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Se l’emergenza coronavirus dovesse diffondersi a dismisura in tutte le regioni del Nord e durasse qualche mese il rischio che una buona parte dell’economia nazionale si fermi è «alquanto probabile». Lo afferma l’Ufficio studi della Cgia segnalando che in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria viene «generata» la metà del Pil nazionale e del gettito fiscale che finisce nelle casse dell’erario; vi lavorano oltre 9 milioni di addetti occupati nelle imprese private (pari al 53 per cento del totale nazionale); da questi territori partono per l’estero i 2/3 delle esportazioni italiane e si concentra il 53 per cento circa degli investimenti fissi lordi.
soldati con la mascherina in piazza duomo a milano
GIUSEPPE CONTE AL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Misure strutturali per l’economia
Secondo la Cgia, è necessario rifinanziare Cigo e Cigs (cassa integrazione ordinaria e straordinaria), ridare credito alle Pmi e che la Pubblica amministrazione paghi i suoi debiti in tempi ristretti. Oltre alle misure urgenti che interessano le attività e i contribuenti che rientrano nei Comuni nella cosiddetta zona rossa è altresì necessario che l’esecutivo metta a punto una misura strutturale che interessi tutta l’economia.
PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI
«Il danno di immagine provocato al nostro Paese dal coronavirus è alquanto pesante. Molti settori produttivi - segnala Paolo Zabeo - sono già allo stremo, per questo chiediamo al governo di approvare subito un intervento di medio-lungo termine che preveda il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e l’estensione degli stessi ai settori che oggi ne sono sprovvisti, si rafforzino le misure di accesso al credito delle Pmi e la P.a. paghi tutti i debiti che ha contratto con i propri fornitori».
coronavirus e mercati
Investimenti pubblici
giuseppe conte con rocco casalino al dipartimento della protezione civile
Oltre a questo, la Cgia chiede di rilanciare anche gli investimenti pubblici. Renato Mason, segretario Cgia, rileva che «il Commissario Europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha annunciato che Bruxelles, così come ha già fatto in passato quando abbiamo affrontato altre importanti emergenze come il terremoto nel centro Italia e l’arrivo in massa dei migranti nei porti del Sud, ci riconoscerà una dose di flessibilità che ci consentirà di non rispettare gli impegni assunti in merito al rapporto deficit/Pil. Risorse che, a nostro avviso, devono essere spese per la rilanciare gli investimenti pubblici, per ammodernare questo Paese, in altre parole per ridare fiato a una economia che, altrimenti, rischia di entrare in recessione».
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