venuta a creare - gli economisti parlano della prima contrazione economica del Paese dal 1976, anno della morte di Mao Zedong - spinga la leadership di Pechino ad ignorare diversi campanelli d' allarme.
wuhan disinfestazione
Giovedì scorso, quando per la prima volta le autorità di Wuhan hanno annunciato di aver registrato zero casi, i social si sono riempiti dei documenti rilasciati dai comitati di quartiere che notificavano nuovi contagi. Ma sopratutto non si capisce come la Cina stia gestendo i cosiddetti asintomatici. Trasgredendo alle raccomandazioni dell' Oms, infatti, Pechino non annovera tra i casi coloro che risultano positivi ma non hanno sintomi. Un problema non da poco considerato che, secondo documenti classificati visionati dal «South China Morning Post», sarebbero stati 43 mila già a fine febbraio.
i primi pazienti arrivano nel nuovo ospedale a wuhan 3
C' è da dire che ancora non è chiara la potenzialità di trasmissione di queste persone che, stando a diversi studi, dovrebbero rappresentare più o meno un terzo del totale. «Caixin», il settimanale economico che meglio ha trattato quest' epidemia, riporta che ogni giorno a Wuhan decine di pazienti positivi al Covid-19 sono esclusi dai bollettini ufficiali. Inoltre, secondo fonti dell' agenzia di stampa giapponese Kyodo, molti pazienti sono stati fatti uscire forzatamente dagli ospedali (e quindi dalle statistiche) prima della visita del presidente Xi lo scorso 10 marzo e sarebbero liberamente in giro. E a confermare che la leadership non è proprio sicura di quello che sta facendo, «Caixin» dà notizia che il rientro del personale medico dalla megalopoli è stato interrotto, non si sa mai.
XI JINPING VIRUS
Tutto questo mentre la narrazione politica si concentra su come la Cina, che ha sconfitto per prima il virus, possa offrire la sua esperienza al resto del mondo e i media di Stato sono inondati dalle immagini della virologa, nonché generale dell' Esercito di liberazione popolare, Chen Wei. In piedi in una stanza spoglia, si fa iniettare quello che potrebbe essere il vaccino che ci salverà. Sullo sfondo, appesa al muro, una grande bandiera del Partito comunista.
cinesi si proteggono come possono dal coronavirus
Chen è in abiti militari e con il suo sguardo fiero si presta, come d' altronde la Cina, ad essere insieme cavia ed esempio. Peccato che la foto è stata scattata prima che la virologa cominciasse a lavorare al vaccino. Diciamo che la propaganda si è portata avanti con la vittoria.
cinesi si proteggono come possono dal coronavirus 2 ospedali cina per coronavirus 8 corona virus IL CADAVERE DI UN UOMO A TERRA A WUHAN ospedali cina per coronavirus 9 cinesi si proteggono come possono dal coronavirus 1