Estratto dell’articolo di Alessandra Ghisleri per “la Stampa”
ALESSANDRA GHISLERI
[…] Dopo gli sviluppi del conflitto in Ucraina e dopo le violenze in terra di Israele e Gaza, gli italiani si interrogano su quali potrebbero essere i possibili risvolti di questa nuova drammatica circostanza e come potrebbero esserne coinvolti. L'esperienza dell'invasione armata in terra ucraina ha portato la maggioranza dell'opinione pubblica a sentirsi più debole e senza potere per riuscire a governare le principali spinte inflattive che agiscono in questi casi.
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Non a caso, nell'indicare l'aumento dei prezzi e il carovita come la principale priorità per il nostro Paese, gli italiani hanno attribuito in maggioranza proprio al conflitto le principali responsabilità. Di fronte agli avvenimenti del 7 ottobre in Israele i cittadini si sono guardati intorno e il sentimento è corso veloce alla possibilità che l'escalation delle ostilità possa aumentare coinvolgendo altri Paesi e altre "potenze" mondiali. […]
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Il 61% degli italiani oggi teme un attentato anche nel nostro Paese. […] se la battaglia in terra di Ucraina ha spaventato l'opinione pubblica per le ripercussioni economiche che ne sono conseguite, oggi questo nuovo scontro in terra di Israele e nella striscia di Gaza confonde gli animi delle persone. Un italiano su due è convinto che ci potranno essere importanti conseguenze solo per la povera gente innocente (51,3%); il 39,9% sostiene che ci saranno nuove ricadute negative per la nostra economia.
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Un altro 39,8% sente viva la divisione in due grandi blocchi che separano le cosiddette «grandi alleanze»: da una parte Cina, Russia e Paesi islamici, dall'altra l'Occidente. Di sicuro per il 40,3% è andata in ombra la figura di Volodymyr Zelensky e il conflitto russo-ucraino. Queste nuove evoluzioni mettono il cittadino italiano di fronte alla necessità di riconoscere un punto di riferimento nell'Europa che dovrebbe avere un ruolo di primaria importanza per trovare un – buon – compromesso di pace (71%).
Tuttavia, al momento questo è un percorso ancora in sospeso e da definire e la sensazione diffusa è che siamo ancora relegati in un compito gregario di secondo piano rispetto alle decisioni di Usa e di altri organi istituzionali mondiali (60%). Infatti nelle dichiarazioni degli intervistati si disegna un'immagine dell'Unione Europea fiacca e indolente nel precario equilibrio del non saper determinare una linea definita in tempi utili.
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[…] In un contesto così instabile l'opinione pubblica diventa più facilmente permeabile a uno stato latente di ansia generalizzata che non maschera assolutamente le simpatie pregresse. In tema di manifestazioni pro-Palestina, ad esempio, la popolazione si divide tra chi è favorevole a vietarle (41,5%) e chi invece è fortemente contrario (43,7%). […]