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    COS’È IL GENIO: LADY GUCCI AVRÀ UN VITALIZIO MILIONARIO CON I SOLDI DEL MARITO, DA LEI FATTO UCCIDERE - PATRIZIA REGGIANI, LIBERA DOPO LA CONDANNA PER OMICIDIO, RICEVERÀ UN MILIONE DI EURO L’ANNO, OLTRE A 24 MILIONI MATURATI DURANTE LA DETENZIONE, E A PAGARE SARANNO LE FIGLIE ALLEGRA E ALESSANDRA GUCCI, EREDI DEL PADRE ASSASSINATO


     
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    Franco Vanni per la Repubblica

     

    PATRIZIA REGGIANI A MILANO COL PAPPAGALLO FOTO LAPRESSE PATRIZIA REGGIANI A MILANO COL PAPPAGALLO FOTO LAPRESSE

    Nel 1995 fece uccidere il marito Maurizio Gucci, pagando un killer. Scontata per intero la sua pena, ora si prepara a incassare. A Patrizia Reggiani, che in questi giorni torna a essere una donna libera, una sentenza della Corte d’Appello di Milano riconosce il diritto a un vitalizio di un milione di euro l’anno, oltre a 24 milioni di arretrati maturati durante la lunga detenzione cominciata nel 1997. A pagare, secondo i giudici, devono essere le figlie Allegra e Alessandra Gucci, uniche eredi del padre assassinato.

     

    Gucci e la Reggiani, divorziati nel 1985, il 24 dicembre 1993 firmarono a Sankt Moritz in Engadina un accordo registrato come “promemoria d’intenti” in cui l’imprenditore si impegnava a corrispondere all’ex moglie 1,1 milioni di franchi svizzeri l’anno, vita natural durante. La Reggiani, che dal giugno 2014 è affidata in prova ai servizi sociali, il prossimo 16 febbraio dovrà presentarsi di fronte al tribunale di Sorveglianza, che deciderà le regole del triennio di libertà vigilata che la attendono.

     

    PATRIZIA REGGIANI PATRIZIA REGGIANI

    Franco Ceccon, nominato suo tutore nel periodo della detenzione, spiega: «La sentenza della Corte d’Appello è chiara. Il vitalizio a favore della Reggiani è previsto da un accordo fatto in Svizzera, in un momento precedente l’omicidio, e non è decaduto con esso».

     

    La sentenza della quarta sezione della Corte d’appello di Milano, depositata il 9 gennaio scorso, è l’ultimo passaggio di un iter giudiziario complesso. Tutto nasce da un pignoramento promosso dalla compagna di Maurizio Gucci, Paola Franchi, che chiedeva alle figlie dell’uomo quel risarcimento che le avrebbe dovuto garantire la Reggiani. Ma le figlie, negli anni della detenzione, si erano rifiutate di versare alla madre i milioni di vitalizio previsti dall’accordo del 1993.

    maurizio gucci maurizio gucci

     

    La questione, di giudizio in giudizio, è arrivata in Cassazione, che ha rinviato gli atti alla Corte d’Appello. Ed ecco l’affermazione del principio per cui la Reggiani a quei soldi ha diritto. «Il comportamento penalmente sanzionato di Patrizia Reggiani non ha però avuto rilievo sugli accordi con Maurizio Gucci ed è irrilevante», scrive il collegio, presieduto da Mariano Del Prete. E ancora: «Ogni altra valutazione attiene all’ambito morale e non strettamente giuridico e quindi non influenza l’interpretazione dell’accordo ».

    ALESSANDRA E ALLEGRA GUCCI ALESSANDRA E ALLEGRA GUCCI

     

    La storia la ha raccontata per primo il sito web Il Dubbio, in un articolo di Giovanni Maria Jacobazzi. E in rete è aperto il dibattito sull’opportunità della decisione. Di certo, per avere i soldi che la sentenza le riconosce, la Reggiani dovrà aspettare. Il foro di Sankt Moritz considera esecutive solo le sentenze passate in giudicato. Se le figlie di Gucci decideranno di fare ricorso per Cassazione, come è probabile, il diritto della moglie assassina a vedersi riconosciuto un vitalizio dal marito ucciso potrebbe venire meno.

     

     

    PATRIZIA REGGIANI PATRIZIA REGGIANI patrizia gucci patrizia gucci

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