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    LA SINDROME DELL'UNTORE - I 20 TURISTI CINESI POTEVANO ESSERE DIMESSI GIA' IERI DALLO SPALLANZANI, MA SONO STATI RIFIUTATI DA TAXI E ALBERGHI. SI TRATTAVA DEI VIAGGIATORI CHE AVEVANO AVUTO CONTATTI CON I CONIUGI INFETTI. DURANTE LA QUARANTENA SONO STATI ADOTTATI DALLO STAFF, CHE HANNO RINGRAZIATO IN MODO COMMOVENTE - IL RICERCATORE ITALIANO STA MEGLIO E NON HA PIÙ LA FEBBRE, MENTRE SI ALLUNGANO I TEMPI PER IL RIMPATRIO DEL 17ENNE RIMASTO SOLO A WUHAN: LA CINA CI VUOLE FAR PAGARE IL BLOCCO DEI VOLI VOLUTO DA CONTE


     
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    TURISTI CINESI ALLO SPALLANZANI TURISTI CINESI ALLO SPALLANZANI

    1. I TURISTI CINESI POTEVANO ESSERE DIMESSI IERI MA HANNO RICEVUTO SOLO RIFIUTI DA TAXI E ALBERGHI

    Da www.ilmessaggero.it

     

    Mentre il bilancio globale delle vittime del coronavirus (ribattezzato Sars-Cov-2) e dei contagiati continua a salire, a Roma vengono finalmente dimessi dall'ospedale Spallanzani di Roma i venti turisti cinesi che facevano parte della comitiva della coppia risultata positiva al Sars-Cov-2. Sono stati in quarantena 14 giorni e sono sempre risultati negativi al test. Tra loro anche cinque minori. A salutarli l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato e il direttore sanitario dell'ospedale Francesco Vaia. Prenderanno un volo per la Cina.

     

    TURISTI CINESI ALLO SPALLANZANI TURISTI CINESI ALLO SPALLANZANI

    «Loro erano tranquilli. Anche se erano venuti a contatto con la coppia risultata positiva al coronavirus sono stati tranquilli, con maschere, camici, guanti. Sono rimasti in camera. Erano ospitati in un reparto dell'ospedale dove c'erano soltanto loro venti, con l'equipe medica. Ma tutto l'ospedale si è prodigato», ha detto una infermiera dello Spallanzani, parlando dei venti turisti cinesi. La donna ha anche rivelato di aver cercato una sistemazione in città per la comitiva già ieri sera ma di aver ricevuto solo rifiuti da taxi e alberghi.

     

    Giocattoli ai bambini per superare le ore di noia, rispetto per la cultura di un paese lontano. Così, a quanto riferito dal personale sanitario dello Spallanzani, si è svolta la quarantena dei venti turisti cinesi dimessi oggi dall'ospedale romano. «Abbiamo cercato di rispettare la loro cultura, anche se in una situazione difficile, quella dell'isolamento - ha spiegato la dirigente infermieristica - Ce l'abbiamo messa tutta e si è creato anche un forte legame anche di amicizia, con i bambini e la famiglia. Il loro stato d'animo è stato fortemente supportato da noi, per rispondere ai loro bisogni».

    TURISTI CINESI LASCIANO LO SPALLANZANI TURISTI CINESI LASCIANO LO SPALLANZANI

     

    «Se abbiamo avuto paura? Se hai paura non si fa niente‎ - ha aggiunto una infermiera dello Spallanzani - La preparazione e l'esperienza ci dicono che in alcuni casi bisogna attivare tutte le procedure e le precauzioni. Loro hanno seguito le regole. Con tre bambini piccoli non è facile rimanere chiusi in una stanza 24 ore su 24. Quando hanno capito che il test era negativo sono stati felici. Non hanno pianto, perché sono un popolo che si trattiene. Però si vedeva la loro gioia, i bambini con i palloncini... abbiamo cercato di alleggerire le loro giornate anche regalando giocattoli. Stavano chiusi in stanza e a volte uscivano fuori in spazi comuni. Sono stati splendidi».

     

     

    coronavirus coronavirus

     

     

    2 – VIRUS, L'EPIDEMIA ADESSO RALLENTA DIMESSI I TURISTI CINESI A ROMA

    Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”

     

    Lasciano la quarantena i venti turisti cinesi che avevano avuto contatti con la coppia di connazionali durante un viaggio in Italia. Allo Spallanzani dallo scorso 30 gennaio, verranno dimessi in queste ore, sempre negativi ai test.

     

    Restano in terapia intensiva invece i due coniugi cinesi della loro comitiva, ricoverati lo stesso giorno nell' ospedale romano con i sintomi del nuovo coronavirus. Migliorano a poco a poco, ma la guarigione non è vicina e i polmoni continuano a soffrire per l' attacco di questo agente infettivo che insidia le profonde vie respiratorie e può danneggiare i polmoni. Sta bene, senza febbre, il ricercatore italiano contagiato in Cina, a Wuhan, la città più colpita. Tre casi importati e subito identificati prima che il raggio dei contagi si allargasse. Allo Spallanzani restano ricoverati altri 17 persone: 14 per accertamenti, uno perché, dopo aver escluso la positività a questo virus, ha diversi problemi di salute.

     

    xi jinping con la mascherina 5 xi jinping con la mascherina 5

    Resta alta la guardia negli aereoporti, due giorni fa è stata misurata la febbre a 124 mila passeggeri. L' epidemia comincia a rallentare. Circa 45.200 i casi accertati, 1115 morti, quasi tutti in Cina, dove secondo il presidente Xi Jinping aumentano le guarigioni. Il dato che lascerebbe ben sperare è che nell' Hubei, l' epicentro dell' epidemia, si sono registrati ieri appena un migliaio di nuovi casi, il numero più basso dalla fine del mese scorso.

     

     

    Inoltre il tasso di guarigione è salito al 10,6% rispetto all' 1,3% del 27 gennaio. Sfiorata l' Europa. Il maggior numero di pazienti in Germania (16), poi Francia con 11 e la Gran Bretagna con 8 malati che hanno preso il virus da un cittadino britannico in vacanza in Francia dove ne sono stati ricoverati altri 5. Il superdiffusore, come viene chiamato il primo infetto, aveva preso la malattia durante un viaggio in Asia-Europa: dimesso ieri. Anche il Dalai Lama ha annullato tutti gli impegni pubblici fino a nuovo avviso.

     

    POMPE FUNEBRI IN CINA CORONAVIRUS POMPE FUNEBRI IN CINA CORONAVIRUS

    Dopo aver battezzato la malattia col nome COVID-19 (coronavirus disease 2019), l' Oms ha assegnato il nome anche al virus, SARS-CoV-2, riconoscendogli la stretta parentela con l' agente patogeno dell' epidemia del 2002-2003, meno contagioso ma più aggressivo. «Concentriamo tutta l' energia contro COVID-19 invece lo stigma distoglie l' attenzione e mette le persone l' una contro l' altra», è il monito del numero uno dell' agenzia Onu, Ghebreyesus. Sulla Diamond Princess, in crociera al largo di Yokohama in Giappone, aumentano i passeggeri infetti, restano immuni i 35 italiani .

     

    3 – PECHINO FERMA L'AEREO MILITARE: IL 17ENNE ITALIANO RESTA A WUHAN

    Alessia Marani per “il Messaggero”

     

    wuhan deserta wuhan deserta

    Si allungano i tempi per il rimpatrio di Niccolò, il diciassettenne di Grado, in Cina per un viaggio studio, rimasto solo a Wuhan, città focolaio del coronavirus. Il ragazzo non era riuscito a salire, a causa della febbre, sul volo dell'Aeronautica militare che aveva riportato in patria i primi 56 italiani lunedì 3 febbraio e nemmeno sul secondo collegamento aereo che, tramite un ponte con l'Inghilterra, domenica aveva ricondotto a casa altri 8 connazionali.

     

    Ma adesso a tenere bloccato lo studente friulano in un albergo del posto, assistito dal personale dell'ambasciata, e a fare slittare ulteriormente i tempi del suo ritorno (Niccolò questa volta partirà anche se avrà ancora la temperatura alta visto che è risultato negativo al nuovo Covid-19) è la mancanza di slot liberi per l'atterraggio del KC-767 della Difesa nell'aeroporto cinese, unica porta aperta di Wuhan con il mondo. Se la speranza dei familiari di Niccolò era di poterlo vedere di nuovo in Italia già in queste ore, purtroppo, l'operazione per il rientro del ragazzo non potrà essere avviata prima di domani.

    DALAI LAMA DALAI LAMA

     

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    L'AUTORIZZAZIONE

    Neanche ieri, né per oggi, infatti, la torre di controllo dello scalo cinese ha concesso l'autorizzazione all'atterraggio del volo italiano. Motivi logistici e di priorità, trapela dalla Farnesina, dovuti alla congestione del traffico aereo su Wuhan di velivoli che stanno trasportando generi di prima necessità, rifornimenti di medicinali, disinfettanti e mascherine, ai nove milioni di abitanti in quarantena. Insomma, appena si aprirà un varco, verrà dato il via libera e da Roma potrà decollare l'aereo per il trasporto di Niccolò, allestito in alto biocontenimento come previsto dalle procedure militari.

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    Il ragazzo se non avrà la febbre, una volta, in Italia, dovrà comunque affrontare un periodo di isolamento al Celio; altrimenti verrà ricoverato direttamente all'istituto di Malattie infettive Spallanzani. Le sue condizioni, tuttavia, stanno migliorando e il passare del tempo dovrebbe contribuire a fare andare via la febbre.

     

    IN STAND-BY

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    Le autorità cinesi avrebbero espresso tutta la volontà di aiutare il governo italiano a riportare a casa il diciassettenne e l'ambasciatore sta seguendo in prima persona il caso. A rallentare i tempi, appunto, sarebbero solo questioni tecniche. Nel frattempo, però, mentre Niccolò viene lasciato in stand-by, l'Ente per l'aviazione civile cinese spera che alcuni Paesi, tra cui l'Italia, seguano il consiglio delle organizzazioni internazionali e revochino al più presto le restrizioni sui viaggi per facilitare i collegamenti trans-frontalieri.

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    Proprio ieri mattina il ministro della Salute Roberto Speranza ha ricevuto l'ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Li Junhua e il tema della riapertura dei collegamenti dei voli di linea con la Cina è stato al centro del colloquio. Il settore dell'aviazione civile cinese, come espresso del resto anche da Liang Nan, funzionaria della Civil Aviation Administration of China (CAAC), ha fatto sapere di essere disposto a collaborare con gli altri Paesi e ad adottare rigide misure di contenimento dell'epidemia per salvaguardare la salute dei passeggeri.

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    «La Civil Aviation Administration of China comprende la decisione di ridurre il numero di voli e ha prontamente approvato tali misure. Allo stesso tempo - ha osservato Liang - la CAAC ha organizzato e autorizzato vari voli charter per permettere lo spostamento di tanti passeggeri rimasti bloccati, sia cinesi che stranieri».

     

    «RESTRIZIONI ECCESSIVE»

    Tuttavia, alcuni Paesi, secondo la funzionaria cinese, avrebbero reagito in modo eccessivo sospendendo i voli da e verso la Cina. Il colosso asiatico, dunque, rinnova l'appello ad abrogare le restrizioni ai viaggi, chiedendo il rispetto delle indicazioni delle organizzazioni internazionali, l'Icao (Organizzazione internazionale dell'aviazione civile) in testa che ha invitato i Paesi membri a seguire le raccomandazioni sui viaggi e per la salute emanate dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e a non imporre restrizioni incompatibili con le norme sanitarie internazionali. Ieri Wang Wengang, console cinese a Firenze a cui fa riferimento anche l'assai numerosa comunità orientale di Prato, pur sottolineando che «non c'è allarmismo», non ha nascosto le preoccupazione dei cinesi per il rientro di molti connazionali dalla Cina in questi giorni, dopo il Capodanno.

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    Le associazioni dei cinesi in Italia continuano a invitare e a vigilare sul fatto che si isolino in autotuela per 14 giorni prima. Il console non ha fornito, comunque, un numero preciso di quanti siano i connazionali rientrati in questi giorni in Italia: «Sono dati difficili da ottenere e non sarebbero scientifici, per questo si presterebbero a essere fraintesi». Quanto al blocco dei voli tra Italia e Cina il console auspica che la «questione si risolva il prima possibile».

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