Alexander Smith per www.nbcnews.com
BORIS JOHNSON E IL VACCINO
C’è una verità scomoda che sta passando sottotraccia, dietro al giubilo del lancio del vaccino americano: e cioè che i Paesi più poveri del mondo dovranno aspettare mesi e forse anni per avere le loro dosi.
Gli Stati Uniti, il Canada, la Gran Bretagna e l'Unione europea hanno preordinato un numero sufficiente di siero anti Covid-19 per poter vaccinare più volte le loro popolazioni. E gli altri?
Si tratta di un problema di “logistica” della medicina, dove l'offerta è piccola ma la domanda è immediata ed enorme: gli attivisti e alcuni funzionari stanno accusando queste nazioni ricche di acquisire ordini e accumulare più vaccini del necessario.
coronavirus somministrazione vaccino sputnik v in russia 1
La People's Vaccine Alliance, un’alleanza che comprende associazioni del calibro di Oxfam e Amnesty International, ha affermato che, a meno che non vengano prese misure drastiche, 70 Paesi poveri non saranno in grado di vaccinare il 90% della loro popolazione nel 2021.
"I Paesi a reddito più elevato come gli Stati Uniti e il Regno Unito si stanno mettendo in prima linea", ha detto Philip Clarke, professore di economia sanitaria all'Università di Oxford. "Il chiaro fallimento è non avere istituzioni internazionali più forti e finanziamenti maggiori per pagare un vaccino a livello globale".
donald trump esulta per l'inizio delle vaccinazioni negli usa
Una di queste istituzioni è Covax, guidata dall'Organizzazione mondiale della sanità, il cui obiettivo è proprio impedire che accada quello che sta succedendo. Ha raccolto 2 miliardi di dollari da dozzine di Paesi e organizzazioni internazionali e il prossimo anno vuole fornire 1 miliardo di vaccini ai Paesi poveri.
Ma questo progetto è stato boicottato dall'inizio, dicono i sostenitori, dopo che il presidente americano Donald Trump ha rifiutato di dare qualsiasi tipo di sostegno al piano. E anche la Russia ha rinunciato a dare un contributo.
vaccinazione anti coronavirus regno unito
Covax sostiene che mancano ancora 4,3 miliardi di dollari rispetto alla cifra di cui avrebbe bisogno. E molti esperti sono ora scettici sul fatto che possa mai fornire a quella parte del mondo in via di sviluppo la protezione necessaria.
Del resto già ad aprile alcuni attenti osservatori avevano predetto una triste ripetizione di ciò che avvenne con la pandemia di influenza suina del 2009, che vide i Paesi ricchi saltare la coda e lasciare indietro quelli poveri sul fronte del vaccino.
Oggi, il nazionalismo dei vaccini si sta muovendo ancora una volta "a tutta velocità", ha ammonito il segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres in una conferenza stampa la scorsa settimana.
distribuzione vaccino usa
Covax ha firmato ordini di acquisto anticipati per 700 milioni di dosi, ma nessun accordo per spedirli ai vari Paesi. Questa modesta scorta è irrisoria rispetto ai quasi 4 miliardi di dosi garantite alle nazioni ricche, secondo i dati di una ricerca della Duke University.
I dati raccolti da Airfinity, una società di analisi scientifica, mostrano che quasi la metà dei preordini di Covax proviene da AstraZeneca e dall'Università di Oxford, il cui vaccino è in attesa di approvazione normativa.
La maggior parte del resto è di Sanofi e GlaxoSmithKline, il cui vaccino è stato congelato fino alla fine del 2021 dopo che i test hanno mostrato una risposta debole nelle persone anziane.
sandra lindsay prima vaccinata negli usa
Covax è in trattativa con Pfizer-BioNTech. Ma queste dosi sono molto più costose e gli esperti dicono che non sarebbero adatte per i Paesi in via di sviluppo perché devono essere tenute a temperature estremamente basse.
Anche se il programma riuscisse nel suo obiettivo finale di vaccinare il 20% delle persone nei Paesi poveri, non riuscirà a fornire loro l'immunità di gregge. I ricercatori della Duke University ritengono che non ci saranno abbastanza vaccini prodotti per il mondo intero fino al 2024.
Alla domanda su come affrontare queste sfide, un portavoce di Gavi – un'altra organizzazione che coordina Covax – si è tuttavia dimostrato ottimista.
"Con un forte impegno da parte dei produttori di vaccini e il giusto livello di sostegno da parte dei governi donatori, possiamo garantire l'accesso globale alle dosi in modo tempestivo per tutti i Paesi, non solo per quelli in grado di pagare per conto loro", ha detto un portavoce via e-mail.
tedros adhanom ghebreyesus
Ma lunedì il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha rilasciato una nota molto meno fiduciosa. "I Paesi ad alto reddito stanno ora iniziando a lanciare vaccini, mentre quelli a basso reddito possono solo guardare e sperare", ha detto a una riunione per discutere del problema, avvertendo che Covax era già "a rischio di non riuscire a realizzare il suo piano".
distribuzione vaccino usa 4
Alcuni esperti sostengono che non sorprende che questo altruismo sia stato calpestato dal sistema medico-industriale che sostiene le relazioni delle nazioni ricche con le grandi aziende farmaceutiche.
Gli Stati Uniti per approvare i vaccini in modo efficiente si servono di un ente regolatore di livello mondiale che lavora a stretto contatto con i produttori di farmaci. Ospita Pfizer e le sue strutture di produzione, e dispone dei mezzi economici e infrastrutturali mostruosi.
"Covax non ha il potere di cui avrebbe bisogno, non ha i soldi di cui avrebbe bisogno ed è troppo lento, perché i governi come gli Stati Uniti hanno già concluso rapidamente i loro accordi", ha spiegato la dottoressa Natalie Roberts, direttrice degli studi di Medici Senza frontiere. "I vaccini semplicemente non sono disponibili perché sono già stati acquistati da altri. È troppo tardi".
vaccini coronavirus negli usa
Un sottile equilibrio molto difficile da trovare. D’altronde solo un politico coraggioso direbbe al proprio elettorato che si stanno portando via i vaccini dai propri ospedali per spedirli in terre lontane. Secondo alcuni bioeticisti per esempio è giusto che gli Stati Uniti e altri ricevano prima i vaccini, avendo investito miliardi per produrli in tempi così record.
Ma potrebbe esserci pure una ragione egoistica per vaccinare tutto il mondo. Anche se gli Stati Uniti dovessero ottenere l'immunità di gregge, la minoranza di americani che non saranno vaccinati potrebbe comunque essere infettata se la malattia dilagasse in altre parti del Pianeta.
frank walter steinmeier
"Nessuno è al sicuro finché non siamo tutti al sicuro", ha detto il presidente della Repubblica tedesco Frank-Walter Steinmeier al vertice mondiale sulla salute. "Anche coloro che sconfiggono il virus all'interno dei propri confini rimangono prigionieri all'interno di questi confini finché non verrà debellato ovunque".