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    COSA SUCCEDE SE 6 MILIONI DI DOSI DEL VACCINO ANTINFLUENZALE IN PIÙ VENGONO DIROTTATI SUL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE? CHE LE FARMACIE RISCHIANO DI RESTARE SENZA SCORTE! - LO SCORSO ANNO ERANO 12 MILIONI LE DOSI ORDINATE DAL SSN, ORA SI È ARRIVATI A 18: CHI NON E' ''CATEGORIA A RISCHIO'' POTREBBE FATICARE A TROVARE IL VACCINO PRIVATAMENTE. E CON L’AUTUNNO ALLE PORTE E L’EMERGENZA COVID…


     
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    Da "www.blitzquotidiano.it"

     

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    Saranno 18 milioni le dosi del vaccino antinfluenzale che quest’anno andranno al Servizio sanitario nazionale, 6 milioni in più rispetto allo scorso anno. Ma le farmacie rischiano di restare senza approvvigionamenti.

    Secondo una stima ne servirebbero un milione e mezzo da distribuire attraverso i loro canali. Lo spiega Andrea Mandelli, presidente di Fofi, la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, per la campagna vaccinale di quest’anno.

     

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    Lo scorso anno erano 12 milioni le dosi ordinate dal servizio pubblico. Questo aumento di 6 milioni di dosi richieste ha portato le aziende farmaceutiche a dare priorità proprio alla domanda pubblica.

     

    Nel 2019 sono state 900 mila quelle vendute in farmacia a chi “volontariamente”, pur non rientrando nelle categorie a rischio, ha scelto di vaccinarsi.

    Secondo Andrea Mandelli bisognerebbe raddoppiare il numero dei vaccini per la campagna vaccinale di quest’anno. Campagna implementata per evitare che le influenze stagionali possano generare confusione con il contagio da Covid-19.

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    “La Federazione degli ordini già dalla metà di luglio aveva cominciato a percepire, dalle case farmaceutiche, la grave difficoltà nel dare un vaccino antinfluenzale in un anno così particolare”, dice.

     

    Mandelli propone inoltre di “riammodernare” quanto previsto dal regio decreto del 1934. Secondo lui “impedisce il cumulo di professione”. L’obiettivo è che il vaccino antinfluenzale possa essere inoculato direttamente in farmacia.

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    Risposte in tempi brevi dal ministero

    Dal ministero della Salute tuttavia hanno assicurato che in “tempi brevi” sarà individuata una soluzione alla questione della disponibilità dei vaccini antinfluenzali.

    Per evitare che le farmacie restino sguarnite a causa della maggiore richiesta di vaccini da parte del Ssn, le associazioni di categoria Fofi, Federfarma e Assofarm, hanno incontrato oggi i rappresentanti del ministero della Salute proprio per discutere della questione.

     

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    “I rappresentanti del Ministero – spiegano le tre organizzazioni – hanno preso atto di queste osservazioni e dei dati presentati a supporto della necessità di impedire che le farmacie restino sguarnite”. 

    Il dicastero si è quindi impegnato “a trovare in tempi brevi una soluzione che verrà condivisa con le Organizzazioni di farmacisti in un incontro che si terrà la prossima settimana”.

     

    “Fofi, Federfarma e Assofarm hanno rappresentato la pericolosità di una situazione che, lasciando sprovvisto dei vaccini il canale delle farmacie – aggiungono – renderebbe oltremodo difficile il ricorso alla vaccinazione da parte delle persone che non rientrano nelle categorie a rischio”. 

     

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    Le categorie invitate a vaccinarsi

    La circolare del ministero della Salute sulla prevenzione e il controllo dell’influenza, emessa a giugno di quest’anno, raccomanda la vaccinazione, gratuita, ad alcune particolari categorie di persone.

    Tra queste, chi ha più di 60 anni, le donne in gravidanza. Poi chi soffre di malattie croniche dell’apparato respiratorio (tra cui asma grave e Bpco). O chi soffre di malattie dell’apparato cardio-circolatorio (comprese le cardiopatie congenite e acquisite). Infine anche chi soffre di diabete mellito e altre malattie metaboliche.

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    E poi chi ha una insufficienza renale o surrenale cronica, i pazienti oncologici, chi ha malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali, chi ha epatopatie croniche, chi è ricoverato in strutture per lungodegenti.

    Tra le categorie professionali ci sono i medici, le forze di polizia, i vigili del fuoco, gli allevatori, i veterinari. Tra i volontari, invece, i donatori di sangue. 

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