DAGOREPORT
ELKANN
AGNELLI JOHN ELKANN
John Elkann non ha alcuna intenzione di immolarsi per la Juventus. E non ha intenzione di perdere tempo, soldi ed energie con le aziende di casa che non funzionano. Ha una visione imprenditoriale profondamente distante da quella del cugino. Più legata ai risultati di bilancio. Più distaccata. Meno passionale, e provinciale, del cugino, e meno romantica del nonno. Orientata verso l’estero e soprattutto verso gli utili.
Elkann si sta preparando a vendere i pezzi di famiglia meno redditizi e più problematici. Su tutti la Juventus, ma nel pacchetto c’è anche Repubblica: sono sempre più insistenti le voci di trattative in stato avanzato con Danilo Iervolino presidente della Salernitana e già editore de L’Espresso.
ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN
Juventus e Repubblica viaggiano su binari paralleli. La ratio alla base della decisione è la stessa. Tagliare i rami secchi e diminuire progressivamente le attività italiane di quello che fu l’impero della famiglia Agnelli. Elkann non ha intenzione di vendere l’Economist, tanto per dirne una.
La Juventus è per lui una patata bollente, un male necessario di cui deve occuparsi dopo gli sfaceli di Andrea che si è ritrovato costretto a lasciare con il club nel pieno della tempesta giudiziaria. Con una richiesta di arresto, le accuse di falso in bilancio, un quadro desolante emerso dalle carte della Procura di Torino.
ELKANN MOLINARI SCANAVINO
Ci vorrà tempo per rimettere in sesto la Juventus. Bisognerà aspettare le sentenze. Sia quelle penali sia quelle sportive. Il primo passaggio è stato effettuato: slegare il destino della Juventus dalle vicende della passata gestione. Andrea Agnelli e soci sono finiti su un binario morto. Il binario della Juventus, invece, è più vivo che mai anche se accidentato. L’orizzonte è fosco. I potenziali scenari sono tanti. La Juventus rischia l’esclusione dalla coppe europee. Rischia la Serie B. C’è un lungo tunnel da attraversare. John Elkann lo sa. Lo sta affrontando con la consapevolezza che non c’è altra soluzione. Vendere oggi la Juventus sarebbe un’operazione in perdita. Bisogna aspettare che la vicenda si chiuda. E si chiuda con il danno minore per l’azienda, evitando che il valore del club cali troppo.
MAURIZIO SCANAVINO E JOHN ELKANN
Dopodiché l’orizzonte è in linea di massima tracciato. Delisting e cessione. Il marchio di famiglia sarà la Ferrari, almeno per il momento. Non più la Juventus che finirà in mani e capitali stranieri. È una questione di tempo. Nemmeno troppo. Andrea Agnelli ha definitivamente chiuso la storia che lega la famiglia torinese al club bianconero. Il regista dell’operazione, suo malgrado, è lui. Elkann ci metterà la firma. Neanche tanto di mala voglia. Il futuro di Elkann è sempre più all’estero. Lo è da tempo, con le aziende in Olanda. E lo sarà sempre di più. La Juventus sarà venduta. Tutte le storie finiscono.
john elkann a venezia alena seredova alessandro nasi