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1 – IL VIDEO DELL’AVVOCATO DI CAMILLA ROMAGNOLI CHE POTREBBE CAMBIARE TUTTO
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/stai-vedere-che-colpa-semaforo-ndash-video-222927.htm
roma, fiori e biglietti sul guard rail di corso francia 7
2 – «ERANO FUORI DALLE STRISCE E SI SONO MESSE A CORRERE»
Valentina Errante per “il Messaggero”
«Altre auto, non so dire quante, travolgevano i due corpi» Il mosaico di testimonianze sulla morte di Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann, investite a Corso Francia la notte del 22 dicembre, dal Suv condotto da Pietro Genovese, sono univoche. Almeno su questo punto, smentito invece dall' autopsia, a dimostrazione che soltanto le perizie e ulteriori indagini potranno definire con certezza come sia avvenuto l' incidente.
pietro genovese
gaia von freymann 2
I racconti di chi ha assistito all' impatto sono terribili, ma anche contraddittori. Soltanto due, delle otto persone, che sono state ascoltate dalla Polizia municipale subito dopo l' impatto, dicono che Gaia e Camilla stavano attraversando sulle strisce.
camilla romagnoli
La stessa tesi dell' avvocato Cesare Piraino, difensore della famiglia Romagnoli, che però ha già avviato le indagini difensive e rilevato che il semaforo di Corso Francia «non prevede, per avvertire i pedoni dell' imminente sopraggiungere del verde per le automobili, il giallo per i pedoni». Per chi attraversa, ha scritto l' avvocato un' istanza al pm Roberto Felici, al verde che dura 26 secondi e mezzo circa, seguono tre secondi di verde lampeggiante e immediatamente il rosso.
la macchina di pietro genovese 3
Una circostanza determinante: le ragazze sarebbero partite con il verde, ma si sarebbero trovate al centro della carreggiata con il rosso. Un dato è certo: Gaia e Camilla, partite per attraversare in modo cauto, dopo la frenata della prima macchina si mettono a correre, non immaginano che possa arrivarne un' altra, nonostante la strada abbia tre carreggiate.
gaia von freymann 1
I TESTIMONI
La testimonianza più significativa è quella dei due passeggeri di una Smart che si trova dietro all' auto che, prima dell' impatto, frena per fare passare Gaia e Camilla, limitando così la visuale di Genovese che arriva da sinistra. L' automobilista che si è fermato è andato via e non è stato rintracciato. «Davanti a noi la strada era libera - ha riferito Moshè David Rubin che con la moglie, Joel Zanzuri, ha assistito all' impatto - più avanti più spostata a sinistra un' autovettura di colore grigio e piccole dimensioni stava marciando molto lentamente».
incidente corso francia il giorno dopo 1
«Avevo appena superato con luce verde il semaforo e stavo procedendo verso i Parioli, mi trovavo sulla corsia di centro. Quella di destra in quel momento era libera. Davanti a noi c' era un' autovettura di colore scuro che si è fermata in maniera brusca poco prima della rampa, anch' io ho rallentato, in quel momento mi sono accorto della presenza di due ragazze che, da destra, all' altezza dell' apice del guard rail che delimita la rampa di immissione su via del Foro Italico, stavano iniziando l' attraversamento a piedi, in un punto in cui non vi sono le strisce.
il video del semaforo di corso francia 4
Ho intuito che potesse succedere qualcosa di molto grave, infatti dopo pochissimi istanti è sopraggiunta sulla corsia alla mia sinistra un Suv a velocità sostenuta, che ha investito le due ragazze. Una è rimasta a terra sulla corsia centrale, l' altra sulla corsia di sinistra».
La signora Zanzuri conferma: «Ho visto davanti a me, all' altezza della rampa, due ragazze che, tenendosi per mano, si immettevano sulla carreggiata da destra verso sinistra, approfittando del fatto che la corsia di destra di Corso Francia, che conduce ai Parioli, non ci fosse nessuno. A quel punto la piccola auto grigia che ci precedeva ha ulteriormente ridotto l' andatura, non so se abbia frenato, comunque ha diminuito la velocità per agevolare il passaggio delle due ragazze».
PIETRO GENOVESE
È a quel punto che Gaia e Camilla si mettono a correre: «Hanno proseguito sulla carreggiata, a questo punto, in maniera frettolosa e incauta, senza accertarsi dell' eventuale sopraggiungere di altri veicoli. Nel momento in cui hanno impegnato la corsia di sorpasso sono state colpite da un' autovettura di grosse dimensioni che viaggiava a velocità sostenuta. Le ragazze sono volate in alto e rovinate al suolo più avanti». E la donna aggiunge: «Era verde per i veicoli a una distanza di circa 150 metri dalle strisce». Sono solo due testimoni a sostenere che le ragazze stessero attraversando sulle strisce: un autista Ncc e il conducente di una minicar, entrambi, però, viaggiavano nell' altra direzione di Corso Francia.
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LO SHOCK
A sopraggiungere poco dopo è invece un' altra testimone, Marianna Achilli, che si trova davanti i corpi di Gaia e Camilla e sterza per evitarli: «Ero sulla corsia centrale, un po' spostata a sinistra e stava piovendo leggermente, arrivata in prossimità dell' Olimpica, vedevo due oggetti sulla sede stradale, uno sulla parte destra e un altro lo vedevo proprio sulla mia traiettoria. Sembravano delle buste di plastica, grandi e piene. Immediatamente, per evitare di colpire l' oggetto che avevo davanti sterzavo verso destra. Rallentavo perché mi ero messa paura». La donna si ferma, viene raggiunta da un' altra auto e chi è alla guida le dice che si trattava di due persone e non di buste. «Tremavo per la paura»
3 – PAOLO GENOVESE SCRIVE ALLE FAMIGLIE DI GAIA E CAMILLA: UN DOLORE ENORME
paolo e pietro genovese
Valentina Errante per “il Messaggero”
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Il dolore e la disperazione. Paolo Genovese voleva a tutti i costi comunicare con loro, con i genitori di Gaia e Camilla. Voleva incontrarli. Spiegare che il lutto riguarda anche la sua famiglia, condividere l' angoscia che l' ha stravolta. Ma ha compreso quanto la scelta di quei genitori di rinviare l' incontro fosse giusta, opportuna, perché lo strazio ha anche misure diverse. E la sua sofferenza non conosce il tormento che non avrà più tempo.
Perché il suo strazio non è paragonabile a quello di chi, in un istante, ha perso tutto. Gaia e Camilla non ci sono più. Pietro è vivo, anche se la sua vita non sarà mai più la stessa. Eppure non è nulla: quel ventenne, che dovrà fare i conti con il peso della responsabilità, non sarà più quello di prima, Ma è vivo. E la vita è tutto.
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Il regista, che ha scrutato nelle pieghe dell' animo umano, non ce l' ha fatta a rimanere distante, a non dire quanto profondamente si sentisse protagonista del lutto. Fino a dieci giorni fa, quei genitori, avrebbe potuto incontrarli per caso, condividere con loro ansie e preoccupazioni per il futuro incerto dei figli quasi coetanei. Non è andata così. I destini di quei ragazzi si sono incrociati in una notte di pioggia alla vigilia dell' ultimo Natale.
PIETRO GENOVESE
Ha scelto di scrivere, Paolo Genovese. Subito dopo quell' impatto, che ha stravolto per sempre la vita dei Romagnoli e dei Von Freymann, ma anche quella della sua famiglia. Ha cercato le parole adatte per manifestare il dolore, la disperazione, la comprensione e la pietà. Per dire l' indicibile.
funerali gaia e camilla
LA RISERVATEZZA
Un documento intimo che i legali delle giovanissime vittime e l' avvocato della difesa hanno deciso di non diffondere. Una scelta precisa, che non ha nulla a che vedere con il caos mediatico.
Raccontare la pena e il supplizio che hanno travolto anche la famiglia del giovane Pietro non è stato facile. Genovese ci ha provato. Non ha paragonato tragedie così diverse, perché il dolore ha una sua altezza che merita rispetto. Ha solo tentato di esserci, con i pochi strumenti che gli sono rimasti, le parole quelle che, con coraggio, avrebbe voluto dire guardando negli occhi quei genitori disperati.
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La lettera, una pagina e mezzo è stata recapitata alle famiglie di Gaia e Camilla attraverso i legali. L' incontro, prima o poi, ci sarà. Forse in Tribunale, mentre si annuncia una guerra di perizie, perché la realtà e la vita, alla fine, prendono il sopravvento. Pietro, alla guida di quell' auto che non ha frenato, non si dà pace. Eppure suo padre, mentre parla ai genitori di Gaia e Camilla, sa che un futuro è ancora possibile. Loro, invece, quelle sedicenni ingenue, che correvano per tornare presto a casa, non saranno mai donne. Eterne bambine, composte nelle bare bianche dopo quella notte prima dell' ultimo Natale. Genovese, questo, lo sa.
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