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Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
Piero Di Lorenzo, è presidente e ad di Irbm di Pomezia, l'azienda di Pomezia che collabora con l'Istituto Jenner di Oxford nello sviluppo del vaccino che sarà prodotto e commercializzato da AstraZeneca, vicino alla conclusione della fase 3 della sperimentazione. L'Italia ha acquistato 70 milioni di dosi.
A che punto siamo?
«Ci aspettiamo la fine della fase di sperimentazione 3 entro gli ultimi giorni di novembre, al massimo nei primi giorni di dicembre. La parola poi passerà alle agenzie regolatorie per l'autorizzazione.
Normalmente potrebbero impiegare mesi, ma nel caso specifico sono fiducioso che, viste le condizioni inquietanti che viviamo tutti, taglieranno non certo i tempi per fare tutte le verifiche scientifiche nel modo più stringente e severo, ma quelli dell'iter burocratico».
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In realtà l'esame da parte di Ema, l'autorità europea, è già cominciato.
«Da un mese. Sono stati consegnati tutti i report della fase pre-clinica. Ora dovranno essere consegnati quelli della fase clinica 3, quella di ampio spettro».
Quando (e se) arriverà l'autorizzazione, quali saranno i tempi per la produzione? Quando potrà avvenire la vaccinazione di massa?
«La produzione è già cominciata da tre mesi. A gennaio arriveranno in Italia i primi 2 o 3 milioni di dosi. È ragionevole pensarlo. AstraZeneca si è impegnata a fornire all'Italia 70 milioni di dosi entro giugno. Per marzo e aprile ci sarà già qualche decina di milioni di dosi, come ha giustamente detto il ministro Speranza».
Per il vostro vaccino basta una sola somministrazione?
«Lo stanno testando nella fase 3, non ci sono dati pubblicati. Sembra che sia sufficiente una prima dose. Si sta valutando, ora, se una seconda dose aumenti la percentuale di successo già rilevata del 90-95 per cento».
Anche voi siete in grado di annunciare la percentuale di efficacia?
«La nostra è pubblicata, non è solo un comunicato stampa. Si tratta dello studio di fase 1 sugli uomini. L'efficacia è del 90 per cento. La fase 3 aumenta la platea, con la 1 e la 2 si verificano efficacia e sicurezza».
Il vaccino di Oxford-Irbm-AstraZeneca, dal punto di vista logistico, propone meno problemi, non deve essere conservato a meno 70 gradi.
«Per favore, non mi chieda paragoni con altri vaccini, perché comunque il mondo ma anche l'Italia avranno necessità di più prodotti efficaci. Posso solo dire che il nostro va conservato a una temperatura compresa tra -4 e -8 gradi centigradi. Cioè quella di una normale cella frigorifera».
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