1 - LOTTA CONTRO IL TEMPO PER TROVARE UN VACCINO
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
coronavirus corona virus
Almeno tre mesi, per avviare la sperimentazione del vaccino sugli esseri umani. Intervento immediato con le medicine antivirali, anche quelle già approvate contro l' Aids, per curare i malati. Sono i due binari su cui stanno correndo la comunità scientifica internazionale e le case farmaceutiche, per trovare rimedio al coronavirus cinese.
Il direttore dell' Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha convocato per oggi a Ginevra una nuova riunione dell' Emergency Committee, per stabilire se l' epidemia di 2019-nCoV rappresenta una PHEIC, ossia una crisi di dimensioni internazionali. Finora solo l' 1% dei casi è stato registrato fuori dalla Cina, e in tre Paesi sono avventi contagi da persona a persona.
ricercatori al lavoro per il vaccino sul coronavirus 2
Nel frattempo la corsa globale per aiutare i malati è già cominciata. Pechino ha rifiutato l' invio di una squadra di specialisti americani, perché vuole gestire da sola l' emergenza interna, ma ha accettato il soccorso delle compagnie farmaceutiche Usa per fornire le medicine antivirali necessarie a curare chi è stato già contagiato. AbbVie ha inviato dosi per 2 milioni di dollari di Kaletra e Aluvia, inibitori della proteasi approvati per l' uso contro l' Hiv.
coronavirus, militari cinesi con la mascherina 11
Questa medicina contiene lopinavir e ritonavir, che erano già stati usati con risultati positivi sui pazienti della Sars. La sperimentazione è cominciata, gestita dai cinesi in un ospedale di Wuhan. Johnson & Johnson ha invece accettato di fornire il Prezcobix, anche questo un inibitore della proteasi, mentre Gilead sta valutando se inviare il suo farmaco ancora sperimentale Remdesivir, che aveva funzionato con la Mers. Merck, che produce l' unico vaccino approvato per l' Ebola, ha costituito una squadra di scienziati per verificare se tra le sue medicine ce ne sono alcune che potrebbero servire.
coronavirus, militari cinesi con la mascherina 8
I farmaci antivirali sono indispensabili per curare subito i pazienti, ma la soluzione definitiva sarebbe il vaccino. La corsa internazionale per produrlo è già cominciata, ma il problema sono i tempi tecnici, che il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases Anthony Fauci calcola in almeno tre mesi, per cominciare la prima fase dei test sugli esseri umani. Il primo passo lo hanno fatto i cinesi il 10 gennaio scorso, pubblicando la mappa genetica del virus affinché tutti gli scienziati del mondo si potessero attivare.
coronavirus 3
Il Peter Doherty Institute di Melbourne è stato il primo a ricreare il coronavirus in laboratorio fuori dalla Cina. Yuen Kwok Yung, responsabile del dipartimento per le malattie infettive della University of Hong Kong ha detto al South China Morning Post che ha già prodotto il vaccino, ma per fare i test sulle persone e distribuirlo potrebbe servire un anno di tempo. Luigi Aurisicchio, amministratore delegato delle due aziende biotech italiane che stanno studiando il rimedio, la Takis e la Evvivax, ha detto che «in quattro, massimo cinque settimane potremmo concludere gli studi sui roditori e passare poi all' uomo, per averlo disponibile forse anche entro questa estate».
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La Russia si è attivata. Il National Institutes of Health del Maryland hanno identificato il codice genetico da usare per il vaccino, e lo hanno trasferito alla compagnia farmaceutica Moderna Therapeutics per svilupparlo. L' idea è quella di usare il modello adoperato per la Sars, modificandolo quanto basta per farlo funzionare col nuovo virus. Anche Johnson & Johnson e Inovio stanno lavorando al vaccino. Nel caso della Sars, erano serviti 20 mesi per arrivare alla sperimentazione sulle persone, mentre con Zika l' attesa si era ridotta a 6. Fauci ora spera di dimezzare i tempi, cominciando la prima fase dei test nel giro di 90 giorni.
2 - QUANTO MANCA AL VACCINO?
Enza Cusmai per “il Giornale”
coronavirus 1
Sarà un vaccino supertecnologico, costruito al computer e basato sull' informazione genetica. E teoricamente si può preparare nel giro di poche settimane. Ma una cosa è avere una fiala di laboratorio, altro è iniettarla su oltre un miliardo di persone. Servono test, prove di reazioni allergiche, topini immolati per verificarne la tolleranza e infine esami sull' uomo. E solo alla fine, dopo approvazioni e trafile burocratiche, avverrà la distribuzione su vasta scala.
CORONAVIRUS CONTROLLI FIUMICINO
Ma tra 6-12 mesi, qualcuno parlerà ancora di Coronavirus? Oppure la pandemia sarà solo un ricordo da archiviare assieme Sars, Aviaria e Spagnola? Ci sarà ancora bisogno del vaccino? Certo è che, in caso di prolungata pandemia, il primo che arriva con il siero si accaparra la migliore fetta del mercato. E gli scienziati si dividono sui tempi necessari a confezionare il vaccino.
CORONAVIRUS
AUSTRALIA RECORD
Al Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne, in Australia, gli scienziati sono riusciti a far crescere il virus in laboratorio: un passo importantissimo verso lo sviluppo di test diagnostici più efficaci, di possibili farmaci utili o di vaccini. L' istituto australiano condividerà il virus con i laboratori di tutto il mondo attraverso l' Oms. Così, un istituto specializzato come lo Spallanzani di Roma sarebbe in grado testare sui topi in tempi brevissimi un vaccino appena realizzato in laboratorio. Che, nell' era delle mappe genetiche, è già in fase di preparazione. Senza il virus.
il sindaco di wuhan zhou xianwang
LE AZIENDE IN PISTA
Nel mondo occidentale sono almeno cinque le aziende di biotecnologie già al lavoro, una delle quali si trova in Italia, la Takis. «Il vaccino sarà di tipo genetico, basato sull' informazione contenuta nel materiale genetico del virus liberamente accessibile online e a tutti i ricercatori del mondo perché è stato depositato nelle banche dati GeneBank e Gisaid», spiega Luigi Aurisicchio, ad dell' azienda romana.
coronavirus 2
Poi l' annuncio dato al nostro giornale da New York: «Fra tre mesi saremo pronti con il vaccino e potremmo capire se funziona. Poi tutto dipende dai finanziamenti per la produzione su larga scala e dalle autorizzazioni richieste dalle agenzie regolatorie». La Takis, anche se vanta diversi successi nel settore, è una realtà piccola rispetto ai colossi americani che si sono attivati sul coronavirus. E apre a finanziatori. «Abbiamo stanziato 50mila euro per le analisi di laboratorio ma per la produzione servono milioni. Aspettiamo che qualcuno si faccia avanti».
TRE MESI
ospedale di wuhan
Anche Anthony Fauci, professore di malattie infettive presso la Penn State University sostiene che un vaccino potrebbe essere pronto entro tre mesi anche applicando una tecnica più classica «Per preparare un vaccino servono molti anni spiega -. Ma, in questo caso, gli scienziati ci stanno lavorando dal 2003. Grazie agli studi sulla Sars, altro coronavirus, hanno bisogno di meno tempo».
L' esperto spiega i passaggi: «Prima si studia il virus. Poi o lo si inattiva e quindi il virus viene ucciso, oppure lo si attenua, si toglie cioè la sua capacità patogena. Occorrono poi test clinici su animale e poi su uomo; infine c' è la valutazione finale e la parte regolatoria».
controllo medico in cina
SEI MESI
In Australia, invece, l' università del Queensland scommette la produzione del vaccino entro sei mesi, lavoro agevolato da generosi fondi stanziati dalla Cepi, la Coalizione per le innovazioni in materia di preparazione alle epidemie, consorzio fondato dalla fondazione Bill e Melinda Gates.
UN ANNO
ospedale di wuhan 1
Più cauto nel dare i numeri Rino Rappuoli, microbiologo italiano di fama internazionale, con una cattedra all' Imperial College di Londra. «La sequenza genetica è già nota e il vaccino potrebbe essere ottenuto nell' arco di una settimana», ha premesso. «Poi aggiunge - c' è da fare la produzione su larga scala, con i necessari requisiti di qualità fissati dalle norme internazionali, la sperimentazione sull' uomo e l' approvazione del vaccino da parte delle autorità. In caso di emergenza e con nuove tecnologie possono essere più brevi, ma si va da uno a tre anni».
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Anche il virologo Fabrizio Pregliasco invita alla cautela. «Per il lavoro di laboratorio serve solo qualche settimana. Ma poi si deve aspettare la risposta degli anticorpi nei test. Che avvengono prima sui topi poi sugli umani. E per questo delicato passaggio servono almeno sei mesi. In totale passa un anno e forse più. Gli errori non sono ammessi. Un vaccino che va usato su miliardi di persone dev' essere sicuro».
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