Maria Corbi per “la Stampa”
GIULIA BONGIORNO MATTEO SALVINI
Ingrid Bisa, parlamentare leghista, vice presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera risponde gentile. «Sì, pronto, mi dica». «Salve, volevo chiederle cosa ne pensa del Congresso mondiale delle Famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo...». Silenzio. Il tono cambia, si fa frettoloso: «Mi scusi tanto ma sono con altre persone, non posso trattenermi, mi perdoni». «Certo, io la perdono, ma volevo sapere se». Un inesorabile «clic» chiude bruscamente la conversazione. Altro giro, altra corsa. Questa volta con Marica Fantuz, trevigiana, onorevole leghista, membro della commissione Difesa.
ERIKA STEFANI
Il cellulare squilla a vuoto, ma il messaggio su WhatsApp che la invita a dire la sua sul congresso che sembra aver spaccato, o comunque incrinato la Lega (con la presa di distanza da parte del capogruppo leghista in Consiglio comunale a Verona, Mauro Bonato) cade nel vuoto. «Non posso ora perché sono in Aula, mi scusi». Una faccina dispiaciuta correda il testo. Insistiamo. «Pensa di riuscirci entro stasera? O comunque pensa di volerlo fare?».
No, la Fantuz non vuole farlo: «Sul congresso preferisco non fare dichiarazioni, mi scusi e comunque grazie. Buon lavoro». Peccato, le avremmo anche chiesto, visto che è anche cofirmataria della proposta di legge per legalizzare la prostituzione attraverso l' abolizione della legge Merlin, come questo si concilia con la famiglia e con la sua difesa. Ritentiamo. Con il ministro Erika Stefani (il giorno prima della tragica scomparsa del padre in un rally motociclistico), titolare del dicastero degli Affari regionali e delle Autonomie. Risponde.
LUCIA BERGONZONI
Le ripetiamo quello che ha detto Mauro Bonato, ossia che «la Lega è nata per ottenere l'autonomia delle Regioni, non per sindacare su temi etici o familiari. Se va avanti così torneremo a tempi antichi dove le donne fanno solo le schiave degli uomini». Ma la ministra non reagisce. «Mi scusi ma le ho risposto solo perché credevo fosse la convocazione dei ministri a Palazzo Chigi Chiami la mia addetta stampa per concordare un' intervista».
Ottimo. E così chiamiamo la portavoce Camilla. Ripetiamo la richiesta. E otteniamo la risposta. «Il ministro Stefani parla solo di autonomie, non parla delle donne». Anche se certamente di temi di cui si discuterà a Verona il ministro se ne è occupata eccome. Come quando durante la discussione in commissione Giustizia si è opposta all' estensione delle tutele agli orfani di femminicidio nati al di fuori del matrimonio in quanto si faceva riferimento ai figli delle unioni civili tentando di far entrare dalla finestra un tema ancora caldo e soprattutto già affrontato in altra sede.
bongiorno salvini
Chissà se la senatrice Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura, che nei talk show non nega mai una sua opinione, dirà la sua su questo Congresso dove Matteo Salvini ha assicurato la sua presenza. E Di Maio la sua assenza: «Nessuno dei Cinque Stelle ci andrà». Ma questa volta anche lei non ha nulla da dire. Nemmeno un cortese «no, grazie». E allora puntiamo alto, al ministro Giulia Bongiorno, una che non ha mai avuto paura di «mettersi contro» e che ha fatto della battaglia contro la violenza delle donne e per le donne una missione anche politica. E che quindi sulla carta ne avrebbe da dire su un congresso che sostiene una visione restrittiva dei diritti e del ruolo della donna. Missione fallita. Nessuna risposta. Un silenzio assordante, come l' imbarazzo.
LUCIA BERGONZONI